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L’ACCORDO INTESA-CDP

E proprio queste due hanno portato a casa ieri un importante accordo con cui dare manforte alle imprese italiane che vogliono vendere il loro prodotti nel Dragone, la cui economia negli ultimi anni ha mostrato una crescente apertura. Si tratta di un protocollo di intesa tra la banca guidata da Carlo Messina e la Cassavolto a rafforzare il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane in Cina e delle imprese con sede in Cina controllate da realtà italiane.

DUE RUOLI PER UNA MISSION

Più nel dettaglio, l’intesa siglata in Cina al seguito di Tria, prevede l’individuazione di formule con cui soddisfare le esigenze di accesso al credito o di strumenti di co-finanziamento in favore delle imprese italiane in Cina e la promozione, presso le aziende clienti di Intesa SanPaolo, della gamma di prodotti e servizi offerti dal polo unico dell’export e dell’internazionalizzazione Sace-Simest del gruppo Cdp.

SPRINT ALL’EXPORT

Formiche.net ha raggiunto in Cina Alessandro Vitale, responsabile Hub di Hong Kong Divisione Corporate&Investment Banking per Intesa Sanpaolo, per chiedergli il senso e lo scopo dell’accordo in favore delle imprese. “Questa intesa mira a rafforzare la cooperazione tra le due istituzioni nella consapevolezza che l’approccio a un mercato vasto e con sostanziali vincoli regolamentari come quello cinese richiede un’azione coordinata a beneficio dell’intero Sistema Italia”, spiega. “Oggi Intesa SanPaolo è operativamente presente in Cina tramite la filiale di Shanghai che da più di venti anni fornisce supporto ai gruppi italiani che operano nella nazione, dal grande corporate alla piccola impresa, e pertanto offre un’importante piattaforma distributiva per i prodotti Cdp e Sace-Simest, a beneficio degli operatori economici italiani”.

MODELLO REVOLVING

Lo stesso manager spiega il meccanismo alla base dell’accordo. “Cdp è strategicamente impegnata a sostegno delle imprese italiane e contribuirà allo scopo supportando l’accesso delle imprese al credito, nella fattispecie fornendo ad Intesa una provvista di natura revolving (meccanismo per rimborsare a rate la spesa, ndr) per importi fino a 200 milioni, che verrà utilizzata a beneficio delle imprese italiane operanti in Cina. L’operazione è al contempo molto strategica anche per Intesa in quanto permette una diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in ottemperanza a quanto richiesto dalle rigide regolamentazioni locali”.

UN AIUTO ALLE IMPRESE (PICCOLE)

D’altronde le stesse imprese italiane, soprattutto le piccole e medie, vengono spesso tacciate di nanismo, non dotate cioè di un’infrastruttura adeguata a competere nei mercati intercontinentali. Il rimedio però, dice Vitale, c’è. “La collaborazione avviata, la complementarietà dei prodotti offerti, e la recente apertura dell’ufficio di rappresentanza della Sace a Shanghai possono fornire un importante e ulteriore stimolo allo sviluppo dell’export italiano in Cina, mercato che continua a fornire grandi opportunità, sia per l’importante numero di consumatori che rappresenta sia per le percentuali di crescita che continua a esprimere, nei settori industriali come nel retail”.

I DAZI? UN’OPPORTUNITÀ (PER L’ITALIA)

Un passaggio obbligato va fatto però sui dazi, che minano gli interscambi globali. Secondo il manager di Intesa però, la guerra Usa-Cina può addirittura favorire l’Italia. In che modo? “La guerra dei dazi, oggettivamente un ostacolo allo sviluppo delle attività di import-export, può trasformarsi in una opportunità per le aziende italiane operanti in Cina.
I dazi tra Usa e Cina e la conseguente contrazione delle importazioni di prodotti statunitensi possono fornire nuovi sbocchi ai prodotti italiani, considerata anche la percezione da parte del consumatore cinese dell’elevata qualità del made in Italy”.

L’ANALISI DI MESSINA

Un’ultima analisi l’ha fatta lo stesso ceo di Intesa, Messina. “Negli ultimi anni la Repubblica Popolare Cinese ha avviato nuove e ulteriori aperture del proprio mercato alle imprese e ai capitali stranieri, a partire dalla Belt and Road Initiative, il corridoio commerciale meglio conosciuto come la Nuova Via della Seta. Il Paese continua a crescere in maniera importante, registrando un Pil annuo superiore al 6%. Nel 2017 la quota degli scambi commerciali con la Cina sul totale complessivo italiano è stata pari al 4,9%”.

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