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“Con il centrodestra unito Luigi Di Maio è semplicemente il secondo classificato. Lo tenga bene a mente perché ciò vuol dire che non ha alcun titolo per pretendere per sé il ruolo di presidente del Consiglio”. Fabio Rampelli è uno dei fondatori e leader di Fratelli d’Italia per cui ricopre attualmente il ruolo di capogruppo alla Camera dei Deputati. In questa veste, qualche giorno fa, è salito al Quirinale insieme a Giorgia Meloni e la prossima settimana ci tornerà ancora, in occasione del secondo giro di consultazioni del Presidente della Repubblica. “Ma stavolta sarà diverso”, ha sottolineato Rampelli in questa conversazione con Formiche.net. “Stavolta il centrodestra salirà al Colle unito, con un’unica delegazione”.

Rampelli, cosa vuol dire politicamente per voi questo passaggio?

Ristabilisce l’ordine delle cose: le elezioni non sono state vinte dal MoVimento 5 Stelle come Di Maio sta provando a far credere, bensì dal centrodestra che il 4 marzo è arrivato primo. Non possiamo governare da soli solo per via di questa legge elettorale irresponsabile – voluta in particolare da Matteo Renzi e purtroppo votata anche da altri partiti del centrodestra – che ha eliminato il premio di maggioranza e reso ingovernabile l’Italia. Nel secondo giro di consultazioni sarà chiaro una volta per tutte che non si può fare a meno del centrodestra per costruire il nuovo governo.

Però Di Maio ieri ha aperto fortemente al Partito Democratico nell’intervista rilasciata ad Annalisa Cuzzocrea di Repubblica. Che ne pensa?

Mi pare che aspiri solo e soltanto a conquistare la poltrona di premier. Il giudizio non può che essere di perplessità: questi mutamenti di scenario così repentini lasciano il tempo che trovano.

Ma questa mossa voi come la interpretate? E’ una questione di tattica oppure, a vostro avviso, il M5S sta lavorando realmente a un governo con il Pd?

Penso che siano tatticismi anche abbastanza puerili e facilmente smascherabili. Mi pare chiaro che i pentastellati così rivoluzionari non siano: questi sono giochi e giochini che esistono dal Pentapartito in poi.

L’obiettivo è spaccarvi?

Stanno cercando di dividere il centrodestra che è il primo classificato, ma solo a condizione di rimanere unito. Il 37,5% è superiore al 32 ma il 32 è superiore al 17. Se Di Maio dovesse riuscire nell’intento di spaccare il centrodestra, allora più legittimamente potrebbe in teoria ottenere di fare il presidente del Consiglio. Ma, allo stato dei fatti, non è così. Il centrodestra è unito e insieme salirà al Quirinale per le consultazioni. Se è sincero quando dice di voler dare un governo all’Italia, il leader dei cinquestelle deve abbandonare veti e pregiudizi e collaborare alla costruzione del nuovo esecutivo.

Rampelli ma che tipo di governo immagina?

Un governo politico che parta dal centrodestra. Certo, a nostro avviso, non c’è alcuno spazio per governicchi insipidi. Il programma prevalente dovrà essere il nostro, in linea con il responso delle urne: la maggioranza relativa dei cittadini ha espresso il desiderio di abbattere la pressione fiscale, di creare ricchezza e nuovi posti di lavoro, bloccare l’immigrazione clandestina, dare sicurezza ai territori e alle periferie delle città, costruire un grande piano per sostenere la natalità e la famiglia. Questo è ciò che vogliamo e dobbiamo fare.

In fondo non sembra così difforme da quello del MoVimento 5 Stelle, non trova?

E’ Di Maio che ha messo veti e che ha detto di non voler governare con il Pd salvo poi ripensarci e lanciare questo segnale. Noi siamo sempre stati molto lineari, soprattutto Fratelli d’Italia: non abbiamo mai posto veti nei confronti di nessuno.

Quindi si augura un governo politico di legislatura, giusto? 

Sarebbe auspicabile un governo che duri il più possibile. Un governo a guida centrodestra che abbia la sua anima e il suo cuore pulsante nel nostro programma.

Ma il vostro è un no generale all’ipotesi di Di Maio premier oppure solo alle modalità attraverso le quali il leader cinquestelle ha posto la sua candidatura per Palazzo Chigi?

Per noi il presidente del Consiglio non può che essere Matteo Salvini perché rappresenta la coalizione che è arrivata prima e, nel centrodestra, il partito che ha preso più voti. E’ un criterio democratico.

E del famoso contratto di governo proposto sempre dai pentastellati cosa ne pensa? Un po’ sulla falsariga di quanto avvenuto in Germania…

E’ solo un artificio linguistico: qui si tratta di impegnarsi seriamente e concretamente rispetto ad alcuni temi che riguardano la condizione del Paese e degli italiani. Ma partendo dal centrodestra, che deve guidare le danze. E’ vero che in Germania hanno fatto il governo delle larghe intese ma la cancelliera è pur sempre Angela Merkel visto che il suo partito è arrivato primo.

Questo muro contro muro ritiene che consentirà comunque di formare un governo oppure di questo passo l’esito sarà un altro?

Onestamente non lo definirei un muro contro muro. Salvini è stato molto più elegante e responsabile di Di Maio visto che non ha posto veti.

Ma il governo secondo lei si farà o no?

Penso che bisognerà metterlo in piedi e sono sicuro che il lavoro del Capo dello Stato favorirà questo processo. Ma siccome non abbiamo la certezza matematica che ciò possa accadere, ricordo che Fratelli d’Italia ha già presentato una proposta di legge in cui, partendo dall’attuale sistema, chiediamo che venga aggiunto il premio di maggioranza. In questo modo – se non ci dovesse essere lo spazio per fare un nuovo governo e si dovesse tornare a elezioni – non ci ritroveremmo comunque in questa situazione di stallo e di ingovernabilità.

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