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L’obiettivo di Angela Merkel per questo summit europeo di fine giugno era quello di salvarsi la testa dalla ghigliottina costruitale internamente. E ci è in parte riuscita. La Csu, partito guidato dal ministro degli Interni Horst Seehofer, ha al momento le mani legate, perché la Cancelliera ha imposto, almeno su un fronte, la sua linea: quella sull’immigrazione secondaria. Se da una parte il partito gemello della Cdu aveva minacciato contromisure nel caso non si fosse arrivati a un accordo per frenare i richiedenti asilo che entrano nel Paese illegalmente, dall’altra Angela Merkel più di quello che ha ottenuto a Buxelles non poteva avere. Arrivata da sconfitta, Merkel se ne è andata ferita ma non morta. Ecco perché, dunque, adesso è la Csu a dover abbassare la testa (e i toni).

COALIZIONE MEDITERRANEO

Il problema della richiesta proveniente dal ricco Land meridionale della Germania, la Baviera, è che se si impone ai richiedenti asilo di non spostarsi in un altro Paese da quello di arrivo e in cui è stata già presentata la domanda di soggiorno, si creerebbe un effetto a catena. Al momento molti migranti, prima di ricevere la risposta, si spostano verso il nord, in Germania, Paesi Bassi e nei paesi scandinavi, tra gli altri. I Paesi che confinano con il Mediterraneo, Italia, Francia, Spagna e Grecia (primi fra gli altri), avrebbero però un carico di migranti di gran lunga maggiore rispetto agli altri, oltre al fatto che potrebbero chiudere non solo i porti ma le frontiere causando problemi seri all’area Schengen. Per questo, poco prima della campanella d’inizio dell’incontro tra i leader europei, finito il mattino successivo, i leader di questi Paesi “caldi” si sono incontrati per discutere sull’apertura di centri di controllo in territorio europeo. Questi devono cercare di dividere i richiedenti asilo dai migranti economici facendo entrare solamente i primi. La salviniana idea di creare hotspot in territorio africano incontra però problemi che interferiscono con il diritto internazionale, quindi per questo si è chiesto anche l’intervento dell’agenzia dei rifugiati dell’Onu. Dunque: perché la Csu può solo abbassare la testa?

COALIZIONE DEI VOLENTEROSI O DEI VOLONTARI?

Perché più di questo, al momento, non si poteva fare. Angela Merkel ha infatti vinto sull’unico fronte in cui poteva fare qualcosa, quello dei “movimenti secondari”. I controlli interni renderanno più difficile per i richiedenti asilo scegliere in quale Paese europeo avanzare la richiesta. Dopo 12 “virulente” ore di dialogo i leader europei hanno infatti stabilito di non innescare quell’effetto domino di chiusura delle frontiere ma di imporre maggiori controlli. L’accordo, seppure in maniera vaga, include una formulazione sui centri di accoglienza. I paesi dell’Ue disposti a istituire i centri tratterebbero tutti i casi di migranti e di richiedenti asilo direttamente sul loro territorio. I secondi spostamenti, quelli per cui Seehofer ha minacciato di far saltare la coalizione che regge dal dopoguerra i governi tedeschi di destra, verranno in questo modo limitati. Merkel ha evitato la ghigliottina. Ma quella “coalizione di volenterosi” cui faceva riferimento si è vista ben poco. Dopo l’Italia, infatti, intanto anche Malta ha deciso di impedire l’uso dei suoi porti alle ong perché, ha scritto il governo in una nota, deve “accertarsi che le operazioni siano conformi alle norme nazionali e internazionali”.

COALIZIONE GERMANIA-SPAGNA-GRECIA

Il governo federale tedesco ha stipulato con la Spagna e la Grecia un accordo per il ritorno dei migranti. I governi di Madrid e Atene si impegnano a ospitare i richiedenti asilo già registrati nei loro Paesi. La cancelliera Merkel lo ha annunciato venerdì nel corso del vertice di Bruxelles. Nella dichiarazione si afferma che i due Stati sono disposti a riprendere i richiedenti asilo che sono stati trovati dalle autorità tedesche al confine tra Germania e Austria.

Merkel, alla vigilia del vertice, si era detta molto preoccupata per gli accordi bilaterali con i singoli Paesi per il rimpatrio dei migranti. Alla vigilia del vertice ha infatti anche parlato con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma senza successo. Per il governo italiano, ha dichiarato Merkel venerdì, la cosiddetta “migrazione primaria” è attualmente più importante.

COALIZIONE INETRNA

La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha quindi imposto la sua linea nella disputa sull’asilo dei migranti con la Csu. Merkel, a seguito del vertice Ue a Bruxelles, ha dichiarato che la Germania dovrebbe agire sempre in maniera “unilaterale, non disordinata”. La leader tedesca ha fatto un chiaro riferimento alla Csu, minacciando a sua volta il ministro degli Interni Seehofer. Alexander Dobrindt, capogruppo dei bavaresi della Csu, ha dichiarato: “Rilevo che, per evitare movimenti secondari, il documento del Consiglio prevede esplicitamente l’adozione di misure nazionali: gli stati membri dovrebbero adottare tutte le misure legislative e amministrative interne necessarie per contrastare questi movimenti migratori e collaborare strettamente tra loro”.

 

 

Ferita, ma viva. Il ritorno di Angela Merkel dal vertice di Bruxelles

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