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Su quali e quanti tavoli gioca l’Albania? Da un lato un’ampia virata nella direzione dell’ingresso nell’Unione Europea, con un sommovimento politico, costante e intenso, che poggia sui buoni rapporti col Pse e con il Ppe (con un assist non da poco anche dal Presidente del Parlamento Antonio Tajani).

E dall’altro il filo di comunicazione economico e industriale che si rafforza con chi in questo momento si è messo di traverso con Bruxelles: la Turchia di Erdogan, che si appresta a realizzare l’aeroporto internazionale di Valona anche con un occhio alla nuova caccia agli idrocarburi che il premier albanese Edi Rama sta per aprire nello Ionio.

QUI UE

La strategia di allargamento a est è da tempo in cima ai pensieri di Parlamento e Commissione. Non fosse altro che per l’esigenza politica di non subire altri danni dopo il caso Brexit e in un’ottica di coinvolgimento maggiormente armonico di popoli e stati. Il processo di adesione di Tirana sembra non avere particolari intoppi, almeno stando ai progressi fatti registrare in occasione delle recenti verifiche sui dossier maggiormente significativi come pil interno, contesto economico futuro, indipendenza della magistratura e dei media, accesso ai servizi essenziali (anche se persiste la “concorrenza” temporale con la Serbia).

Non a caso l’auspicio del Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani pochi giorni fa è stato netto: “Vogliamo che l’Albania compia passi in avanti verso l’Ue e mi auguro che l’analisi della Commissione alla fine sia positiva”. Tajani partecipava ad una conferenza sull’Albania al Parlamento europeo a cui erano presenti anche il premier e il ministro degli Esteri albanesi, Edi Rama e Ditmir Bushati. “C’è da sconfiggere la criminalità organizzata, da rispettare lo stato di diritto e da vincere la corruzione, ma mi sembra che l’Albania stia imboccando la giusta strada”, ha aggiunto, mettendo l’accento sui progressi che nel corso dell’ultimo decennio il Paese ha effettuato.

“Il 2017 è stato un anno molto importante e il 2018 deve essere l’anno dell’accelerazione nei negoziati, non possiamo concepire l’Unione europea senza l’Albania”.

OBIETTIVO GIUGNO

Ecco che il prossimo giugno potrebbe essere un mese chiave per definire i contorni europei di Tirana, come lady pesc Federica Mogherini ha fatto intendere chiaramente. “Il momento è adesso, – ha detto giorni fa – il mio obiettivo politico è avere una raccomandazione positiva incondizionata sull’Albania e che il Consiglio decida in giugno di aprire i negoziati”. Il riferimento è al lavoro svolto fino ad oggi i cui risultati “non vanno sprecati”, sottolineando la volontà dell’Ue di “esercitare il proprio potere” nella regione ed essere presente “in modo consistente” per non lasciare “spazio ad altri attori”.

In questo senso va letto anche l’accordo che Frontex e Albania hanno raggiunto, il primo del genere nella regione precisando che Tirana “non solo è un alleato Nato, ma anche uno dei pochi paesi nella regione, insieme al Montenegro, allineato al cento per cento alla politica estera dell’Ue”. Non a caso infatti ha citato Albania e Montenegro, che si sono caratterizzate per una fase di modernizzazione oggettiva, seppur con le ombre legate alla criminalità organizzata come più volte osservato anche dagli investigatori americani che annualmente attenzionano i due paesi.

DUE FORNI

Ma Edi Rama, forte di un consenso interno che poggia anche sui buoni rapporti che sta costruendo con vari partners, si sta guardando attorno nella speranza di poter incamerare anche finanziamenti esteri per un territorio sempre più bisognoso di infrastrutture all’altezza, visto e considerato che il pil cresce e la capacità di fare impresa altrettanto. E’ il caso dell’aeroporto internazionale di Valona, che sarà costruito da un’azienda turca.

Il jolly pescato da Tirana è quello di Ankara, scaltra nel proporre un assist in un fazzoletto di terra e di acque che sta per essere caratterizzato da un altro interessante progetto: così come fatto dal premier greco Alexis Tsipras, che ha di fatto aperto alla ricerca di idrocarburi in vari settori del paese, compreso il mar Ionio, anche Rama ha capito che è dal dossier energetico che transiteranno i futuri destini del Mediterraneo e dei paesi che vi si affacciano.

Per cui apre a rilievi a caccia di petrolio tramite la compagnia statale Albpetrol, proprietaria dei giacimenti di petrolio e gas che ha dato il via due settimane fa all’appalto internazionale per lo sfruttamento di tre giacimenti a Cakran-Mollaj, Gorisht-Kocul e Amonice. Proprio a due passi da Valona dove Erdogan ha appena conquistato una fetta di influenza. Il 31 marzo saranno rese note le manifestazioni di interesse.

twitter@FDepalo

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