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Siamo pronti a tornare a Palazzo Chigi: gli attuali numeri del centrodestra sono vicini alla soglia che ci consentirebbe di governare da soli“. Parola del capogruppo di Forza Italia in Senato Paolo Romani, che in questa conversazione con Formiche.net ha fatto il punto della situazione politica in casa centrodestra e non solo alla luce della vittoria di Nello Musumeci in Sicilia. Dove – ha rivendicato Romani – “siamo riusciti a raggiungere il 42%. Vale a dire la quota che a livello nazionale permetterebbe alla coalizione di avere la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento“.

Dalle elezioni siciliane emerge quindi un chiaro segnale anche in vista delle politiche?

In ottica centrodestra sono tre gli elementi principali che questa consultazione ha evidenziato. A cominciare dalla vittoria della coalizione, che ha addirittura ottenuto qualche punto percentuale in più rispetto al candidato presidente. Un dato che dimostra in maniera inequivocabile la nostra forza.

Quali altri indicazioni arrivano dal voto siciliano?

Che Forza Italia ha ottenuto un risultato eccellente che la rende oggi il punto di equilibrio fondamentale di una coalizione larga. D’altro canto l’esito del voto apre evidentemente alla possibilità che il centrodestra possa vincere la prossima competizione elettorale. Al Nord come al Sud.

Però questa legge elettorale non assicura che la sera delle elezioni vi sia una maggioranza certa. Cosa farete in quel caso?

E’ vero ma noi siamo convinti che il centrodestra riuscirà a vincere da solo. Con questa legge elettorale – grazie anche alla correzione maggioritaria rappresentata dai collegi uninominali – servirà circa il 42% per ottenere la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. Si tratta della stessa identica soglia ottenuta dalla coalizione in Sicilia. In questi tre o quattro mesi di campagna elettorale punteremo a raggiungerla anche nel resto del Paese.

Lo schema siciliano diventerà un modello nazionale?

La Sicilia è un modello un po’ atipico, nel senso che ci sono state due liste locali (Idea Sicilia e Diventerà bellissima, ndr) che hanno ottenuto un risultato straordinario. Noi comunque stiamo lavorando all’allargamento del centrodestra con l’obiettivo di raccogliere tanti consensi che localmente, non solo in Sicilia, possono essere messi insieme in una unica lista nazionale che superi il 3%. Questo risultato è di ottimo auspicio per il tentativo che stiamo facendo.

Si tratta della famosa quarta gamba del centrodestra?

Esatto, è la famosa quarta gamba, che a questo punto può contare certamente su un forte radicamento in Sicilia. Ma lo stesso si può dire, ad esempio, anche per la Puglia e per alcune altre regioni. Guardiamo oltre la tradizionale alleanza di centrodestra fatta dai tre partiti principali: Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.

Questa lista come si caratterizzerà?

Sarà una forza politica civica e fortemente radicata sul territorio.

Anche in virtù della vittoria siciliana come sono i rapporti con la Lega? Potrebbero esserci problemi sulla leadership?

Le legge elettorale non chiede che sia indicato il candidato premier. Non è una scelta che si debba fare subito, non ci sono problemi in questo senso.

E per la scelta dei candidati di coalizione nei collegi uninominali?

Solo chi non conosce la storia politica può preoccuparsi che da questo punto di vista possano esserci problemi con la Lega. Personalmente non sono affatto preoccupato. In questi venti anni non ce ne sono mai stati, pur amministrando insieme tantissimi comuni e regioni.

Però anche oggi su Repubblica Matteo Salvini ha ribadito di sentirsi pienamente in campo per la presidenza del Consiglio.

Se la Lega prenderà più voti rispetto a Forza Italia, Salvini avrà diritto di proporsi come premier. Ma mi pare presto.

Sotto il profilo programmatico, invece, quali sono le priorità che condividete con Lega e Fratelli d’Italia?

