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La nomina è abbastanza fresca – risale a novembre 2016 – ma, nonostante ciò, pare che Virginia Raggi non sia eccessivamente soddisfatta del lavoro del comandante della Polizia municipale di Roma Diego Porta (nella foto copertina). La scorsa settimana, in una riunione informale con alcuni rappresentanti del movimento, il sindaco avrebbe sollevato – secondo le indiscrezioni raccolte da Formiche.net nella burocrazia capitolina – alcune perplessità sull’operato del numero uno dei vigili urbani della Capitale e sottolineato l’esigenza di agire in modo più incisivo per far fronte alle tante emergenze della città eterna.

IL RUOLO DI PORTA

In realtà è quasi un anno che Porta guida la Polizia municipale di Roma. Prima della nomina ufficiale dello scorso novembre – della durata di tre anni – aveva ricoperto il ruolo di comandante ad interim per cinque mesi, da giugno a ottobre. Alla vittoria di Raggi, infatti, il suo predecessore Raffaele Clemente – nominato all’epoca della giunta di Ignazio Marino aveva istantaneamente rassegnato le sue dimissioni e costretto il neo-sindaco a una scelta immediata, con la decisione di affidare l’incarico temporaneo all’allora vice-comandante Porta. Che, poi è stato confermato dallo stesso primo cittadino.

LA CARRIERA PROFESSIONALE DI PORTA

Classe 1959, laureato in giurisprudenza e abilitato all’esercizio della professione di avvocato, Porta ha lavorato per tredici anni come funzionario della Polizia di Stato. Come emerge dal suo curriculum vitae (consultabile qui), l’ingresso tra le fila della municipale di Roma risale al 1998: ne diventa vice-comandante generale nel 2010 e, nel frattempo, si dedica anche all’insegnamento presso la Scuola Superiore di Polizia del ministero dell’Interno e l’Università La Sapienza. Infine l’ultimo salto di carriera con la nomina a capo della Municipale.

GLI OBIETTIVI DI PORTA

Ci attendono le sfide quotidiane che Roma nella sua complessità ci impone di affrontare: una condizione assolutamente necessaria per recuperare quel rapporto di credibilità con i cittadini che forse, nel corso degli anni, si è un po’ attenuato“. Erano state queste le prime parole pronunciate da Porta a novembre al momento dell’ufficializzazione della sua nomina: “E’  necessario” – aveva aggiunto – “uno sforzo di tutti noi, dai dirigenti ai funzionari, agli istruttori per dimostrare che nel semplice rapporto con la comunità sociale la polizia Locale è al servizio del cittadino senza se e senza ma“.

I DUBBI DI RAGGI

Sul suo operato ora, però, si addensano le prime nubi con le perplessità che sarebbero state confessate da Raggi. Normale dialettica? Preannuncio di una rottura? O il tentativo del primo cittadino di rassicurare esponenti baldanzosi del movimento che l’azione su diversi aspetti municipali – compresi quelli di competenza della polizia – sarà più incisiva? Si vedrà.

Che cosa pensa Virginia Raggi del capo della Polizia municipale di Roma?

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