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Caro direttore,

Salvini è un problema. La sua campagna elettorale permanente è un problema. Gestire il più delicato dei ministeri, quello preposto alla nostra sicurezza, con proclami, minacce, senza decoro ed equilibrio, è un problema. Fare il ministro degli Interni duettando e facendo risse con tutti, istituzioni europee, capi di Stato estero, altri corpi dello Stato italiano, prerogative di altri ministeri, è un problema. Ma è un problema un’altra cosa (su cui l’opposizione, Pd e Forza Italia, fanno male a tacere): Salvini non è efficace. Non risolve problemi. Li crea. E, grazie al suo bullismo inconcludente, come un Re Mida al contrario, riesce a trasformare in fallimenti tutte le cose giuste che afferma di volere. Perché cose e obiettivi giusti ci sono nelle sue parole. Ma lui fa di tutto per fallire e ottenere il contrario.

Salvini preferisce la rissa alla soluzione dei problemi. La rissa porta consensi ma danneggia il Paese. E impedisce, riducendoli a propaganda rissosa, la soluzione di problemi sacrosanti. Quali? Uno intanto, il più grosso di tutti: la ripartizione delle quote di migranti tra tutti gli europei. È il problema chiave: per oggi e in prospettiva. Salvini lo vuole? Dice, ma è lecito dubitarne. Accordarsi sulla ripartizione significa rompere con tutti gli alleati di estrema destra di Salvini. E questo Salvini non lo vuole. Il suo sogno è uno solo: poter rispedire indietro tutti i migranti. Semplicemente. Senza nessuna redistribuzione. Così Orban non si arrabbia. E l’opinione pubblica, che sottovaluta la catastrofe umanitaria, applaude pure.

Dunque: Salvini è il primo avversario delle cose che dice di volere. Detto questo, il Pd gli dà corda. Ebbene si! Con due atteggiamenti sbagliati: primo, lasciando a Salvini il monopolio della polemica con l’Europa sulla redistribuzione e le quote. Si legge che persino l’impegno ultimo (luglio) di 6 paesi europei di accogliere 447 migranti sbarcati in Italia (che prendeva la quota più grande) è del tutto disatteso. Solo la Francia ha mantenuto l’impegno a prendere i suoi 50. Tutti gli altri (Spagna, Germania , Portogallo, Irlanda, Malta): nessuno. E la Spagna dei socialisti indignati con l’Italia respingono ( in Marocco) gli immigrati clandestini penetrati nelle loro frontiere. Senza tanti complimenti e nel silenzio generale. Il Pd non sarà mai credibile se, per pruderia, mancanza di coraggio e ipocrisia, tace su questi fallimenti europei; secondo: non si risponde, alla propaganda di Salvini, con altra opposta propaganda. Limitarsi a criticare le chiusure di Salvini blaterando solo aperture è sbagliato e controproducente. E aiuta Salvini. Il Pd deve dare risposte adulte, concrete e soluzioni di governo alle crisi in atto sulle migrazioni. Non illudersi che ce la si cavi solo con la mostrificazione di Salvini (facile perché lui ama sentirsi mostro) e la protesta umanitaria. Minniti si “sporcava le mani” (con soluzioni di governo) con questa tragedia epocale. Stare all’opposizione non esenta i dirigenti del Pd dall’obbligo di continuare a farlo. Per essere degni dell’appellativo di forza nazionale, costruttiva e responsabile. Seppur all’opposizione.

Salvini contro Salvini

Caro direttore, Salvini è un problema. La sua campagna elettorale permanente è un problema. Gestire il più delicato dei ministeri, quello preposto alla nostra sicurezza, con proclami, minacce, senza decoro ed equilibrio, è un problema. Fare il ministro degli Interni duettando e facendo risse con tutti, istituzioni europee, capi di Stato estero, altri corpi dello Stato italiano, prerogative di altri…

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