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Gli italiani sono, tra i cittadini europei, i più convinti sostenitori dell’uso del vetro nella vita di tutti i giorni. Un materiale antico che è diventato simbolo di modernità, tanto che per 28 milioni di italiani non è sostituibile con altri materiali e l’81% lo ritiene il packaging più sostenibile. Le motivazioni alla base di queste scelte riguardano la salute, l’igiene e la riciclabilità.

Lo afferma un’indagine condotta dal Censis (“Valore sociale di prodotti e attività dell’industria vetraria in Italia”) che sottolinea come l’elevato valore sociale del vetro si materializzi in una pluralità di aspetti, come la capacità di dare risposte credibili al crescente bisogno di sicurezza dei consumatori, specie nel settore alimentare; l’essere riconosciuto come il materiale riciclabile per eccellenza, classico esempio di circular economy; saper coniugare funzionalità ed estetica.

“L’indagine del Censis – ha dichiarato Marco Ravasi di Assovetro – dimostra come oggi il vetro sia frontiera avanzata nell’innovazione e interpreti, meglio di altri materiali, il nostro tempo, diventando protagonista nei comportamenti di sostenibilità ambientale e sociale. Lo dimostrano i numeri sempre crescenti: nei primi dieci mesi del 2017 la produzione di contenitori in vetro è aumentata del 2% rispetto allo stesso periodo del 2016”.

Sorprende che siano soprattutto i più giovani, i Millennials, ad apprezzarne le proprietà e la sua poliedricità. Il termine che viene più in mente ad un giovane quando si parla di questo materiale è ecologico, riciclabile; a differenza dei meno giovani che invece apprezzano di più l’igiene e la tutela della salute. Al primo posto degli ambiti di vita in cui il vetro non è mai sostituibile c’è la bottiglia del vino (41%), quella della birra (32%) e i contenitori per profumi (26%). Se si prendono in esame le aree geografiche, sono soprattutto gli abitanti del nord-ovest ad essere convinti che il buon vino può stare solo in una bottiglia di vetro. Più in generale, il 65% degli italiani considera il packaging in vetro il più sicuro per il cibo, il 72% per le bevande, il 51% lo reputa migliore per prevenire forme di contaminazione del cibo.

“Il valore sociale rivelato dal vetro – ha spiegato Francesco Maietta del Censis – consente di capire perché è il materiale che più e meglio degli altri interpreta il nostro tempo. Il vetro ha la capacità di dare risposte efficienti e credibili al crescente bisogno di sicurezza, soprattutto alimentare. Per gli italiani è completamente priva di significato ognio logica che punti al glass-free”.

Nel 2018 , stando alle stime, il vetro raggiungerà l’obiettivo del 75% di riciclo, cioè due terzi del totale del vetro immesso al consumo. Il vetro si pone, così,  come “lo straordinario combustibile di un’economia circolare in cui il riutilizzo eterno tutela l’ambiente, si adatta ai nuovi stili di vita, abbatte i costi di produzione generando vetro riciclato come nuova materia prima”. Una dimensione che per il 53% degli italiani significa considerare i rifiuti di vetro i meno dannosi per l’ambiente e per il 47% che questo materiale può essere riciclato di più degli altri.

Per completare il quadro economico del comparto, ricordiamo che la produzione nazionale vetraria è stata, nel 2016, pari a 3 milioni e 700mila tonnellate con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente e pari a 62 chilogrammi per abitante. In questo settore operano 4500 imprese per un totale di circa 36mila occupati. Rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea, i nostri connazionali spendono a testa 78 euro l’anno, più dei tedeschi (75 euro), dei francesi (64 euro), degli inglesi (58 euro) e degli spagnoli (52 euro). E più del valore medio di tutti i Paesi dell’Ue (69 euro).

 

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