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Dai 10,7 miliardi di euro di export verso Mosca del 2013, alla contrazione delle forniture del 12,6% annui nel triennio 2013 – 2016, fino alla crescita delle esportazioni del 19,3% nel 2017. Le perdite economiche delle imprese italiane a causa delle controsanzioni russe si rivelano, consultando i dati ufficiali, minori rispetto a ciò che si temeva. A tre anni dall’inizio della crisi in Ucraina e delle sanzioni alla Russia imposte da diversi Paesi occidentali, tra cui l’Italia, è quindi possibile delineare gli effetti che queste ultime hanno avuto sul mercato del nostro Paese.

Grazie al report dell’Ice, l’Istituto nazionale per il commercio estero, uscito già nel 2016, possiamo tracciare la risposta della Federazione russa all’iniziativa occidentale e le sue conseguenze sull’export italiano. Nel 2014, infatti, Mosca ha imposto delle pesanti restrizioni all’importazione nel Paese di prodotti agroalimentari, come carne, pollame, frutta, formaggi e salumi. Questo ha danneggiato l’export italiano tanto che, come riportato dall’Ice, nel 2015 i numeri dell’esportazioni si sono attestati a 637 milioni di euro, circa il 35,2% in meno rispetto al 2014.

Un danno che, però, dati alla mano, risulta essere minore di quello di altri partner europei. A dicembre 2015, infatti, l’Ice, nel suo rapporto annuale, ha messo in evidenza che i Paesi Bassi hanno subito rispetto all’anno precedente una perdita percentuale di meno 39,7%, la Francia di meno 37,5% e la Spagna di meno 48,4%. Valori che decisamente superano quelli italiani.

Inoltre, l’esportazione italiana delle merci corrispondenti a quelle sottoposte alle controsanzioni russe, ammontava complessivamente, nel 2013, a 202,7 milioni di euro e di queste solo 1,8% corrispondeva all’export totale italiano verso Mosca. Dei circa 202 milioni, dunque, non tutti sono andati persi e l’Italia nel 2017 ha esportato quelle stesse merci per 37,4 milioni di euro. Una stima confermata anche dall’Ice: “Considerando specificamente i prodotti italiani colpiti dall’embargo russo, la flessione delle loro esportazioni complessive ammonta a circa 151 milioni di euro nel biennio 2014-15”, si legge nel suo rapporto annuale per l’anno 2016.

Senza dimenticare che l’export italiano verso la Russia nel 2013, un anno prima delle controsanzioni, ammontava, secondo i dati Istat, a 10,7 miliardi di euro e, dal 2013 al 2016 la contrazione delle forniture verso Mosca a è stata del 12,6% annui con la conseguenza che l’export è cresciuto del 19,3% nel 2017.

D’altra parte, come confermato sempre dall’Ice, alla base della diminuzione dell’export italiano verso Mosca, bisogna considerare anche il “più generale rallentamento delle importazioni – in Russia – anche sui prodotti non toccati dall’embargo”. E, infatti, uno dei principali fattori di rallentamento è stato proprio il crollo dei prezzi mondiali sul petrolio che, in conseguenza, ha causato un calo della capacità di acquisto della popolazione e la svalutazione del rublo.

Quanto è cresciuto l’export italiano nonostante le controsanzioni russe

Dai 10,7 miliardi di euro di export verso Mosca del 2013, alla contrazione delle forniture del 12,6% annui nel triennio 2013 – 2016, fino alla crescita delle esportazioni del 19,3% nel 2017. Le perdite economiche delle imprese italiane a causa delle controsanzioni russe si rivelano, consultando i dati ufficiali, minori rispetto a ciò che si temeva. A tre anni dall’inizio…

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