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L’integrazione europea della difesa offre un’occasione, poiché tra i programmi di cooperazione ci potrebbe essere quello relativo al carro armato europeo. Oltre a Francia e Germania, dimostratesi intenzionate a guidare il processo, potrebbe aderire anche l’Italia, che già vanta una posizione privilegiata grazie alla leadership europea nel segmento dei propulsori di Iveco DV, società del Gruppo CNHi. Con l’esperienza maturata con i blindo 8×8 Centauro 1 e 2, con il veicolo blindato medio Freccia 8×8, e altri programmi di successo come il Lince, è allo studio una nuova famiglia di veicoli ruotati e cingolati destinati alle forze terrestri europee. Ad essere incoraggianti sono inoltre i numeri della penetrazione commerciale di Iveco DV, con le vendite di oltre 4mila multiruolo Lince a Gran Bretagna, Spagna, Repubblica Ceca, Belgio, Russia, Croazia e Norvegia, e dei camion acquistati da molti Stati europei.

A restare fuori sembra però proprio l’Italia, le cui Forze armate ancora viaggiano su camion anteriori al 2003, molti degli anni 90, con rischi legati ad affidabilità e inquinamento. Negli ultimi sette anni, se si esclude l’acquisto dei mezzi blindati Lince, necessari per le missioni all’estero, l’Italia non ha compiuto investimenti terrestri nel campo della difesa. Eppure ora, per potersi giocare la partita europea, sarà fondamentale garantire una continuità industriale ai programmi, soprattutto a quelli che hanno successo internazionale e che garantirebbero al Paese un ruolo di primo piano nel continente.

Stefano Pioppi, redazioneairpress@gmail.com

Farina

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