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Tim alza il velo sul suo futuro con un piano industriale che guarda al 2021. Il piano approvato dopo sette ore di cda, con due astensioni, è stato presentato dall’ad Luigi Gubitosi. La strategia delineata rappresenta una discontinuità con il passato e si concentra sull’Execution come elemento chiave della trasformazione organica di Tim, contestualmente ad iniziative su opzioni strategiche in grado di liberare valore.

I TARGET

In particolare il piano di Tim prevede ricavi di gruppo organici da servizi in leggera riduzione (low single-digit) nel 2019, mentre una crescita (low single-digit) è prevista sia nel 2020 sia nel 2021. Inoltre l’ebitda organico di gruppo è previsto in leggera riduzione (low single-digit) nel 2019, mentre una crescita (low single-digit) è prevista sia nel 2020 sia nel 2021.

IL NODO DELLA RETE

Al centro della discussione è, ancora una volta, il nodo della separazione della rete, dossier caro a Elliott ma su cui l’amministratore delegato Gubitosi si sta muovendo con molta prudenza. Tutta da costruire, in quest’ottica, la collaborazione con Open Fiber, mentre la salita della Cassa depositi e prestiti nell’azionariato – ha superato il 5% e punta al 10% – potrebbe precludere a una ricomposizione del cda. Al tavolo con Open Fiber sulla rete, Tim esplora “tutte le opzioni possibili, inclusa una completa combinazione societaria” sottolinea la società in una nota. Tim “crede nell’opportunità di creare valore che può portare la rete unica e prosegue il lavoro con i propri advisor finanziari per esplorare l’opportunità di una rete unica e massimizzare il valore dell’infrastruttura di rete fissa di Tim”.

LA COLLABORAZIONE CON VODAFONE

Il gruppo tlc ha scoperto le carte anche sulla collaborazione con lo storico rivale, Vodafone, nel campo del 5G. I due gruppi “intendono avviare una partnership per la condivisione della componente attiva della rete 5G, valutare la condivisone degli apparati attivi della rete 4G e ampliare l’attuale accordo di condivisione passiva”. Inoltre valutano “l’aggregazione in un’unica entità delle rispettive infrastrutture passive, per un totale di 22mila torri in Italia”. Il progetto di condivisione della rete attiva “consentirebbe uno sviluppo congiunto dell’infrastruttura 5G e una più rapida implementazione della tecnologia su un’area geografica più ampia e ad un costo inferiore”.

CONTI IN ROSSO

Il 2018 di Tim si è comunque chiuso con una perdita di 1,411 miliardi “scontando la svalutazione per 2,59 miliardi: dopo i 2 miliardi già svalutati a settembre in sede di bilancio annuale è stato ripetuto l’esercizio di impairment test ed è stata rilevata una svalutazione addizionale di 450 milioni di euro su Core Domestic, portando la svalutazione complessiva dell’esercizio 2018 a 2.450 milioni di euro e di 140 milioni attribuito ad International Wholesale”. I ricavi confrontabili dell’esercizio 2018, a parità di principi contabili, ammontano a 19,1 miliardi in calo del 3,6%.

LA GUERRA ELLIOTT-VIVENDI

Resta fragile l’assetto della governance, un nodo che potrebbe essere sciolto durante l’assemblea del 29 marzo che all’ordine del giorno ha la richiesta di revoca da parte di Vivendi di 5 consiglieri (tra cui il presidente Fulvio Conti) sostenuti da Elliott. Secondo indiscrezioni di stampa Cdp, che oggi ha ufficializzato la salita sopra il 5% (dal 4,262% al 5,031%) ma che potrebbe arrivare fino al 10%, potrebbe chiedere fino a tre posti in cda.

IL FRONTE BRASILIANO

Un’altra partita è quella brasiliana. Con la controllata Tim Brasil, il gruppo tlc punta ad aumentare significativamente i clienti nel Mobile post-paid dal 36% al 50% circa della base clienti e incrementare i ricavi B2B al 25% rispetto al piano. L’UBB fissa residenziale è prevista a quota 1,2 milioni di clienti Fibra.

LA QUESTIONE SPARKLE

Ancora Tim prevede che “tutte le business unit ricopriranno un ruolo chiave per il conseguimento dei principali obiettivi” del business plan. Tra le azioni indicate il rilancio di Sparkle “sotto una nuova guida, aumentando la presenza di infrastrutture crescendo nell’enterprise networking e nel cloud”. Su questo fronte la società precisa inoltre che verranno valutate partnership per accelerare la crescita e avere più opzioni strategiche. Per quanto riguarda il capitolo Inwit, Tim spiega che punta a “rafforzare organicamente la propria leadership con un incremento dei clienti, nuovi torri e un’infrastruttura di prossima generazione (5G) che potrà ora far leva sulla possibile aggregazione con Vodafone”.

LA CESSIONE DI PERSIDERA
Un ultima operazione riguarda la cessione di Persidera, la società dei multiplex. Tim ha fatto sapere di avere ricevuto un’ulteriore offerta non vincolante e di avere avviato una trattativa esclusiva

 

 

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