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La data è fissata: 29 settembre 2018. Partirà allora il primo satellite argentino SaoCom, dotato dell’innovativa banda L che arricchirà la conoscenza sullo spettro informativo della Terra dallo Spazio. Con il gemello che dovrebbe raggiungerlo l’anno prossimo, il SaoCom 1A andrà a formare Siasge, la costellazione italo-argentina che ad ora può già contare sui quattro satelliti di Cosmo-SkyMed, il sistema duale, unico al mondo e completamente made in Italy, dedicato all’osservazione della Terra. Il programma è il frutto della storica collaborazione tra Italia e Argentina.

LE PAROLE DI MACRI

L’atteso annuncio sulla data di lancio è arrivato direttamente dalla Casa Rosada dal presidente Mauricio Macri: “È il risultato di un grande lavoro di squadra, del settore pubblico e privato. Annunciamo non solo il lancio di questo satellite, ma anche che cosa possiamo fare”. Il SaoCom, ha aggiunto Macri, “ci darà informazioni che ci permetteranno di migliorare la nostra competitività; permetterà il monitoraggio delle opere infrastrutturali, il controllo delle frontiere e la sicurezza”. Il satellite partirà dalla base statunitense di Vandenberg, in Florida, a bordo del razzo Falcon 9 di SpaceX, l’azienda guidata dal visionario Elon Musk.

LA COLLABORAZIONE ITALO-ARGENTINA

La notizia coinvolge anche il nostro Paese, in virtù dell’accordo che nel 1992 ha individuato nell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e nella Commissione argentina per le attività spaziali (Conae), gli enti pubblici abilitati a realizzare la cooperazione in campo spaziale a livello bilaterale. Nonostante l’accordo sia ormai scaduto e necessiti di un rinnovo su cui l’Asi è già al lavoro con la controparte sudamericana, la collaborazione italo-argentina è più viva che mai. Con l’agenzia guidata oggi da Roberto Battiston, l’Italia ha preso parte a tutte le missioni di Buenos Aires, fino al programma attuale, quello più rilevante, il Sistema italo-argentino di satelliti per la gestione delle emergenze ambientali e lo sviluppo economico (Siasge), frutto degli accordi del 2005, 2008 e 2010.

IL PROGRAMMA SIASGE

Come spiega Gabriella Arrigo, responsabile Relazioni internazionali dell’Asi e vice presidente della Federazione internazionale astronautica (Iaf), il Sistema in questione “nasce dalla comune volontà dei due Paesi di sviluppare un sistema operativamente integrato e inter-operabile, unico al mondo, per la gestione e la prevenzione delle grandi emergenze naturali e ambientali, utilizzando la tecnologia radar: la banda X del sistema italiano (ad uso duale) Cosmo-SkyMed, e la banda L del sistema argentino SaoCom, con un piano congiunto di orbite, angoli di osservazione e tempi di rivisitazione”. L’obiettivo finale del progetto, aggiunge l’esperta, è “l’integrazione dei dati e delle applicazioni derivanti dalle due costellazioni satellitari”. Tra l’altro, la lettera di intenti del maggio del 2016 già prevede l’estensione della collaborazione su Siasge II, che sarà costituito dalle seconde generazioni delle due costellazioni nazionali. Tutto questo è stato ulteriormente consolidato a maggio dello scorso anno, durante la visita in Argentina del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

IL RUOLO ITALIANO

Nello specifico, la cooperazione si basa su uno scambio di servizi e informazioni. L’Asi, nota ancora Arrigo, contribuisce alla realizzazione dei satelliti argentini, offre i dati del sistema Cosmo-SkyMed e mette a disposizione la base di Matera. In cambio, Conae mette a disposizione l’uso dei dati del sistema SaoCom, la base di Cordoba e l’uso esclusivo dei dati SaoCom su aeree geografiche stabilite (Europa) o in fase di definizione. Importante il contributo dell’industria italiana, che partecipa “al progetto sotto contratto Asi”. In prima fila ci sono le due joint venture del campione nazionale Leonardo, Thales Alenia Space e Telespazio, con al seguito una serie di piccole e medie imprese.

L’INTERESSE PER LA BANDA L

“Il Sistema nel suo complesso – rimarca Arrigo – è unico al mondo per sfida tecnologica, utilizzo dei dati, vasta quantità di applicazioni satellitari da utilizzare in Italia, in Europa, in Argentina, in l’America Latina e in tutto il resto del mondo”. Lo dimostra uno studio congiunto Asi-Conae, secondo cui “l”integrazione delle due bande raggiunge circa il 78% delle possibili applicazioni spaziali utilizzando le bande X, L e X+L”. Tutto questo doterà l’Italia di competenze importanti che potranno essere spese anche in altri programmi, in particolar modo in quelli europei. Una futura missione di Copernicus (il sistema europeo per l’osservazione della Terra) potrebbe basarsi proprio sulla banda L, e il nostro Paese (aveva notato anche Battiston) è pronto ad assumerne un ruolo di leadership proprio grazie all’eredità del programma Siasge.

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