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“Gli Stati Uniti condannano l’illegittima usurpazione del potere di #Maduro e sollecitano coloro che sostengono il regime venezuelano, incluse le forze di sicurezza che hanno giurato di appoggiare la costituzione, di fermare la repressione e la corruzione. Il momento è ORA per un ritorno alla democrazia a #Venezuela”.

Con queste parole pubblicate su Twitter il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha insistito nella pressione contro il regime di Nicolás Maduro, insediato ieri a Caracas per un secondo mandato fino al 2025.

Robert Palladino, portavoce di Pompeo, ha riferito la telefonata del segretario di Stato con Juan Guaido, “congratulandosi con lui per il suo giuramento come nuovo presidente dell’Assemblea nazionale del Venezuela e rafforzato l’impegno statunitense nei confronti dell’Assemblea nazionale, l’unica legittima e ultima istituzione eletta democraticamente in Venezuela”.

In un comunicato ufficiale, il Dipartimento di Stato americano ha confermato che non riconosce la legittimità del nuovo governo di Maduro, e annuncia ulteriori pressioni su quello che considera una “dittatura” e un “governo corrotto”. “Continueremo – si legge nel documento – a sostenere il popolo venezuelano, usando il peso del nostro Paese, il potere economico e diplomatico per ripristinare la democrazia”. Per gli Stati Uniti, l’unica istituzione legittima, eletta dal popolo, è l’Assemblea nazionale. “Abbiamo implementato, e continueremo a farlo, revoche a visti e altri limitazioni contro funzionari del governo venezuelano e i loro famigliari”. Ugualmente, il consigliere di Sicurezza nazionale, John Bolton, ha scritto – sempre su Twitter – che gli “Stati Uniti non riconosceranno l’insediamento illegittimo della dittatura di Maduro. Continueremo ad aumentare la pressione contro il regime corrotto, sostenendo la democratica Assemblea nazionale e chiedendo democrazia e libertà per il Venezuela”.

Dopo la fine dei rapporti diplomatici tra Paraguay e Venezuela, è arrivata anche la posizione del Brasile. Il governo di Jair Bolsonaro, insediato il 1° gennaio, ha dichiarato illegittimo il nuovo mandato di Maduro, confermando invece il sostegno all’Assemblea nazionale. Bolsonaro considera il governo di Maduro una “dittatura” ed è impegnato nel restauro dello Stato di diritto del Venezuela. “Ci coordineremo con tutti i protagonisti – ha dichiarato il governo di Brasilia – a favore della libertà del popolo venezuelano”.

Chi invece ribadisce il sostegno al regime di Maduro è la Russia, che punta il dito contro Washington che, a suo dire, attenta alla sovranità del Paese sudamericano. “La svergognata politica degli Usa, che punta sulla creazione anticostituzionale di strutture alternative in Venezuela […] è un aperto tentativo contro la sovranità venezuelana”, secondo il ministero di Affari esteri russo.

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