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Nel corso dell’ultimo anno la Casa Bianca è stata soggetta ad un turnover da record, tra i più alti che si possano ricordare nella storia degli Stati Uniti. Secondo le stime pubblicate dai media americani, la percentuale di alti funzionari e collaboratori del presidente che hanno lasciato il proprio incarico si attesterebbe intorno al 34% dello staff voluto da Donald Trump. Giusto per fare un confronto, al secondo posto nella classifica dei turnover vi sarebbe l’amministrazione di Bill Clinton con un misero 9%, comparato ai grandi numeri relativi alle uscite dalla Casa Bianca che hanno caratterizzato l’ultimo anno a guida Trump.

Il recente abbandono di Hope Hicks, che ha causato non poche polemiche e malumori fin dentro allo studio ovale, potrebbe essere, a detta dei ben informati, solo il preludio di un terremoto ancora più forte che si appresta a colpire l’amministrazione americana.

Sono sempre più numerosi, infatti, gli analisti e i commentatori convinti che, sulla rampa di lancio per uscire dal 1600 di Pennsylvania Avenue, vi sia anche il generale Herbert Raymond McMaster. L’ attuale National Security Advisor di Donald Trump, ha assunto l’incarico circa un anno fa a seguito delle dimissioni “forzate” di Michael Flynn, nel febbraio 2017, ad oggi incriminato dal procuratore speciale Robert Mueller per aver reso falsa testimonianza all’FBI nell’ambito delle indagini sul Russiagate.

Si tratta di una di quelle notizie che fanno davvero rumore e gettano ombre e sospetti sul clima all’interno dell’amministrazione.

Secondo alcuni, dietro all’uscita vi sarebbero ragioni di carriera: McMaster aspira ad un avanzamento di carriera e sarebbe vicino a conquistare la quarta stella. Questo lo indurrebbe a guardare a incarichi più operativi, ad esempio in un quadrante molto delicato come quello nord coreano. Rispetto a queste voci non si può non richiamare anche il clima di tensione scaturito dalle dichiarazioni del generale alla conferenza di Monaco sulle interferenze russe. In quel caso, partì dell’account di Donald Trump un messaggio assai risentito per la presa di posizione del suo consigliere per la sicurezza nazionale.

Tutto ciò avrebbe pesato su un clima già teso.
E, una notizia dell’ultima ora che incendia ancora di più gli animi, viene lanciata quasi sottovoce dal New York Times: il presidente avrebbe avuto un colloquio personale con Jonh Kelly – capo dello staff alla Casa Bianca- per valutare quali spazi vi siano per estromettere Jared Jushner dal suo incarico. L’uscita del genero di Trump sarebbe un evidente segnale di sfiducia anche verso Ivanka e produrrebbe un’onda d’urto difficilmente gestibile.

La Casa Bianca si appresta a cambiare aspetto e questo potrebbe dipendere dalla volontà del presidente di cercare un nuovo approccio politico e istituzionale in vista delle elezioni di medio termine. Grandi novità in vista per i prossimi mesi.

casa bianca, trump, romney

Il terremoto continuo alla Casa Bianca. Nel mirino (forse) anche Ivanka

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