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Il riassetto dell’area commerciale, la gara per fornire servizi di addestramento alle forze aeree britanniche e la partita a tre per la creazione di un gigante della cantieristica navale civile e militare che si gioca tra Italia e Francia. Sono questi i dossier più caldi sul tavolo di Leonardo, il gruppo italiano della difesa e dell’aerospazio guidato da Alessandro Profumo (in foto) che nicchia e non poco sul dossier navale (come svelato in questo articolo di Formiche.net nei giorni scorsi. Ecco tutte le ultime novità sul gruppo di piazza Monte Grappa presieduto da Gianni De Gennaro.

IL RIASSETTO

La riorganizzazione dell’area commerciale voluta da Profumo approderà al consiglio di amministrazione di Leonardo in calendario per il 21 settembre. Tra le novità anticipate da Angela Zoppo su MF/Milano Finanza ci sono il fatto che non ci sarà un direttore generale, e il battesimo di “una super-area che concentrerà tutte le funzioni commerciali del gruppo e delle divisioni, autonoma e centrale”. A guidarla, con “deleghe robuste”, scrive Zoppo, sarà un manager interno, Lorenzo Mariani, che al momento è a capo della divisione Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale: “Il manager avrà responsabilità diretta sulla parte italiana e l’ultima parola su qualunque decisione commerciale sia presa dalle divisioni e dalle attività estere”, si legge su MF.

I NUOVI ORDINI

Intanto Leonardo guarda al Regno Unito alla ricerca di nuovi ordini. È recente la candidatura dell’ex Finmeccanica alla gara per fornire alle Forze aeree britanniche e ai loro alleati servizi di addestramento aereo operativo e simulato per gli Eurofighter Typhoon e F-35 Lightning II della Royal Air Force (Raf) fino alla metà del 2030.
Un contratto stimato in circa 750 milioni di sterline, per il quale il gruppo correrà insieme a DA Defence (Discovery Air Defence Services Inc), controllata del gruppo Discovery Air, e Inzpire, che già collaborano da febbraio 2017.
Nell’ambito del programmata denominato Asdot (Air Support to Defence Operational Training) del ministero della Difesa britannico per formare i piloti di velivoli da combattimento, Leonardo comunica di poter “offrire il miglior connubio di simulazione, capacità di addestramento in rete e integrato per formare i piloti britannici di velivoli da combattimento”.
Inzpire sarà responsabile del piano Aggressor, mentre DA Defence della simulazione della minaccia aerea per l’addestramento più avanzato.

LA VICENDA FINCANTIERI/STX

E quale sarà il possibile ruolo di Leonardo nel raggruppamento a tre con Stx, Fincantieri e Naval Group per la creazione di un gigante della cantieristica navale civile e militare? Leonardo è azionista al 33% di Thales Alenia Space, divisione del gruppo che partecipa proprio Naval Group, controllata al 62% dallo Stato francese e al 35% appunto da Thales.

A esprimere timori e sollevare rilievi sul progetto ideato dalla Francia sono in molti. Secondo un addetto ai lavori vicino ai militari e all’ex Finmeccanica sentito da Formiche.net i francesi vorrebbero chiudere l’accordo per non essere spazzati via dal settore navale: “Mica fanno altrettanto su aerei ed elicotteri, dove sono sempre più in concorrenza con noi…”, ha detto la fonte che preferisce restare anonima. Per i sindacati “La Francia non può pretendere la maggioranza della gestione nel settore militare”, ha detto Giovanni Contento, segretario nazionale della Uilm, invitando il gruppo ex Finmeccanica a dire no.

Il governo italiano rallenta la corsa. Mentre sono ormai note le perplessità espresse sul progetto dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, più recenti risultano i timori del ministro Roberta Pinotti, che secondo la ricostruzione della settimana scorsa di Repubblica, avrebbe esortato i colleghi Paodan e Calenda a porre un freno all’unione fra i cantieri navali italiani e il cantiere Stx francese spinta da alcuni interrogativi di carettere militare e strategico. Ovvero, scrive Repubblica riportando alcuni quesiti rivolti giorni fa a Pinotti: “Se si farà il “Grande Accordo” con i francesi e se ci sarà dentro anche il Naval Group, che con Thales fa le stesse cose di Leonardo, l’industria italiana della Difesa potrà anche chiudere”.

 

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