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A differenza di molti altri, europei e comodi nella loro vita quotidiana, padre Jacques Mourad avrebbe molti motivi per temere l’Islam. Non sono passati molti anni da quando è stato sequestrato per cinque mesi dall’Isis, trasferito dai sequestratori dalla Siria centrale attraverso il deserto, dove ha passato interi giorni digiuno, fino a Raqqa. E poi, riportato nel suo villaggio, sotto sequestro con tutti i suoi parrocchiani, è riuscito in modo rocambolesco a far fuggire tutti. Eppure quella terribile esperienza non gli impedisce di dare una lettura di questa settimana dedicata alla preghiera per l’unità dei cristiani molto diversa da quella che oggi appare prevalente.

“Ogni sfida della vita andrebbe capita come un’opportunità che ci viene offerta da Dio. Così come non domandarci cosa ci dica il Signore con questo incredibile flusso di migranti verso le coste europee, che si protrae ormai da anni? A me sembra evidente che ci dica che un tempo i missionari, come tutti sappiamo, partivano per evangelizzare terre lontane, e l’Islam appariva il nemico. Oggi tantissimo musulmani fuggono da quelle terre per cercare scampo da noi, chiedendoci aiuto, soccorso, chiedendoci di essere dissetati, sfamati, di potersi costruire una vita. Dunque il messaggio a me sembra chiaro: è come se Dio ci invitasse a rievangelizzare l’Europa accogliendo i nostri fratelli e in particolare offrendo ai musulmani la testimonianza di quel Dio che si vuole presente nelle radici di questo continente. Questo lo potremmo e dovremmo fare tutti insieme, tutti i cristiani, perché si tratta di una condotta di vita, di un’unità tra di noi non teorica, ma concreta, quella che nessuno di noi cristiani può mettere in dubbio, perché si tratta semplicemente di quel che ci viene chiesto nel Vangelo, nel famoso discorso delle Beatitudini. Chi non ricorda Matteo 5? «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli». Essere cristiani è questo, non altro, essere cristiani vuol dire vivere così. E allora se facessimo questo tutti insieme saremmo già all’unità dei cristiani per la quale preghiamo da tantissimi anni, dimostrando però difficoltà a capire che cosa significhi, cosa sia”.

Eppure le Chiese restano divise, spesso in conflitto. “I tempi cambiano, e l’uomo con loro. Un tempo il mondo era fatto da grandi tribù e le Chiese non potevano che seguire quelle linee di divisione e dividersi. Ma l’unità dei cristiani non si fa disputando di questioni cristologiche, o teologiche. L’unità dei cristiani si fa prendendo atto che l’unità dei cristiani si fa unendosi nel cuore di Cristo, stando tutti nel suo cuore. E il discorso della Beatitudine è la strada che ci porta nel cuore di Cristo. Allora capiremo che le Chiese si sono divise su linee passate, ma oggi per unirsi non devono ridursi a una sola, anzi! La Chiesa è come un giardino: in un giardino ci sono tantissimi fiori diversi, e proprio queste diversità, questi diversi colori, lo rendono più bello, più affascinante: ma tutti capiscono, tutti sanno, che è un giardino solo. La Chiesa di Cristo è un giardino”.

Se si tiene conto che in passato le novità ecclesiali, ad esempio i capitoli dei grandi ordini religiosi, prepararono o introdussero grandi novità politiche, nel caso specifico la nascita dei Parlamenti, si ha l’impressione che l’unità dei cristiani sul modello del giardino di cui parla padre Jacques Mourad, e così simile al poliedro di cui parla Papa Francesco, potrebbe prefigurare una nuova globalizzazione, non più uniformante, ma rispettosa delle differenze. Resta però che il suo discorso mentre da un lato affascina, dall’altro appare teorico, astratto. Tutto sommato i musulmani non rifiutano Cristo, non dicono che Gesù è solo un profeta come tantissimi altri, superato da Maometto, il sigillo dei profeti? “Nel Corano Gesù è definito ‘parola di verità’, non solo, nella stessa sura è definito ‘spirito di verità’. Sono parole del Corano, non mi risulta che l’Islam rifiuti il Corano.” E detto da uno che è stato sequestrato dall’Isis fa una certa impressione.

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