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Anche da Genova e dalla Liguria eravamo in tanti ieri a Torino per dire sì. Sì al futuro, alle infrastrutture, al lavoro. E sì all’onestà e alla responsabilità con cui la politica deve perseguire questi obiettivi. Perché non è restando immobili e rifiutando ogni progetto che sì può rispondere concretamente alle esigenze dei cittadini.

Il capoluogo piemontese ha visto migliaia di cittadini, rappresentanti del mondo politico, culturale, produttivo, del lavoro scegliere di scendere insieme in piazza un sabato mattina per il bene del Nord Ovest e del Paese. Ed è proprio la connessione l’arma vincente per il Nord Ovest nella sfida delle produzioni e dei commerci internazionali.

Tutto passa dal nodo infrastrutture, senza le quali è impensabile qualsiasi ipotesi di crescita e futuro. Lo dobbiamo dire chiaramente: le nostre città non possono correre il rischio isolamento. Lo sappiamo bene a Genova, purtroppo da diversi mesi al centro delle cronache e della politica nazionale a causa del crollo del Ponte Morandi. Questa tragedia ci dimostra ogni giorno l’imprescindibile necessità per i cittadini, il mondo del lavoro e dei commerci di poter contare su infrastrutture moderne ed efficienti.

E invece ci troviamo di fronte al paradosso di un governo che mette in discussione un’opera strategica, già finanziata e con i cantieri già avviati come il Terzo Valico e ripropone il tema delle analisi costi-benefici, già ampiamente superato nella realtà. I 5Stelle rimangono fermi nelle loro posizioni ideologiche e la Lega, per difendere la poltrona a Roma, non si oppone.

Il Partito democratico ha sostenuto, e dimostrato con progetti e finanziamenti certi quando è stato al governo, le grandi infrastrutture. E sta continuando a farlo. Proprio nel Decreto Genova, che è servito ai giallo-verdi per sistemare ben altre partite come quella dell’abusivismo edilizio a Ischia, abbiamo chiesto di inserire Gronda e Terzo Valico, sottolineandone la strategicità, ma ci siamo dovuti scontrare contro il muro del governo: i nostri ordini del giorno sono stati respinti e addirittura è emersa l’assurda possibilità che la maggioranza di governo possa barattare il sì al Terzo Valico, opera realizzata al 30% e con risorse già deliberate dal Cipe, con il no alla Gronda.

Un ragionamento di questo tipo, oltre che sconsiderato, è inaccettabile e offensivo verso il nostro territorio e l’intero Nord Ovest. Ecco perché oggi più che mai è fondamentale l’alleanza di tutte le forze politiche, sociali ed economiche di questi territori per far fronte comune contro il pericolo di decrescita infelice a cui ci espongono le assurde prese di posizione dei gialloverdi.

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