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Trenta nuovi uffici marketing in tutto il mondo nei prossimi tre/cinque anni e sei hub logistici per il supporto al cliente. Sono questi i numeri della nuova strategia commerciale di Leonardo che, conclusa la fase della riorganizzazione interna, ha ormai riorientato il proprio focus sullo sviluppo nei mercati internazionali, sebbene per tutti i dettagli occorrerà attendere il nuovo piano industriale.

Come notato da Tom Kington sul sito specializzato d’oltreoceano DefenseNews, Leonardo conta attualmente 30 uffici all’estero, un numero destinato però a raddoppiare. Pakistan e Cile le prossime aperture, mentre la presenza nel Golfo e in Australia sarà ulteriormente rafforzata. Il Gruppo sta anche pianificando il lancio di cinque o sei hub logistici nei prossimi tre anni che potranno offrire supporto al cliente per l’intero range di prodotti offerti dal campione italiano. Tutto questo è affidato al nuovo chief commercial officer Lorenzo Mariani, che aveva annunciato il piano a novembre in occasione del Dubai Airshow 2017. “Abbiamo bisogno di un network di hub regionali che possano occuparsi di tutti i prodotti coinvolgendo le aziende locali”, ha ribadito Mariani a DefenseNews.

Probabili destinazioni di questi nuovi hub sono Estremo oriente, Medio oriente, Africa ed Europa (verosimilmente nell’est del Vecchio continente), ma anche America Latina e Oceania. L’obiettivo è l’espansione oltre i mercati cosiddetti domestici. Attualmente, infatti, Leonardo conta 47mila lavoratori, di cui 30mila in Italia, 7mila nel Regno Unito, 6mila negli Stati Uniti, 3mila in Polonia e altri 900 nel resto del mondo. Il piano sarà svelato in tutti i suoi dettagli nel prossimo piano industriale, atteso per la fine di gennaio 2018, il cui obiettivo è il rilancio del Gruppo dopo le difficoltà registrate nel 2017, sopratutto sul fronte elicotteristico.

La riorganizzazione internazionale è però intanto già iniziata con la nomina di Mariani quale cco del Gruppo, voluta dall’ad Alessandro Profumo per rafforzare la penetrazione nei mercati internazionali. L’ex direttore della divisione Elettronica per la difesa è ora a capo di una nuova “super area” commerciale che Profumo ha già definito “fondamentale per incrementare il portafoglio ordini”. In questo senso, nota Kington, l’ex banchiere ha proseguito l’opera del suo predecessore, Mauro Moretti, con il quale Finmeccanica è diventata Leonardo in un processo di unificazione e divisionalizzazione nella One Company. Chiusa la fase 1, che prevedeva la riduzione del perimetro aziendale e del debito, si passa ora alla fase 2, quella del rilancio e dello sviluppo, possibile però solo passando per la prima.

“Negli anni recenti – ha spiegato ancora Mariani – le nostre sfide erano, da un lato, le efficienze industriali, il controllo dei costi e la puntualità, dall’altro il mercato dell’export”. Così, ha aggiunto Mariani, se in passato “ci siamo focalizzati più sul primo, ora è tempo di un focus aggiuntivo sul secondo. Il grande vantaggio di ciò che abbiamo fatto è che occorre essere efficienti in casa prima di riuscire a vendere efficacemente all’estero”. Rispetto al precedente modello di holding a capo di società controllare, infatti, l’unificazione permette ora la creazione di hub unificati all’estero per supportare il cliente e spingere le vendite. Proprio le due attività (operazioni di mercato e supporto after sales) vanno di pari passo secondo Mariani: “Ciò si basa sull’idea che un cliente soddisfatto tornerà per ordinare altri prodotti. In altre parole, se non sei contento del nostro elicottero, non comprerai da noi un radar”.

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Leonardo va all'estero. Ecco la strategia commerciale di Alessandro Profumo

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