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Domenica 1 ottobre il Papa visita la città di Bologna, in conclusione del X Congresso Eucaristico Diocesano. A venti anni esatti dalla visita di Giovanni Paolo II, il 28 settembre 1997, in cui celebrò la conclusione del 23esimo Congresso Eucaristico Nazionale.

IL PROGRAMMA DELLA VISITA

Il percorso di Papa Francesco toccherà alcuni luoghi dal valore simbolico per la città. Dopo l’atterraggio in elicottero, Bergoglio visiterà infatti l’hub di via Mattei, la “Lampedusa di Bologna”, dove incontrerà i migranti ospiti del centro e il personale. Reciterà in seguito l’Angelus in piazza Maggiore, davanti a cinquemila persone, con le prime file riservate al mondo del lavoro, ai disoccupati e ai i familiari delle vittime di stragi e attentati (2 agosto, Ustica, Marzabotto e Uno Bianca). Ad aspettare il Papa in piazza Maggiore ci sarà anche Gianni Morandi, che in attesa dell’arrivo del pontefice intratterrà i fedeli con alcune delle sue canzoni.

IL PRANZO CON I POVERI, L’INCONTRO CON GLI UNIVERSITARI E LA MESSA ALLO STADIO

A seguire, il pranzo nella basilica di San Petronio con i poveri (ben mille i partecipanti, selezionati dalla Curia, con menù pensato per rispettare le varie tradizioni religiose e il cibo inutilizzato che verrà consegnato al Banco Alimentare), l’incontro con diaconi e religiosi nella cattedrale di San Pietro e quello con il mondo universitario in piazza San Domenico. Infine la messa nello stadio Dall’Ara, davanti a 45 mila persone (80 mila è la capienza massima), con il palco posizionato davanti alla Tribuna centrale e l’altare in legno, dalla forma che richiama i portici della città, con incisa una frase del Cardinal Giacomo Lercaro.

IL NUOVO ARCIVESCOVO 

Ad attenderlo ci sarà l’arcivescovo Matteo Maria Zuppi, che ha raccontato della “molta attesa” da parte del Papa nei confronti di questa visita. Romano, nato nel ’55, Zuppi è il “modello tipico del vescovo secondo Papa Francesco”, come lo ha descritto la rivista francese La Croix. Cresciuto nella Comunità di Sant’Egidio già da prima di dedicarsi al sacerdozio, dopo tre anni come vescovo ausiliare di Roma è stato nominato nell’ottobre 2015 arcivescovo metropolita di Bologna, subentrato al cardinale Carlo Caffarra, venuto a mancare da poche settimane. Una diocesi importante, che raccoglie oltre alle eredità di Caffarra e di Lercaro, quella del card. Giacomo Biffi, ma altresì connessa in modo intimo con la figura di Giuseppe Dossetti e della cosiddetta “Scuola di Bologna”. Zuppi, nel suo ruolo, è una figura strettamente impegnata nel lavoro con i poveri e gli immigrati, e tra i bolognesi, con i quali ha instaurato subito una sana empatia, viene riconosciuto come “don Matteo”.

LA FIGURA DI ZUPPI

Pronipote del cardinale Carlo Confalonieri, il segretario particolare di Pio XI, ha partecipato a importanti mediazioni politiche con la Comunità di Sant’Egidio, come quella in Mozambico, e soggiorna spesso in luoghi come il Burundi. Appena arrivato a Bologna ha subito impresso il suo stile pastorale girando in bicicletta, visitando i cantieri della fabbriche, devolvendo gli utili della Faac (multinazionale di cancelli automatici di proprietà ereditata dall’arcidiocesi) alle famiglie bisognose, cercando di mediare tra forze dell’ordine e occupanti in contesti di sgomberi molto turbolenti, lavorando assieme all’economista Stefano Zamagni su un piano contro la disoccupazione. E bacchettando i corsi prematrimoniali con “poca sostanza” o i padri che “se ci presentano tre fidanzate diverse è difficile prenderli come buoni esempi”. Negli ultimi giorni, tra le numerose interviste rilasciate (qui alla Radio Vaticana, qui ad Avvenire) ha raccontato più volte di quanto il card. Caffarra attendesse questa visita prima delle sua morte.

