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Dopo la riunione del Consiglio europeo, i leader dell’Ue diffondono i piani strategici per il prossimo quinquennio: pace, cooperazione, prosperità sono i valori (fondativi) rilanciati nell’allegato al documento conclusivo del vertice che giovedì 27 giugno ha aperto la strada per un nuovo ciclo di Commissione von der Leyen.

La Russia è individuata come l’attore nemico che “ha riportato la guerra nel nostro continente”, ossia quello che ha scombussolato quei valori fondativi rilanciati. Il Medio Oriente come ambito geostrategico che vive una condizione “drammatica” che dal vicinato rischia di propagare gli effetti nell’Unione. L’ambiente e i cambiamenti climatici come sfida prioritaria, alla pari delle opportunità e dei “potenziali rischi” delle nuove tecnologie – sottinteso: l’intelligenza artificiale, certamente, ma anche altro come il quantum computing.

“Sfide senza precedenti”, dicono i capi di Stato e di governo dell’Unione europea, sulla base delle quali sono stati fissati “obiettivi chiave”. “Saremo all’altezza dell’appello dei fondatori dell’Unione e faremo in modo che la creatività delle nostre risposte sia adeguata alla portata delle sfide che ci attendono”, scrive il Consiglio europeo in un documento in cui cercare un indirizzo profondo, di valori e di visioni, più che elementi pratici e operativi – che purtuttavia non mancano.

Ancora, su questo: “Assumeremo un ruolo guida nell’affrontare le sfide globali, difendendo il diritto e le istituzioni internazionali, una governance globale equa, il multilateralismo inclusivo e la crescita e lo sviluppo sostenibili”. È un passaggio chiaro, che si riferisce a quel mondo – apparentemente sempre più coeso – dell’asse revisionista che sfida l’ordine che da decenni regola il sistema delle dinamiche internazionali; ordine che quell’asse considera troppo occidentecentrico, incontrando vari consensi, anche come scusa per spingere i propri interessi e modelli.

L’agenda è divisa in diversi punti che caratterizzano le macro-tematiche che l’Ue si trova ad affrontare. “Un’Europa libera e democratica” innanzitutto, a proposito di quello scontro tra modelli di governance: difendere i valori all’interno dell’Unione e essere all’altezza di essi a livello mondiale sono i due punti in cui si impegna l’EuCo a nome di tutta l’Ue. Ma poi si passa alla parte proattiva, “Un’Europa forte e sicura”, che passa dal garantire un’azione esterna coerente e influente, tanto quanto rafforzare la “nostra” sicurezza e la difesa, nonché proteggere i “nostri” cittadini, perseguire un approccio globale alla migrazione e alla gestione delle frontiere.

Ma anche prepararsi a un’Unione più grande e più forte – dato che “la nuova realtà geopolitica mette in lice l’importanza dell’allargamento quale investimento geostrategico nella pace, nella sicurezza, nella stabilità e nella prosperità”. Da qui parte la sezione “Un’Europa prospera e competitiva”, dove l’obiettivo individuato sta nel rafforzare la competitività interna – qui “serve un cambiamento radicale”, come annunciava Mario Draghi, incaricato dalla Commissione proprio di lavorare a uno studio sulla politica economica e sulla competitività dell’Ue. Se promuovere un ambiente favorevole all’innovazione e alle imprese è fondamentale per “progredire insieme”, portare a buone fine le transizioni verdi e digitali è il vettore anche per creare tale ecosistema e renderlo riconoscibile anche da coloro che osservano dall’esterno l’Ue.

“Il nostro destino è nelle nostre mani”, scrivono i leader dell’Unione: “Abbiamo il talento, il coraggio e la visione per plasmare con successo il nostro futuro. La presente agenda strategica costituisce il nostro impegno comune a scrivere in modo inequivocabile i nostri cittadini e a realizzare il nostro obiettivo fondante di pace e prosperità”.

Democrazie, prosperità, competizione. Il Consiglio detta l’agenda strategica dell’Unione

“Abbiamo il talento, il coraggio e la visione per plasmare con successo il nostro futuro. La presente agenda strategica costituisce il nostro impegno comune a scrivere in modo inequivocabile i nostri cittadini e a realizzare il nostro obiettivo fondante di pace e prosperità”. I valori democratici cardine dell’agenda strategica Ue per il prossimo quinquennio

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