Skip to main content

Prevenire è meglio che curare. Quando bisogna fare i conti con il cyber-spazio un semplice ed efficace proverbio popolare diventa un dogma da seguire senza se e senza ma. Lo sanno bene le autorità impegnate nel contrasto del cyber-crimine. Una malattia, se presa tardi, può ancora essere curata. Un conto bancario svuotato o un attacco Ddos a una centrale nucleare rischiano di trasformarsi in un incubo senza vie di uscita. Ma cosa vuol dire davvero prevenire il crimine, e lo spionaggio, cibernetico? Basta seguire le tracce dei gruppi criminali alla ricerca di una (spesso improbabile) pistola fumante o serve prima un cambio radicale di prospettiva che parta dalla formazione dei più giovani? Sono queste le domande cui hanno provato a rispondere esperti, docenti e rappresentanti del settore privato durante il seminario “Cybercrime e Spionaggio industriale: i rischi dalla rete”. L’evento, uno dei tanti che compongono l’edizione 2018 del Festival della Diplomazia, è stato organizzato in collaborazione con Kasperky Lab Italia, Assicurazioni Generali e Elettronica Group alla Biblioteca Casanatense.

Una fotografia della cultura cyber italiana è il primo passo per poter parlare di contrasto al cibercrimine. Il quadro è piuttosto desolante, tanto più se messo a confronto con altri Paesi europei. Manca soprattutto la capacità di fare sistema fra pubblico, privato e autorità. La stessa che permette a un Paese come Israele, che è cento volte più piccolo dell’Italia, di fornire di giovani universitari l’unità cyber militare 8200 sottoponendoli a un test attitudinale e a cinque anni di formazione, per poi lasciare che entrino nel privato con le loro start-up. In Italia oggi viene preferita una lettura umanistica, sociologica del fenomeno cyber. Che non necessariamente è un male. “Quanto siamo indietro nella formazione? Io sono ottimista” spiega Marco Mayer, direttore del Master in Intelligence e Sicurezza Link Campus University, che propone di parlare di “società digitale” piuttosto che di infosfera o cyberspazio, data la pervasività dell’universo cyber: “La ricerca italiana integra competenze tecnologiche e scienze sociali, un esercizio utile nell’era della post-verità e delle fake news”.

Due le direttive da seguire per creare una vera industria nazionale cyber secondo Paolo Capodanno, capo dei Sistemi Informativi di Elettronica Group. “La ricerca e la formazione del personale, e la predisposizione di una rete in grado di raccogliere dati e proteggerli”. In altre parole, per creare uno spazio cyber nello Stivale serve quella che a Elettronica Group chiamano l’ integrazione delle tre “i”: “Intelligence, cioè condivisione delle informazioni e prevenzione degli attacchi informatici, Integrazione, ovvero collaborazione con le autorità internazionali, e infine Italia, perché la valorizzazione delle risorse nazionali non è in contrasto con l’obiettivo di integrarsi”.

Un problema non da poco per gli addetti alla sicurezza delle grandi aziende di settore, ha rilevato Gianfranco Vinucci di Kasperky Lab, è l’attribuzione del crimine al cibercriminale. “Non è un’attività semplice, nel 2017 abbiamo monitorato 100 diversi gruppi Atp (Advanced-Persistent Threath) con capacità finanziarie importanti, e il risultato è in controtendenza con una certa narrazione mediatica, perché la provenienza geografica degli attacchi è trasversale”. Come uscirne fuori? Per Nunzia Ciardi, direttrice del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, si tratta di un falso problema. “Il discorso sull’attribuzione non mi appassiona, gli addetti ai lavori possono anche risalire ai codici o ai fusi orari, ma sono poco indicativi perché chiunque può falsarli per depistare le indagini”. C’è un’emergenza diversa, dice lei. Le vittime degli attacchi non sono consapevoli, perché manca il giusto livello d’allerta. Ciardi parla per esperienza. “È il caso della truffa ‘Sim-swap’: con il phishing, tecnica di furto dati ormai considerata obsoleta, si ottengono le credenziali bancarie di una persona. Segue l’attivazione di un numero di cellulare gemello con un falso documento e nel giro di due, tre ore vengono svuotati conti bancari da 300-400.000 euro”.

