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Sostenitori del politico d’opposizione Aleksei Navalny sono stati arrestati oggi in diverse città della Russia. Le operazioni di polizia sembrano aver giocato di anticipo, dato che domani sono programmate proteste contro il presidente Vladimir Putin, che inizierà il suo nuovo mandato il 7 maggio (con obiettivi molto ambiziosi, soprattutto nell’ambito dello sviluppo tecnologico).

I supporter del “feroce critico di Putin” (citazione da Radio Free Europe) e gli organizzatori del rally del 5 maggio, che Navalny chiama “He’s Not Our Tsar” (Lui non è il nostro zar), sono detenuti a San Pietroburgo, Cheboksary, Kemerovo, Tambov, Ryazan, Krasnoyarsk e Krasnodar, almeno stando a quanto raccontato ai media dal braccio destro di Navalny, Leonid Volkov.

Tutti i detenuti sono stati accusati di aver violato i rigidi regolamenti per organizzare incontri pubblici: alcuni sono stati rilasciati velocemente, altri sono tenuti in stato di fermo. Navalny nei giorni scorsi ha chiesto di svolgere un corteo nel centralissimo viale Tverskaia di Mosca: le autorità, “come da copione” (scrive la nota Ansa), hanno respinto la richiesta e hanno proposto all’oppositore di organizzare la manifestazione in periferia. Come già avvenuto numerose altre volte, Navalny ha quindi deciso a sua volta di respingere la controproposta delle autorità moscovite e prepararsi lo stesso per la protesta in viale Tverskaia.

In altre città, come a Ekaterinburg – negli Urali, dove a metà aprile è stato trovato morto il giornalista d’inchiesta Maksim Borodin (che si è occupato spesso di indagini scabrose sul Cremlino) – la polizia ha perquisito il quartier generale regionale di Navalny e ha confiscato volantini che pubblicizzavano la manifestazione del 5 maggio.

Un coordinatore della città meridionale di Volgograd, Aleksei Volkov, ha scritto su Twitter che gli studenti delle scuole locali sono stati costretti a firmare documenti in cui hanno riconosciuto di poter affrontare gravi conseguenze, inclusa l’espulsione, se avessero preso parte alla manifestazione.

Putin, che è stato presidente o primo ministro ininterrottamente dal 1999, dovrà giurare lunedì prossimo per un nuovo mandato presidenziale di sei anni, dopo aver vinto le elezioni del 18 marzo – voto che secondo gli oppositori è stato funestato da frodi, e per il quale gli osservatori internazionali hanno detto che gli elettori “non avevano una scelta reale”.

Navalny, che ha organizzato grandi manifestazioni di piazza e ha pubblicato una serie di rapporti sulla corruzione dell’élite al potere in Russia, era stato escluso dalla corsa presidenziale a causa di una condanna per reati finanziari, che sostiene siano stati fabbricati ad arte contro di lui.

 

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