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Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ancora non trema, ma certo questa notizia se la sarebbe risparmiata volentieri. Sulla scena turca sta per affacciarsi un nuovo partito e a guidarlo sarà niente meno che una donna. Sul nome e su chi ne farà parte, per il momento, vige il più serrato top secret. Sulla sua futura leader, invece, nel Paese si parla da tempo.

Il suo nome è Meral Aksener, ha 61 anni, un marito, un figlio, una laurea in Scienze Sociali, non porta il velo e chi la conosce dice che con lei è meglio non litigare. Una vera, promettente ‘Lady di Ferro’ della politica turca, che prima di diventare parlamentare, nel 2007, faceva l’assistente universitaria. La sua ambizione è quella di diventare l’alternativa politica allo strapotere di Erdogan.

Come riuscirà a realizzare il suo obiettivo ancora non è chiaro. Di certo, voglia di fare saltare il banco ne ha parecchia. Intanto ha preso armi e bagagli e, insieme con altri dirigenti ha lasciato il Mhp, il Partito nazionalista turco. L’accusa di Aksener contro l’attuale segretario di partito, Devlet Bahceli, uno dei politici più longevi e attaccati al cadreghino della Mezzaluna, è quella di aver dimenticato la matrice profondamente laica del partito ed essersi piegato per convenienza a tutte le richieste politiche fatte da Erdogan.

Di lei si è iniziato a parlare in modo consistente lo scorso marzo, quando ha dichiarato che avrebbe votato ‘no’ al referendum costituzionale che ha garantito al presidente Erdogan un potere pressoché illimitato. La consultazione è stata vinta per un misero 51,4% e in mezzo alle polemiche sui brogli, che Aksener ha rilanciato dai suoi account social.

La strada è tutta in salita. Per il momento la futura leader ha appoggiato la Adalet Yuruyusu, la Marcia per la Giustizia, organizzata dal Chp, il Partito repubblicano e principale voce dell’opposizione e alla quale hanno partecipato persone provenienti da ambienti politici diversi. Rimane però un nodo da scogliere ed è quello attorno al quale ruota uno dei principali problemi del Paese: la questione curda.

Aksener viene da un partito dove i curdi sono sempre stati considerati un fastidio da eliminare più che una minoranza a cui riconoscere dei diritti. Per creare un’opposizione numericamente convincente e in grado di contrastare Erdogan c’è bisogno anche di loro. A meno che la Lady di ferro della politica turca non riesca a portare via voti alla destra nazionalista e a quella islamica in massa, ma qui entriamo nel territorio del miracolo.

Per il momento si sa che la sua ambizione è enorme e potrebbe persino portarla a sfidare Erdogan alle presidenziali del 2019. Il Capo di Stato, però, ci ha abituato ai colpi di scena. E difficilmente lascerà che qualcuno possa insidiare uno strapotere accumulato in oltre un decennio.

Secondo molti analisti, per prima cosa è facile che tenti di andare al voto politico anticipato. Questo lascerebbe ad Aksener solo un periodo di tempo limitato per organizzarsi politicamente e soprattutto farebbe entrare in vigore in anticipo alcuni articoli della contestata riforma costituzionale.

C’è chi dice che l’avventura della ‘Lady di Ferro’ della politica turca sarà solo un fuoco di paglia. Di certo, però, la nascita di un nuovo partito rappresenta un grande elemento di novità in un Paese sostanzialmente immobile dal 2002, se si esclude l’exploit del partito curdo nel 2013, poi smantellato la Erdogan con mezzi leciti e illeciti.

Difficile prevedere quanto consenso potrà trovare e se il presidente la lascerà andare avanti senza che lei o qualcuno dei suoi non venga arrestato con l’accusa di terrorismo. Di certo, adesso ha un nemico in più da cui guardarsi.

erdogan

Chi è Meral Aksener, la Lady di ferro turca che mira a detronizzare Erdogan

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