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Giorni movimentati questi di fine maggio per la plastica. Niente a che vedere con le fibrillazioni politico-istituzionali, ma nel suo piccolo anche questo materiale sta trascorrendo ore di rara notorietà. Si pensi soltanto alla recente proposta della Commissione europea di mettere al bando alcuni prodotti in plastica usa e getta o all’indagine di Legambiente “Vacanze pulite” su quanta plastica è stata trovata abbandonata nelle nostre spiagge. Ma anche all’impegno dei riciclatori di materie plastiche convenuti a Milano da tutt’Europa per rilanciare questo materiale in un’ottica di economia circolare o alla creazione del Tavolo permanente per un Riciclo di qualità costituito tra industria privata, associazioni ambientalistiche e enti di ricerca.

Tutto comincia a gennaio di quest’anno, con la presentazione da parte della Commissione Europea della Strategia europea sulla plastica, “per proteggere il pianeta e i cittadini e responsabilizzare le imprese” nel processo di transizione verso un’economia più circolare. L’obiettivo è di proteggere l’ambiente dall’inquinamento dalle plastiche e allo stesso tempo promuovere la crescita e l’innovazione. Esiste un forte “interesse commerciale” sul modo in cui i prodotti dovranno essere progettati, realizzati, utilizzati e riciclati. Secondo la strategia, tutti gli imballaggi in plastica immessi sul mercato dell’Unione saranno riciclabili entro il 2030 e l’utilizzo di sacchetti di plastica monouso sarà ridotto.

Se non modifichiamo il modo in cui produciamo e utilizziamo le materie plastiche – ha dichiarato il vice presidente responsabile per lo sviluppo sostenibile Frans Timmermans – nel 2050 nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesci. Dobbiamo impedire che la plastica continui a raggiungere le nostre acque, il nostro cibo e il nostro organismo.L’unica soluzione è ridurre i rifiuti di plastica riciclando e riutilizzando di più”.

Ogni anno gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30% è raccolta per essere riciclata. Nel mondo le materie plastiche rappresentano l’85% dei rifiuti sulle spiagge. La “Strategia sulla plastica” intende cambiare la progettazione, la realizzazione, l’uso e il riciclo di questo materiale: troppo spesso il modo in cui le materie plastiche sono prodotte, utilizzate e gettate non permette di coglierne i vantaggi economici derivanti da un approccio più circolare. Il duplice obiettivo è quello di tutelare l’ambiente e di porre le basi per una nuova economia delle materie plastiche, in cui la progettazione e la produzione rispettino le necessità del riutilizzo, della riparazione e del riciclo.

Il primo atto concreto di questa strategia è stata la proposta, presentata dalla Commissione europea al Parlamento e al Consiglio lo scorso 28 maggio, per la messa al bando di alcuni prodotti monouso in plastica per ridurre i rifiuti marini. A fronte del costante aumento dei rifiuti di plastica negli oceani e nei mari e ai danni che ne conseguono, vengono introdotte norme stringenti per dieci prodotti che più inquinano le nostre spiagge e i nostri mari: insieme questi prodotti rappresentano il 70% dei rifiuti marini. Le misure proposte, che i Commissari europei contano di approvare prima delle elezioni europee del maggio 2019, riguardano il divieto di commercializzare determinati prodotti in plastica come i cotton fioc, le posate, i piatti, le cannucce, i mescolatori per bevande e le aste per palloncini. I contenitori per bevande saranno ammessi solo se tappi e coperchi restano attaccati al contenitore. Gli Stati membri dovranno ridurre l’uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande fissando obiettivi nazionali di riduzione. I produttori contribuiranno a coprire i costi di gestione e bonifica di questi rifiuti. Entro il 2025 ogni Stato si impegna a raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande. Dovranno inoltre sensibilizzare i consumatori sull’incidenza negativa della dispersione nell’ambiente dei prodotti in plastica. A questo proposito il commissario all’Ambiente Karmenu Vella ha annunciato che il tema della Giornata Mondiale dell’Ambiente, che si celebra il 5 giugno, sarà dedicato alla lotta all’inquinamento da plastica.

“La plastica è un materiale straordinario – ha dichiarato il vice presidente responsabile per la crescita e la competitività Jyrkii Katainen – che dobbiamo però usare in modo più responsabile. I prodotti in plastica monouso non sono una scelta intelligente né dal punto di vista economico né da quello ambientale e le proposte presentate aiuteranno le imprese e i consumatori a preferire alternative sostenibili”.

Da parte loro le imprese non stanno certo a guardare, consapevoli delle opportunità che l’economia circolare può rappresentare anche per il settore delle plastiche. Così si sono date appuntamento a Milano per una due giorni sul tema “A circular future with plastics”, un confronto alla luce della Strategia europea sulla plastica e un’analisi del mercato e delle prospettive di sviluppo future. Con oltre un milione e 600 mila occupati in 50 mila aziende in tutta Europa e un volume di affari di 260 miliardi l’anno, il settore della lavorazione di materiali plastici, con la produzione di 50 milioni di tonnellate di manufatti, è un comparto strategico per l’Unione Europea. L’Italia vanta il 22% delle imprese europee (11 mila circa) con un fatturato al 2016 di 30 miliardi di euro.

“Dai nuovi obiettivi della Plastic Strategy alla direttiva sugli articoli monouso – ha sottolineato il presidente di Uniomplast Luca Iazzolino – lo scenario del settore risente di una generale percezione negativa e di un quadro legislativo incerto. Nessuno sembra rendersi conto di quali sarebbero le conseguenze per il sistema economico e sulla vita quotidiana di milioni di persone se bandi e divieti dovessero concretizzarsi. L’industria può sicuramente collaborare in fase di progettazione e realizzazione dei prodotti facilitandone il riutilizzo postconsumo e il riciclo. È comunque necessario il coinvolgimento di tutti gli attori, istituzioni, industria, associazioni dei consumatori. In Italia è stato avviato un dialogo con gli stakeholder attraverso la costituzione di un Tavolo permanente di confronto finalizzato ad aumentare il riciclo della plastica e a migliorarne la qualità e gli sbocchi applicativi”.

E proprio su iniziativa della Federazione Gomma Plastica nasce il Tavolo Permanente Riciclo di Qualità composto da rappresentanti di enti e associazioni ambientaliste, tra cui Ispra e Legambiente, ed esponenti dell’industria e della filiera della plastica: una risposta italiana alla Strategia europea sulla plastica. Gli obiettivi : migliorare la qualità del riciclo, ripensare e progettare i prodotti in plastica in modo da allungarne la vita e semplificarne il riciclo a fine vita.

Contemporaneamente occorrerà sensibilizzare i consumatori per una migliore e corretta gestione dei rifiuti di plastica, a non gettarli e abbandonarli nell’ambiente e a separarli correttamente attraverso la raccolta differenziata. I componenti del Tavolo (che potrà essere allargato a rappresentanti di altre categorie) sono: Giorgio Quagliuolo, presidente della Federazione Gomma Plastica e di Conai; Angelo Bonsignori, Presidente di Ippr; Antonello Ciotti, presidente di Corepla; Roberto Morabito, direttore di Enea; Stefano Laporta, presidente di Ispra e Stefano Ciafani, presidente di Lagambiente.

plastiche, ecoforum, Legambiente

La plastica sotto la lente di istituzioni e imprese

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