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Qualcosa si muove. L’agenda istituzionale prevede che il presidente del consiglio incaricato Carlo Cottarelli sciolga negativamente la riserva. Poi, il Capo dello Stato potrà affidare l’incarico (bis) al professor Conte. Sempre che i leader di M5S e Lega trovino la quadra, come pure si dice nei corridoi dei palazzi romani.

Il governo gialloverde potrebbe quindi vedere la luce con una tonalità di nero. Fratelli d’Italia dovrebbe infatti garantire un appoggio esterno astenendosi nel voto di fiducia. La Meloni tuttavia non entrerà nella squadra di governo. Non sarà ministra della Difesa dove la più accreditata resta Elisabetta Trenta, forte della sua esperienza fra l’altro alla Link Campus. La principale novità riguarda il ministero dell’economia per il quale circola dal pomeriggio il nome del professor Giovanni Tria, presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione e professore ordinario di economia politica all’università di Tor Vergata. Per l’economista Paolo Savona – che il collega Tria ben conosce ed apprezza – parrebbe invece destinato il dicastero delle Politiche comunitarie.

Tutto invariato per i leader dei due schieramenti: a Matteo Salvini il ministero degli Interni e a di Maio il super ministero del lavoro e dello Sviluppo economico. Saranno anche vicepremier? Lo scopriremo al Quirinale.

Casella centrale e delicatissima è quella che riguarda la Farnesina. Favorito resta l’ambasciatore Luca Giansanti, particolarmente apprezzato dai pentastellati. Nelle ultime ore crescono però le quotazioni di Enzo Moavero Milanesi, un professore molto apprezzato a Bruxelles. Già giudice di primo grado presso la Corte di giustizia dell’Unione europea in Lussemburgo,  è stato anche ministro per gli Affari Europei nei governi di Mario Monti e di Enrico Letta.

A Palazzo Chigi a supportare operativamente (e politicamente) il professor Conte ci sarà con ogni probabilità Giancarlo Giorgetti, capogruppo alla Camera dei Deputati per la Lega di cui è vicepresidente. La vera cinghia di trasmissione fra presidenza del Consiglio e i ministri (e con il Colle) sarà proprio lui. Il dossier nomine passerà di certo dalle sue mani.

Per il capogruppo al Senato della Lega, Gian Marco Centinaio, si aprirebbero le porte di Palazzo Chigi come ministro del Turismo. Alla Giustizia il nome più accreditato resta invece l’avvocato Alfonso Bonafede, già deputato della Repubblica.

Mentre per gli altri dicasteri non dovrebbero esserci novità di rilievo, uno dei nodi che Conte sciogliere c’è quello relativo all’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica (la figura di direzione politica e di indirizzo della Presidenza del Consiglio dei ministri, nell’ambito delle strutture d’intelligence italiane), per la quale i pentastellati vorrebbero indicare Vito Crimi. Si tratta, tuttavia, di un incarico estremamente delicato, per il quale non è escluso che il premier possa guardare a personalità esperte senza una particolare connotazione politica. L’identikit potrebbe corrispondere al profilo dell’ambasciatore Giampiero Massolo, già direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il Dis.

Nelle prossime ore si scopriranno le carte. Finalmente.

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