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Quattro nuovi ordini per l’aereo da trasporto executive Avanti EVO nei primi mesi dell’anno e una strategia industriale che punta alla crescita. È quanto annunciato dall’ad Renato Vaghi per Piaggio Aerospace, l’azienda aeronautica ligure di proprietà del fondo emiratino Mubadala che da tempo discute la cessione dei diritti di proprietà intellettuale e di produzione del velivolo. Il manager è intervenuto all’Ebace 2018, la conferenza dedicata alla business aviation, in scena da oggi al prossimo giovedì a Genova, per illustrare gli obiettivi di sviluppo della società.

LE PAROLE DI VAGHI

“Abbiamo registrato quattro nuovi ordini dell’Avanti EVO nei primi mesi del 2018, e l’accelerazione delle vendite continua”, ha detto Vaghi nel corso della conferenza stampa. “Forti di una nuova stabilità finanziaria – ha aggiunto – vogliamo puntare sui velivoli, facendo leva su una rinnovata produzione e una nuova strategia di commercializzazione per il P.180 Avanti EVO”. Tra l’altro, ha ricordato l’ad, “nel 2018 celebriamo anche il nostro primo centenario nell’aviazione, puntando sulla nostra storia d’eccellenza per guardare ai nostri prossimi 100 anni”.

GLI OBIETTIVI DI CRESCITA

“Il piano industriale – spiega l’azienda in una nota – pone le basi per la stabilità di lungo termine: rafforzata da una ristrutturazione finanziaria che ha incluso un’iniezione di liquidità da parte dell’azionista pari a 255 milioni di euro, Piaggio Aerospace si concentra sui velivoli mettendoli al centro del programma business aviation, per raggiungere il break-even nel 2019 e utili nel 2021″. L’azienda ligure prevede ha in produzione attualmente 20 velivoli, di 12 sono Avanti EVO (uno è esposto a Ebace 2018) per cui si prevedono otto consegne entro la fine dell’anno. Gli obiettivi sono: “Raggiungere un miglior posizionamento dell’Avanti EVO a livello globale, rilanciare il velivolo nella configurazione Special mission e investire ulteriormente nel Customer service a supporto della flotta mondiale”.

IL LATO MILITARE

Intanto, sul lato militare, il Parlamento sta discutendo nell’ambito dell’esame dello Schema di decreto ministeriale per il programma di acquisto di 20 droni militari P.2HH, realizzati da Piaggio Aerospace insieme al campione nazionale Leonardo. Dopo il ministro della Difesa Roberta Pinotti, qualche settimana fa è stato il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Enzo Vecciarelli a intervenire di fronte alle Commissioni speciali di Camera e Senato per sostenere il programma del valore di 766 milioni di euro. Nel frattempo, la scorsa settimana, la versione precedente del drone militare (il P.1HH) è stata protagonista della prima campagna di volo per sperimentare il controllo satellitare di un velivolo a pilotaggio remoto di classe Male (Medium Altitude Long Endurance). Leonardo, Telespazio e Piaggio Aerospace hanno condotto l’attività utilizzando il secondo prototipo del P.1HH come test bed per lo sviluppo, integrazione e verifica di capacità che abilitino i droni a volare in sicurezza in spazi aerei non segregati fuori dalla copertura radio terrestre (Beyond Radio Line Of Sight). Data la rilevanza strategica dei programmi militari, in merito alla cessione del ramo Evo dell’azienda alla cinese PAC Investment, a ottobre, su proposta del ministro Pinotti, il governo aveva fatto ricorso al golden power.

Piaggio Aerospace, quattro nuovi ordini in attesa del programma per i droni militari

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