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Qualche perplessità ce l’ha e non l’ha nascosto. Il procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri è stato ascoltato dalla commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche, presieduta da Pierferdinando Casini, un giorno dopo il suo collega romano Giuseppe Pignatone. Cappelleri, che sta indagando gli ex vertici della Banca Popolare di Vicenza per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, ha ripercorso la storia delle indagini a carico dei vertici di Popolare di Vicenza, la banca in liquidazione e in corso d’acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo insieme a Veneto Banca.

L’ARCHIVIAZIONE DEL 2001

“Stona da parte di un procuratore (il riferimento è all’ex capo della Procura vicentina, Antonio Fojadelli, ndr) di chiedere l’archiviazione (dell’ex presidente Gianni Zonin, ndr) con una serie articolata di motivazioni fra cui quella che ‘manca una prova ‘assolutamente certa’” come accaduto nel 2001 alle indagini nate dal dossier dell’ex direttore generale Giuseppe Grassano che “denunciava favoritismi operati dal presidente Zonin a esponenti sindacali familiari, spese personali accollate da Zonin alla banca e occultamento di ingenti perdite economiche”. Peraltro Fojadelli agendo così smentì le conclusioni del consulente e anche quelle della Banca d’Italia che con le indagini aveva segnalato la sopravvalutazione delle azioni dell’istituto. “Io riferisco fatti oggettivi – ha sottolineato Cappelleri – poi la valutazione non spetta a me”. Di sicuro, ha confermato il procuratore di Vicenza, Fojadelli dopo la quiescenza ha accettato l’incarico di consigliere d’amministrazione di Nord Est Merchant, controllata dalla Popolare di Vicenza.

PRESCRIZIONE REATI PER GLI EX PUBBLICI UFFICIALI

In seguito il gip respinse in parte la richiesta di archiviazione e dispose l’imputazione coatta ma a salvare Zonin pensò la prescrizione così come accadde per gli altri reati di ex pubblici ufficiali che sono “ipotizzabili in astratto”. Per questo Cappelleri non può “promuovere l’azione penale”. Nella lista dei vari soggetti pubblici che sono stati assunti o che hanno ricoperto incarichi in BpVi figurano tra gli altri, oltre a Fojadelli, esponenti di via Nazionale come Gianandrea Falchi, Luigi Amore e Mario Sommella.

PROCESSO PER EX MANAGER NON RISCHIA PRESCRIZIONE

Diverso il discorso per quanto riguarda gli ex vertici dell’istituto. “Pensiamo che il processo possa concludere utilmente il suo corso” ha detto Cappelleri, tanto più che le contestazioni per l’ostacolo alla vigilanza aggravata nei confronti di Zonin e di altri ex manager porta i tempi della prescrizione al 2021-2024. Perciò “l’aspettativa del processo è buona”.

OPERAZIONI NASCOSTE A VIA NAZIONALE

In merito il procuratore di Vicenza ha tenuto a sottolineare che “in vari momenti e con vari espedienti gli organi bancari, nel momento in cui sono stati sottoposti a visite ispettive della Banca d’Italia e della Consob hanno nascosto e non esposto una serie di operazioni”. C’è poi da tenere presente, ha chiarito, che “gli ispettori di vigilanza non hanno ovviamente poteri di autorità giudiziaria, non possono acquisire d’imperio documenti, devono chiedere di esibire proprie documentazioni e su quelle effettuano il riscontro”.

MANCANO STRUMENTI EFFICACI PER I SEQUESTRI

Altro argomento affrontato durante l’audizione è stato quello dei sequestri nei confronti dell’ex presidente della Popolare di Vicenza. Il magistrato ha ricordato che la Procura da lui guidata “non ha più strumenti concreti ed efficaci per effettuare” questo genere di operazioni perché la liquidazione “ha svuotato la banca di qualsiasi sostanza”. Cappelleri ha menzionato la sua richiesta – bocciata dal gipo – di sequestrare 104 milioni per ostacolo alla vigilanza della Consob.

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