cyber

Cybercrime e spionaggio industriale. Perché prevenire è meglio che curare

Prevenire è meglio che curare. Quando bisogna fare i conti con il cyber-spazio un semplice ed efficace proverbio popolare diventa un dogma da seguire senza se e senza ma. Lo sanno bene le autorità impegnate nel contrasto del cyber-crimine. Una malattia, se presa tardi, può ancora essere curata. Un conto bancario svuotato o un attacco Ddos a una centrale nucleare…

navi

Design italiano per le navi transalpine. Così Italia e Francia si riavvicinano

La Francia ha scelto il design italiano per le future navi di supporto logistico della propria Marina militare. L’annuncio è arrivato nella giornata di apertura di Euronaval, la fiera dedicata alle tecnologie militari in campo navale in scena in questi giorni a Parigi. È stato il ministro della Difesa Florence Parly a confermare una notizia che rimbalzava da mesi: i…

Russia, Corea del Nord e non solo. L’attribuzione dei cyber attacchi oltre ogni ragionevole dubbio

Di Cristina Posa

Durante la conferenza sulla cybersicurezza dell’Osce tenuta il 28 settembre 2018 a Roma, nell’ambito della presidenza dell’Italia all’Osce, il rappresentante della Russia ha criticato ciò che lui aveva avvertito come un approccio eccessivamente aggressivo nell’attribuzione alla Russia di cyberattacchi, affermando che alcune nazioni sembravano “ignorare la presunzione di innocenza, e hanno designato una parte colpevole sulla base del principio del…

L'Italia non cresce. Anzi, perde colpi. Il report di Confindustria

Sono sempre loro, i tecnici, a farsi sentire. Nel giorno in cui l'Italia mette la firma sulla lettera di risposta all'Europa in cui conferma la bontà delle proprie previsioni sui conti pubblici, arriva il nuovo altolà di Confindustria. A onor del vero non è la prima volta che gli industriali si scagliano contro la manovra, rea di portare in seno…

libia, petrolio

L'Italia, l'Europa e la Russia. Il rebus del gas aspettando il Tap

L'energia è l'arma più forte. E la Russia lo sa bene, visto che è il primo produttore di gas al mondo, praticamente il fornitore globale di gas. Ma tutto questo ha un prezzo, per chi lo compra e per chi lo vende. L'Europa, per esempio, ha un problema e cioè la dipendenza energetica dalla Russia. Se Mosca un giorno dovesse…

infocamere, mezzogiorno, industria, sud

La crescita parte dal sud. Ecco il report Infocamere sulle imprese in Italia

Il Mezzogiorno traina il tessuto imprenditoriale dell’Italia. Secondo gli ultimi dati del terzo trimestre dell’anno, preso in considerazione da Unioncamere e Infocamere, la crescita parte proprio dal sud del Paese, con la registrazione di 64.211nuove imprese alle Camere di commercio del Paese (5.500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2017) e 51.758 chiusure di imprese esistenti (2mila in più…

Obiettivi e retroscena del progetto in Libia di Bp ed Eni

Mustafa Sanalla, numero uno di Noc, vede all'orizzonte il superamento della media produttiva di greggio di 1 milione di barili al giorno nonostante le sfide della sicurezza locale. IL RUOLO DELLA NOC L'accordo è la prova della fiducia che due delle principali major petrolifere hanno nel Noc e nelle prospettive produttive della Libia, ha detto Sanalla, mettendo l'accento sui riverberi…

cina

La cooperazione italo-cinese al tempo della Belt and road

Nonostante le tante criticità, dettate soprattutto da una crescente contrapposizione tra Washington e Pechino, la cooperazione tra Italia e Cina pare voler proseguire e intensificarsi. Del tema si è discusso nella conferenza - svoltasi secondo le regole Chatham House - dal titolo “Smart Belt and Road: how innovation can boost China and Italy cooperation”, organizzata dal CeSI insieme all’ambasciata della…

stati uniti

Fra Stati Uniti ed Europa c'è la Russia. Come risolvere il rebus?

Non è facile inquadrare la scelta del Presidente americano Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dal trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) per la proliferazione missilistica con la Russia siglato nel dicembre 1986 da Michail Gorbačëv e Ronald Reagan. Strappi e ricuciture con il Cremlino si sono susseguiti a intermittenza da quando il Tycoon ha preso posto nello Studio…

Tra manager e governo non è tempo di luna di miele. Ecco perché

Forse, a forza di parlare di reddito di cittadinanza e assalto alla Fornero, ci si è un po' dimenticati che il sale dell'economia è nelle piccole cose. Magari, chissà, nelle piccole imprese che da questa manovra forse si aspettavano qualcosa in più. Un taglio fiscale mai arrivato e una spintarella all'innovazione. Niente di tutto questo, almeno secondo i dirigenti di…

×

Iscriviti alla newsletter