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Poco se ne parla, ma in Venezuela la crisi non è finita. Anzi, dopo l’euforia del Natale e le illusioni che porta il nuovo anno, la realtà è diventata più cruda. Continuano a mancare medicine e alimenti. In alcuni post pubblicati su Facebook, il professore Carlos Sandoval racconta il dramma venezuelano attraverso brevi cartoline della vita quotidiana a Caracas. L’8 gennaio, ha scritto: “Al fruttivendolo, un uomo di 50 anni appoggia un pezzo di formaggio accanto ad una bilancia per sistemare i suoi pochi acquisti. Il tempo di alzare la testa e abbassarla per mettere in ordine pomodori, patate e banane, quando la piccola busta con il formaggio scompare […] Disperato, comincia ad urlare: ‘Che cosa porto ora ai miei figli. Ho speso 60mila bolívares”. Sta per piangere e comincia a camminare. La gente lo assiste per farlo calmare, insiste nel prezzo e nella preoccupazione di come farà a casa con i piccoli. Va via dal mercato e comincia a piangere senza contegno”.

L’IPERINFLAZIONE AL 2600%

Anche i dati macroeconomici riflettono questa situazione critica d’iperinflazione. Secondo la Commissione di Finanza del Parlamento venezuelano, l’inflazione in Venezuela è arrivata all’85% (dicembre scorso). L’anno 2017 si è chiuso con un totale al 2616% di inflazione. José Guerra, presidente della commissione, ha spiegato che “l’iperinflazione è diversa dall’inflazione, che è comunque normale in una società. L’iperinflazione invece è insopportabile. È la rovina di un Paese, già che potrebbe arrivare a 10.000%”. Per il deputato Rafael Guzmán, lo scenario economico venezuelano peggiorerà ancora, dopo l’aumento del salario minimo annunciato dal presidente Nicolás Maduro. Il governo venezuelano sta cercando di contenere la crisi con la stampa di denaro per finanziare circa il 70% del deficit dello Stato.

Il Prodotto interno lordo è caduto quest’anno del 15%. Per il 2018, se le condizioni non cambiano, è prevista un’inflazione del 14.000%. Il presidente della Banca Centrale del Venezuela, Ramón Lobo, è stato interpellato sul rapporto economico dei parlamentari venezuelani. La sua risposta è stata: “Quella roba ancora esiste?”, facendo riferimento al Parlamento.

MADURO CONTRO LA RAI ITALIANA

Ma per il presidente Maduro la crisi in Venezuela non esiste. È tutto una fake news. L’accusa è stata rivolta anche alla tv pubblica italiana Rai, a seguito della trasmissione di un servizio sulle condizioni degli ospedali venezuelani: “Ho visto un servizio della televisione pubblica italiana, pieno di bugie. Stanno facendo una campagna mondiale, diretta da Washington, per intervenire il Venezuela con la scusa di una presunta crisi umanitaria […] è tutta spazzatura, una campagna immonda contro il popolo del Venezuela, contro la nostra dignità per giustificare un intervento imperialista”. Secondo Maduro, questi “nemici” della rivoluzione bolivariana vogliono solo il petrolio “e quando non possono averlo intervenendo volgarmente come hanno fatto in Libia e Iraq, s’inventano una crisi umanitaria in alleanza con i delinquenti dell’opposizione”.

L’APPELLO DI PAPA FRANCESCO

Sulla vicenda venezuelana è intervenuto, dopo molto silenzio, anche Papa Francesco. Durante il discorso di auguri di buon anno al corpo diplomatico presso la Santa Sede, il Santo Padre si è augurato che le elezioni presidenziali possano risolvere i conflitti nel Paese sudamericano. Papa Francesco ha detto che “anche all’interno di contesti nazionali, l’apertura e la disponibilità all’incontro sono essenziali […] specialmente al caro Venezuela, che sta attraversando una crisi politica ed umanitaria sempre più drammatica e senza precedenti”. Il Pontefice ha detto che la Santa Sede esorta a “rispondere senza indugio alle necessità primarie della popolazione, auspica che si creino le condizioni affinché le elezioni previste per l’anno in corso siano in grado di risolvere i conflitti esistenti, e si possa guardare con ritrovata serenità al futuro”. Il governo di Maduro non ha ancora confermato la convocazione, ma le elezioni presidenziali in Venezuela sono previste a dicembre 2018.

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La crisi in Venezuela è tutt’altro che finita

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