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Dopo due giornate ad alta tensione per eleggere i presidenti di Camera e Senato è tempo di fare un primo bilancio in vista delle consultazioni al Quirinale. Il centrodestra, moribondo venerdì notte per il voto della Lega ad Anna Maria Bernini, risorto sabato mattina grazie all’accordo con Forza Italia per la candidatura di Elisabetta Casellati a Montecitorio, ritrova un po’ di pace con il ramoscello d’ulivo della domenica delle Palme. Se davvero, come tutti i colonnelli van dicendo, l’intesa fra Di Maio e Salvini non ha nulla a che vedere con la formazione del governo, il centrodestra ora deve cercare i voti per la maggioranza, anche dalle parti del Nazareno. “Sabato abbiamo rotto un tabù” confida a Formiche.net Ignazio La Russa, capogruppo di Fdi a Palazzo Madama, già ministro della Difesa, “abbiamo dimostrato di saper trovare una convergenza anche con i Cinque Stelle”. Il senatore, che nella notte di sabato ha coordinato la delegazione di “caschi blu” (copyright Giorgia Meloni) per riappacificare il centrodestra, non ha dubbi: Mattarella darà l’incarico a Matteo Salvini.

Senatore La Russa, un commento a freddo sull’elezione di Roberto Fico e Elisabetta Casellati alla presidenza di Camera e Senato.

È stato un giusto riconoscimento del voto del 4 marzo. Non credo che la scelta del centrodestra di votare Fico e bocciare Fraccaro abbia a che vedere con una valutazione sulla persona. Mi è sembrata piuttosto una risposta al veto dei Cinque Stelle, francamente insensato, sulla candidatura di Paolo Romani alla presidenza del Senato. Comunque se non ci fosse stata la mediazione di Giorgia Meloni, che non a caso è stata il collante della coalizione durante tutta la campagna elettorale, adesso non ci sarebbe più un centrodestra. Abbiamo scattato una fotografia della scelta degli elettori, è la prima volta da tanto tempo che questo avviene. Per anni il centrosinistra, e a volte anche il centrodestra, ha scelto entrambi i presidenti.

Davvero la partita delle Camere non c’entrava nulla con la strategia per il governo?

Le due strategie non hanno nulla a che vedere, questo è sicuro. Certo, non possiamo escludere che l’elezione dei presidenti delle Camere eserciti una certa influenza psicologica, ma certamente non è una strada che si può automaticamente percorrere per la formazione del governo.

Siete sicuri di riuscire a trovare i voti per un governo di centrodestra? Si tratta di una settantina di deputati..

Sabato abbiamo rotto un tabù. Alla presidenza del Senato abbiamo eletto un nome del centrodestra, dimostrando di saper trovare una convergenza più ampia, anche con i Cinque Stelle. È la prova di quel che ha sempre sostenuto Giorgia Meloni: noi dobbiamo presentare il nostro programma e vedere chi è disponibile per aiutarci ad applicarlo.

Ettore Rosato ha dichiarato che la Meloni non troverà voti nel Pd.

Capisco che Rosato gridi “al lupo al lupo”, ma come tutti sanno non abbiamo avuto bisogno di fare scouting perché il Pd perdesse una parte considerevole dei suoi deputati nella vecchia legislatura a favore di altri gruppi, i dem sono i meno indicati a chiudere le porte. Nessuno vuole andare a caccia di voti né pretendere l’appoggio delle altre forze parlamentari. Se qualcuno vuole dare all’Italia un governo sappia però che gli elettori hanno scelto il centrodestra.

La coalizione però è ben lontana da una maggioranza assoluta.

Ricordo che nel 2013 con il porcellum, con meno voti e un distacco minore rispetto al secondo, il Pd ha governato per cinque anni perché c’era il premio di maggioranza, eppure erano proprio i dem, assieme a Berlusconi, a non volerlo. Fummo noi di Fdi a proporlo con un emendamento a mia firma, oggi forse Salvini e Berlusconi si pentono di non averlo accolto.

La scelta di Salvini di votare la Bernini è stata solo una boutade o una mossa strategica preparata?

È stato un sasso in piccionaia per sbloccare una situazione di stallo, a Salvini va dato il merito di aver smosso le acque. Ha deciso di rischiare la rottura e forse senza la mediazione della Meloni sarebbe davvero andato tutto all’aria. Il calcolo di Salvini però si stava rivelando sbagliato, per fortuna sono arrivati in tempo quelli che Giorgia ha chiamato i “caschi blu del centrodestra”, cioè noi di Fdi.

Certo le divisioni interne al centrodestra non favoriscono Salvini per l’incarico esplorativo…

Il presidente Mattarella non ha regole, darà l’incarico a chi ha più chances di costituire un governo. Se non ci sono differenze sostanziali la prassi vuole che l’incarico esplorativo sia affidato a chi ha il maggior numero di consensi. A meno che qualcuno non si presenti al Quirinale con i numeri per un governo, cosa che alle attuali condizioni escludo, credo che Mattarella partirà proprio da Matteo Salvini.

Per trovare i voti nel Pd dovrete arrivare a qualche compromesso. Quali sono i punti del programma non negoziabili?

Mi deve dire quali sono quelli negoziabili, per me non ce ne sono, al massimo si può parlare di proroghe. Le questioni più urgenti rimangono l’abbassamento delle tasse, il cambio di rotta sulla gestione di immigrazione e sicurezza, che in qualche modo sono collegati, il lavoro per le famiglie.

E la legge Fornero?

La legge Fornero va profondamente cambiata, ma farlo un mese prima o dopo non cambia molto.

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