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E allora, nonostante tutte le perplessità e le disaffezioni, il responso elettorale di domenica ha assegnato risultati inequivocabili alle forze in campo, talune vere e proprie espressioni della volontà di cambiamento del popolo italiano. Il M5s si attesta in modo limpido al primo posto, i partiti del centrodestra sommandosi sono vicini al movimento di Grillo, il Pd e la sinistra registrano una cocente sconfitta. La situazione che ne scaturisce, pertanto, ai fini della formazione del governo e della conseguente governabilità, sarà abbastanza complessa. C’è chi inizia a ragionare su possibili alleanze, chi su probabili futuri ministri, chi sul nome del capo del governo. Intrecci complicati di difficile soluzione. Solo la saggezza, l’acume, la sapienza, l’esperienza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella possono portare luce sulle decisioni che egli si appresta a prendere, che non saranno né semplici né rapide, considerato il quadro politico abbastanza complesso e frammentato. La convinzione è che Mattarella, nonostante le insormontabili difficoltà determinate dai risultati elettorali, saprà trovare la via, sia pure stretta ed impervia, per consentire che il Paese abbia un governo in piena efficienza e non in tempi biblici.

È superfluo sottolineare che l’impresa del Capo dello Stato sarà meno gravosa, se le forze politiche si presenteranno al Quirinale animate da lealtà e da spirito di collaborazione e di servizio, consapevoli del momento delicato che sta attraversando l’Italia.

Una prova che di certo ieri non c’è stata da parte di Renzi nei confronti di Mattarella, quando ha affermato che se ci fossero state le elezioni nel 2017 forse il risultato del Pd non sarebbe stato così catastrofico come quello di oggi. Parole ingiuste, che stridono con la necessità di avere un esecutivo autorevole ed efficiente, per andare incontro alla domanda di governo che viene dai cittadini.

Chiuse le urne, valutati i risultati, fatti i dovuti raffronti non resta che mettersi a lavorare per il proprio Paese. Il popolo ormai ha parlato e ha chiesto alle forze politiche un deciso cambio di passo, bisogna essere coerenti e conseguenti. Il M5S tramite il leader Luigi Di Maio ha manifestato tranquillità e disponibilità, come del resto il candidato premier Matteo Salvini della Lega Nord, a parte la scivolata sulla validità dell’Euro. E lo stesso hanno fatto Giorgia Meloni Fdi e il Senatore Pietro Grasso di Leu.

Resta questa imprevista voce dissonante di Matteo Renzi che invece di sostenere la causa dell’impegno di Mattarella ha preferito attaccarsi a una inutile polemica. Si auspica che la notte porti buoni consigli, e che il Presidente della Repubblica possa procedere con serenità nella sua delicata e preziosa opera.

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