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Non è possibile che ci sia una sola mano dietro l’empasse che ha fatto andare sotto la maggioranza ieri alla Camera su un emendamento al ddl Anticorruzione. A crederlo è il professore Aldo Giannuli, secondo cui seppure una parte dei voti mancanti siano da ricondurre certamente alla Lega, con cui M5S sta facendo una prova di forza su diversi provvedimenti, il margine di scarto è troppo alto per pensare che sia stato un atto dimostrativo della Lega.

Come hanno ricostruito le cronache della serata di ieri, il misfatto si è consumato durante il voto segreto sull’emendamento proposto da Catello Vitiello, ex parlamentare 5 Stelle ora nel Gruppo Misto, un emendamento che ripropone un ammorbidimento del reato di abuso d’ufficio e di peculato, presente tra le proposte di emendamenti a firma leghista, poi ritirati. L’emendamento è passato con 284 voti favorevoli e 239 contrari, ma a pesare sull’esito del voto sono state anche le assenze, che sono state 59.

“Sarebbe interessante andare a vedere i nomi di chi ieri non era presente alla votazione”, spiega Giannuli a Formiche.net, “ma secondo me le mani sono tante. Sicuramente – aggiunge – c’è una componente della Lega, sicuramente forse qualche fichiano che intende far saltare il banco per non votare il decreto sicurezza”, eppure lo scarto risulta essere comunque molto grande.

Secondo alcune voci, ad essere rilevante è anche il nome di chi l’emendamento lo ha proposto. Vitiello, eletto con il Movimento 5 Stelle alla Camera, è stato espulso dal Movimento dopo la scoperta della sua appartenenza, seppure in passato, alla loggia massonica napoletana Sfinge, aderente al Grande Oriente d’Italia. Il dubbio, secondo i rumors, sarebbe sulla possibile presenza, all’interno del Movimento, di altri esponenti dormienti della massoneria, i cui voti si sarebbero sommati, ieri, a quelli della Lega e dei “dissidenti” di M5S.

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