Partiremo da due grandi temi: la sicurezza e le tasse. Dobbiamo fare in modo che in Italia non arrivino più centinaia di migliaia di immigrati: non perché non vogliamo avere un atteggiamento di solidarietà nei loro confronti ma per evitare che anneghino in mezzo al mare o che, una volta sbarcati, vengano sfruttati, dimenticati o abbandonati. Per questo motivo occorre bloccare in modo totale e definitivo l’immigrazione clandestina sulle nostre coste.

E sul fisco invece?

Dobbiamo garantire sviluppo al Paese. L’unica via che abbiamo per promuovere un’economia non pianificata e non socialista ma di mercato è ridurre il peso fiscale che grava su famiglie e imprese.

In molti stanno affermando che la vera sfida per il governo si giocherà tra centrodestra e M5s, con il Pd ormai tagliato fuori. Che ne pensa?

Non sono affatto sicuro che a livello nazionale il centrosinistra sia del tutto escluso dalla competizione. Personalmente, poi, sono affezionato al sistema bipolare tradizionale nel quale abbiamo navigato – con qualche successo e qualche insuccesso – per venti anni. Mi auguro che possa tornare a essere prevalente: l’attuale sistema tripolare ha in nuce, al suo interno, chiari problemi di governabilità.

Come giudica la crisi che stanno attraversando il Partito democratico e il suo segretario Matteo Renzi?

Per abitudine personale non entro mai nella polemica interna dei partiti avversari. Pur tuttavia non posso non registrare che Renzi è oggettivamente passato attraverso una lunga serie di sconfitte importanti. Non so come viva il risultato della Sicilia dove non è mai stato in partita ed dov’è sembrato scontato, fin dall’inizio, che sarebbe arrivato terzo. Sicuramente oggi a sinistra c’è una problematicità ben maggiore di quella che tutti dicevano esistesse nel centrodestra.

Silvio Berlusconi continua a utilizzare parole molto dure all’indirizzo del MoVimento 5 Stelle. Perché?

Siamo allarmatissimi. I cinquestelle non hanno una classe dirigente in grado di governare il Paese come emerge dalle esperienze di Roma, Torino o Livorno. Siamo spaventati che possa essergli conferita la possibilità di governare il Paese. Penso che questo pericolo non ci sia, ma spetta a noi del centrodestra impedirlo.

L’avversario da battere, quindi, sono i cinquestelle?

I cinquestelle sanno solo protestare. Al contrario di noi, che siamo consapevoli dei problemi dell’Italia ma che abbiamo anche tante idee da proporre per imprimere un cambiamento positivo al Paese. E poi loro su qualsiasi argomento dicono tutto e il contrario di tutto. Basta vedere cos’è accaduto sullo Ius Soli. Inizialmente erano favorevoli mentre poi hanno visto come tirava il vento e hanno provato a cambiare posizione. Ma senza mai essere chiari.

Oggi qualcuno è tornato a ipotizzare che le elezioni possano slittare a maggio. Qual è la posizione di Forza Italia?

Penso che questa legislatura – definiti geograficamente i collegi e approvata la legge di bilancio – non abbia altro da dire. Si deve tornare al voto il prima possibile.

A marzo?

Nel massimo rispetto della libertà esclusiva che spetta al Presidente della Repubblica, ritengo che la data di marzo sia quella più sensata.

CENTRODESTRA

Vi spiego come il centrodestra si organizzerà per vincere alle Politiche. Parla Romani (Forza Italia)

"Siamo pronti a tornare a Palazzo Chigi: gli attuali numeri del centrodestra sono vicini alla soglia che ci consentirebbe di governare da soli". Parola del capogruppo di Forza Italia in Senato Paolo Romani, che in questa conversazione con Formiche.net ha fatto il punto della situazione politica in casa centrodestra e non solo alla luce della vittoria di Nello Musumeci in…

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