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Passa da Roma e dal Lazio il processo di espansione territoriale della Lega, che dopo essere diventata un partito nazionale a tutti gli effetti ora mira a far lievitare i propri consensi nel Centro e nel Sud Italia in vista delle prossime europee. Macinando voti anche ai danni degli alleati di governo del MoVimento 5 Stelle – come emerge peraltro chiaramente anche dalle ultime rilevazioni – da tradizione radicati soprattutto nell’Italia centrale e meridionale. “È un percorso iniziato da più di due anni, da quando presentammo le liste nel Lazio alle elezioni comunali del 2016”, ha ricordato il deputato e coordinatore regionale della Lega Francesco Zicchieri, tra i primissimi ad aderire al progetto nazionale di Matteo Salvini (al quale è considerato molto vicino). In quell’occasione l’ormai ex Carroccio si presentò solamente in tre comuni: a Roma – dove prese il 2,5% dei voti -, a Latina e a Terracina, dove lo stesso Zicchieri venne eletto in consiglio comunale.

Quasi una vita fa, se si considera cos’è accaduto nel frattempo: il 16% ottenuto nel Lazio alle ultime politiche – con l’elezione di sette deputati e di quattro senatori, tra cui pure la presidente della commissione Attività produttive Barbara Saltamartini e il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (altro punto di riferimento di Salvini nella regione) – e l’oltre 9% delle regionali, che ha portato in consiglio quattro leghisti (ma uno nel frattempo è passato al gruppo Misto). Una crescita finora praticamente inarrestabile, le cui ragioni principali, ad avviso di Zicchieri, sono da rintracciare “nella radicata presenza sul territorio e nel costante contatto con i cittadini”. Per questo – ha aggiunto il deputato – “continuano ad avvicinarsi a noi associazioni, categorie e amministratori territoriali”. Com’è successo a fine luglio, con il passaggio da Fratelli d’Italia alla Lega di numerosi politici del territorio, alcuni dei quali fortemente radicati nel Lazio in termini di presenza e di consensi. È il caso, ad esempio, dell’ex presidente romano di Azione giovani ed ex consigliere provinciale Federico Iadicicco e dell’ex consigliere comunale e regionale Fabrizio Santori. E di Maurizio Politi, oggi primo storico esponente leghista in Campidoglio. “Ma noi non siamo un partito né di destra né di sinistra”, ha sottolineato Zicchieri, che poi ha aggiunto: “Il nostro obiettivo è incarnare la politica del fare: essere a contatto con i cittadini, ascoltarli e provare a risolvere i loro problemi”. Nessun imbarazzo poi – ha confermato il deputato leghista – nel far parte di un partito che una volta si identificava nel motto “Roma ladrona”: “Quella Lega non c’è più, oggi ce n’è un’altra completamente diversa”.

Appunto la Lega nazionale di Salvini, che domani pomeriggio sarà a Latina in occasione delle prima festa leghista nel Lazio. “Come per tutte le prime volte ci sono entusiasmo ed emozione”, ha raccontato ancora Zicchieri: “I militanti avranno l’occasione di stare insieme tutto il giorno e di confrontarsi in tavole tematiche che riguarderanno sia la politica nazionale che locale. Poi la grande chiusura con Salvini”. Che, ovviamente, tornerà a dire la sua anche sull’amministrazione romana di Virginia Raggi, già bocciata dal leader della Lega qualche giorno fa ad Atreju ospite di Giorgia Meloni. “Nessun dubbio: poteva e doveva fare di più”, ha ribadito Zicchieri, che poi ha polemizzato pure con Nicola Zingaretti: “Invece di pensare alla segreteria del Pd si concentri sui cittadini del Lazio. Questa regione ha bisogno di un presidente pienamente operativo”.

Ecco come la Lega si sta organizzando a Roma e nel Lazio (anche in vista delle europee)

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