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L’azione diplomatica italiana sulla Libia stringe il cerchio intorno alla conferenza di Palermo del prossimo 12 e 13 novembre e, a sostegno dell’iniziativa italiana sono arrivati oggi a Roma Fayez al Sarraj e Ghassan Salamè. Il premier del governo di accordo nazionale e l’inviato speciale dell’Onu, accolti dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, non hanno potuto fare altro che rinsaldare il legame con l’azione italiana in Libia per una stabilizzazione duratura del territorio. Sarraj, figura centrale degli ultimi sconvolgimenti libici, resta un pedina centrale, insieme a tutti gli attori interni al territorio libico, di questo appuntamento che, secondo l’esperta di Libia Michela Mercuri, potrebbe effettivamente portare a casa un risultato soltanto “se tutti gli attori presenti, in particolar modo quelli locali, avranno modo di esporre le proprie istanze. In questo modo si potrà proporre una bozza seria e condivisa”.

“L’incontro di oggi è soltanto l’ultima tappa di un’intensa attività diplomatica dell’Italia per cercare di convogliare quanti più attori possibili sul tavolo delle trattative della conferenza di Palermo”, ha affermato Mercuri. “Prima ancora c’è stato l’incontro tra Conte e Putin che sembra aver avuto un importante endorsement da parte del presidente russo per quanto riguarda una possibile partecipazione al vertice. Una possibile partecipazione russa sarebbe un ottimo risultato che potrebbe portare ad avere anche Trump, o molto più probabilmente Pompeo”, ha continuato.

Il costante lavoro del governo italiano sul fronte libico riesce, dunque, a muoversi sui binari giusti, incanalando la prospettiva migliore per una futura stabilizzazione del Paese. Le possibilità sono molteplici e le due bilaterali di oggi a Palazzo Chigi si possono senz’altro inquadrare nell’ambito della definizione dei particolari e dei partecipanti all’incontro. Se la macchina dei preparativi si è mossa in ritardo, le prospettive e gli scenari che si aprono intorno alle prossime settimane mantengono comunque l’attenzione alta. Da Sarraj, infatti, che ha confermato la sua presenza alla conferenza, parole incoraggianti al termine del vertice con Conte: “Perseguire, con ogni sforzo possibile, il massimo coinvolgimento di tutti gli attori locali e internazionali che hanno a cuore l’evoluzione positiva della situazione in Libia, nell’interesse della sua popolazione e delle sue istituzioni”.

In ultimo, in uno scenario in costante mutamento come quello libico, un accenno a Saif al Islam, che continua a rimanere un elemento importante all’interno di un contesto così confuso. “Al Islam sicuramente non parteciperà alla conferenza, ma continua a mietere un numero crescente di consensi dentro e fuori il Paese. Molti libici che si trovano in Libia, ma anche all’estero, sono molto vicini a Saif al Islam e vedono in lui un possibile futuro leader della Libia di domani”, sottolinea l’esperta. E ancora: “ Credo che negli esiti di questa conferenza dovremmo tenere conto anche di questa figura che vive nell’ombra, ma che nell’ombra sta invece raccogliendo consensi tra la popolazione libica che in questo momento si sente molto insicura a causa degli eventi violenti che stanno avvenendo all’interno del Paese”.

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