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Nella confusione di questi giorni per la definizione della Legge di bilancio e per la lotta tra Lega e Movimento 5 stelle sui fondi da destinare all’una o all’altra riforma, continua incessante l’annuncio del M5s sulla concessione del reddito di cittadinanza dalla prossima primavera. L’ultimo in ordine di tempo è stato Stefano Patuanelli, capogruppo del Movimento al Senato che ipotizza i nuovi centri per l’impiego in aprile. Eppure è lo stesso governo a mettere nero su bianco nella Nota aggiuntiva al Def (qui il documento) che per questa, come per altre 11 materie, sarà necessario un disegno di legge collegato alla Legge di bilancio, i cosiddetti “collegati alla Finanziaria”.

Questo significa, come già alcuni organi di stampa hanno scritto, che i tempi si allungano moltissimo. Anche se incardinato con una corsia preferenziale alla Camera e al Senato, l’iter di un disegno di legge ordinario, che in questo caso non potrà cominciare prima di gennaio e cioè dopo l’approvazione della Legge di bilancio, dura diversi mesi considerando che i lavori delle commissioni vanno solo dal martedì pomeriggio al giovedì mattina, che le polemiche non mancheranno e che saranno possibili rallentamenti per la campagna elettorale delle elezioni amministrative previste in alcune regioni. Patuanelli, invece, è convinto che per la riorganizzazione dei centri per l’impiego saranno sufficienti tre o quattro mesi, che “ad aprile potranno partire i centri per l’impiego” e dunque che il reddito di cittadinanza sarà cosa fatta.

Gli esperti sostengono che, per rendere efficienti i centri per l’impiego, agli attuali 8mila dipendenti vanno aggiunte alcune migliaia di impiegati per i quali, a prescindere dai numeri, serve un concorso pubblico. Il tutto da gennaio ad aprile? È tecnicamente impossibile e prima o poi andrà spiegato agli elettori.

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