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Alitalia, ci siamo. O quasi. Sono scattate infatti le offerte vincolanti per accaparrarsi la compagnia. Conclusa ormai la data room (qui l’ultimo speciale di Formiche.net), adesso è tempo di mettere sul piatto le offerte vincolanti.

LE TAPPE

Il bando pubblicato nei giorni scorsi sui giornali stabilisce che dal 7 agosto alla mezzanotte del 15 settembre potranno essere presentate le manifestazioni di interesse. Dopodiché, entro 10 giorni lavorativi, i commissari straordinari Stefano Paleari, Luigi Gubitori ed Enrico Laghi comunicheranno ai soggetti in possesso dei requisiti richiesti l’ammissione alla procedura. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte vincolanti è stato comunque fissato per il 2 ottobre. Il tutto per arrivare a un closing entro la fine di novembre.

LE CONDIZIONI PER LA CESSIONE

Gli stessi commissari hanno stabilito le condizioni per la vendita di Alitalia. Ovvero cessione unitaria, soluzione gradita al governo, o vendita separata della parte aviation (che comprende anche la manutenzione) e della parte handling (bagagli, check in). In caso di parità di condizioni, il bando prevede che siano considerate preferibili le offerte sul lotto unico. La vendita unitaria della compagnia resta infatti l’opzione preferita non solo da Palazzo Chigi, ma anche dai tre commissari.

CHI PUNTA ALLA CLOCHE DI ALITALIA

Fino ad ora, le offerte non vincolanti hanno visto i pretendenti ridursi ad una decina. Oltre ad Etihad e Ryanair (che caldeggerebbe lo spezzatino) ci sarebbero Lufthansa, Delta, British Airways ed EasyJet, ma si parla anche di compagnie cinesi e di fondi di investimento. Ma in lizza ci sarebbe anche Air France.

L’OPINIONE DEGLI ECONOMISTI

Secondo il parere degli economisti Andrea Giuricin e Ugo Arrigo, dell’università Bicocca di Milano, per la parte aviation ci sarebbero in particolare tre concorrenti in corsa. Ovvero i principali vettori di bandiera europei Air France, Lufthansa e British Airways, finita nella conglomerata Iag. Per Air France, scottata dall’esperienza del 2008 in cui ha dovuto svalutare a bilancio la quota del 20% dell’operazione Fenice, ci sarebbe un indizio a favore e uno contro. Il primo è la maxi-alleanza nei cieli che l’ha vista protagonista qualche giorno fa rilevando il 31% di Virgin Atlantic. Una mossa che rafforza i rapporti tra Delta (che ha manifestato un interesse per Alitalia) e Air France, già in joint-venture all’interno dell’alleanza Sky Team. Alitalia potrebbe così essere una pedina per una conglomerata più ampia che si opporrebbe alle mire di Iag.

600 MILIONI DA RIMBORSARE

C’è però una tegola sul dossier Alitalia. E cioè che, come riportato qualche giorno fa dal Corriere della Sera, chiunque si compri Alitalia dovrà prima di tutto rimborsare i 600 milioni di euro di prestito ponte, concesso dallo Stato per continuare a volare. Dunque, difficilmente resterà qualcosa in cassa ai commissari di Alitalia per rimborsare creditori e fornitori. Per questo fonti vicine al dossier descrivono come irrealistica la possibilità di un ristoro anche per i fornitori, gli obbligazionisti e gli ex azionisti. Saranno tutelati i 12.500 lavoratori per la parte relativa al trattamento di fine rapporto.

LUIGI GUBITOSI, alitalia

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