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Mentre la Difesa europea procede spedita, il dossier migratorio rischia ancora di aumentare le distanze tra le capitali del Vecchio continente. E così, il vertice di Bucarest dei ministri della Difesa dell’Unione europea si è concentrato con particolare attenzione sul tema della missione EuNavForMed, operazione Sophia, la stessa che da tempo fa discutere anche all’interno dei nostri confini. Il ministro italiano Elisabetta Trenta spera che la recente proroga trimestrale permetta di creare un dialogo costruttivo, ma le posizioni restano divergenti.

IL MESSAGGIO DELLA TRENTA

Già a fine agosto, a Vienna, la titolare di palazzo Baracchini era stata costretta a incassare il “no” dei colleghi europei sulla proposta italiana, relativa alla rotazione dei porti di sbarco, alla prevalenza del principio dell’area Sar (ricerca e soccorso) e alla creazione di un’unità di coordinamento gestita dall’agenzia Frontex. Da allora, le distanze non si sono appianate, ma a fine dicembre il comune intento di trovare una soluzione condivisa hanno permesso di trovare accordo sulla proroga di tre mesi. Tale scelta, ha spiegato la Trenta “può essere un’opportunità per trovare soluzioni sull’evoluzione dell’operazione Sophia e su come possiamo ampliarne i benefici”. D’altra parte, si legge nella nota di palazzo Baracchini sul vertice, l’operazione “può ancor di più diventare uno strumento indispensabile di sicurezza nel Mediterraneo e di stabilizzazione della Libia, anche attraverso il potenziamento delle attività di capacity building a favore della Guardia costiera libica”.

LA STRADA PER UN ACCORDO

“Credo che l’investimento che abbiamo fatto con Sophia – ha detto ai colleghi europei il ministro italiano – sia un investimento strategico per la sicurezza di tutta l’Europa”. Difatti, ha aggiunto, “se l’operazione nel tempo ha acquisito la capacità di adattare flessibilmente i propri compiti e strumenti alle sfide concrete, questo sia un valore aggiunto da riconoscere”. L’impressione è che le resistenze siano ancora molte, come di recente testimoniato dall’annunciata intenzione tedesca di non rinnovare la propria partecipazione.

GLI ALTRI TEMI SUL TAVOLO

Sul tavolo della riunione di Bucarest, svoltasi in occasione del semestre di presidenza europea della Romania, non c’era però solo l’operazione Sophia. I dossier affrontati hanno compreso “gli sviluppi della difesa europea e coerenza delle molteplici iniziative Ue in tema, e le implicazioni dell’innovazione tecnologica nel settore difesa, con particolare riferimento al tema dell’Intelligenza artificiale. Il fronte della difesa comune è sicuramente quello più caldo, con la proposta di regolamento che istituisce il Fondo europeo della Difesa (Edf) ormai entrata nel vivo, cioè nel “trialogue” che coinvolge le maggiori istituzioni comunitarie.

LA DIFESA EUROPEA

Il progetto di Bruxelles prevede di destinare ai programmi di ricerca e capacità 13 miliardi di euro dal bilancio Ue nel periodo 2021-2027. Risorse che saranno impiegate soprattutto in formula di co-finanziamento. Per questo, oltre alla capacità di orientare le negoziazioni su regole che siano favorevoli agli interessi italiani (cosa che l’Italia ha già fatto sulle due fasi embrionali del progetto, Padr ed Edidp), servirà anche la necessaria forza di investimento. Gli altri grandi europei hanno già manifestato le proprie ambizioni, a partire da Francia e Germania, ormai entrate nell’ottica di un asse bilaterale che possa farla da padrona. Nonostante tutte le rassicurazioni arrivate da Angela Merkel ed Emmanuel Macron, il recente trattato di Aquisgrana ha alimentato più di qualche timore nel nostro Paese.

ALLA RICERCA DI SPONDE

Avrà parlato sicuramente anche di questo il sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi nel recente viaggio a Berlino, alla ricerca di “possibili convergenze” su temi di eventuale collaborazione. Parallelamente, l’Italia cerca di rafforzare il rapporto con l’alleato d’oltreoceano, e qui va annoverata la missione Usa dell’altro sottosegretario Angelo Tofalo. Nello stesso solco sono probabilmente da inserire i colloqui bilaterali che la Trenta ha avuto a margine del vertice ministeriale di Bucarest, sia con l’omologo romeno Gabriel-Beniamin Leş, sia con quello portoghese João Titterington Gomes Cravinho. Tra i temi trattati, spiega il ministero, “il rafforzamento della Politica di sicurezza e difesa comune, la cooperazione bilaterale in ambito Difesa, operazione Sophia e missioni internazionali”.

“DONNE PACE E SICUREZZA”

Infine, in occasione del vertice in Romania, l’Italia ha sostenuto anche il Piano d’azione nazionale per l’implementazione della Risoluzione 1325 (2000) dell’Onu, relativa attuazione dell’agenda “Donne, pace e sicurezza”, la policy di “tolleranza zero” e il progetto di incrementare la presenza femminile nei contingenti militari internazionali.

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