LA TAPPA A CESENA

Ma la prima tappa della visita pastorale di Bergoglio in Emilia-Romagna sarà Cesena, ufficialmente per rendere omaggio al papa cesenate Pio VI, a distanza di trecento anni dalla nascita. Papa Pio VI, Giovanni Angelo Braschi, fu in realtà una figura storica del tutto particolare, di cui emerge un “ritratto non proprio lusinghiero”, come racconta Bruno Gabbi su Il Resto del Carlino. Oltre ad essere un uomo di cui “non pare ci siano molti punti di contatto fra l’austero pontificato di Francesco”, che visse in uno “dei più tremendi momenti della storia della Chiesa, culminato con i massacri durante la Rivoluzione Francese, migliaia di preti d’Oltralpe che lasciavano Roma, i ‘refrattari’, ossia chi restava fedele al pontefice, imprigionati, fucilati, ghigliottinati. E poi la calata di Napoleone in Italia, le spoliazioni, il trattato di Tolentino che segnò l’inizio della fine per lo Stato pontificio”. In tutto questo Pio VI era “debole, vanitoso, mondano. Mentre allestiva gallerie di scultura e innalzava obelischi e fontane, le monarchie europee rapinavano la Chiesa e piegavano la Chiesa a servizio di uno Stato assolutista”. Gli vennero persino negati i funerali religiosi: “venne sepolto solo l’anno dopo e, ultimo sfregio, sulla sua lapide fu scritto “Cittadino Braschi, che esercitava la professione di Pontefice”.

I DETTAGLI E LE CURIOSITÀ

La visita di Papa Francesco ha imposto misure di sicurezza straordinarie, come i quasi 20 km di barriere lungo le strade che l’auto scoperta percorrerà. Molte vie saranno chiuse, e il prefetto ha parlato di “mobilità sacrificata“.  Ci saranno negozi chiusi, e droni e telecamere a ganartire la sicurezzaIl sindaco Virginio Merola ha chiesto ai bolognesi di “avere pazienza“. Tra le curiosità, il ricevimento da parte del pontefice del Sigillum Magnum in San Domenico, la massima onorificenza accademica che verrà donata dal rettore Francesco Ubertini, già consegnata nel 1988 a Giovanni Paolo II; l’anticipazione a sabato della trasferta prevista a Genova del Bologna Calcio, per consentire a dirigenza e squadra di presenziare alla Santa Messa; e perinso un torneo di golf in onore di Papa Francesco, la “Francesco’s ProAm“.

IL SENSO DELLA VISITA

Il direttore della Caritas bolognese Mario Marchi, organizzatore del pranzo con i poveri, ha spiegato che il pasto sarà “un segno per tutti”. La presidente dell’Azione Cattolica di Bologna Donatella Broccoli ha raccontato che la comunità cristiana che il Papa troverà è “vastissima dal punto di vista numerico”, e “la parrocchia è ancora un grande punto di riferimento, soprattutto in ordine all’accoglienza di chi vive situazioni problematiche, per chi è povero ma anche per chi ha situazioni di povertà esistenziale o spirituale”. “Speriamo che le parole del Pontefice risveglino le coscienze e siano di speranza per i lavoratori e per chi, il lavoro, non lo ha ancora”, ha affermato il presidente provinciale delle Acli di Bologna Filippo Diaco. “Siamo contenti e onorati che il Papa, durante l’udienza alle Acli nel 2015, abbia scelto il tema del lavoro: questo conferma l’attenzione del Santo Padre per uno dei problemi principali del nostro tempo”, ha aggiunto. “Possiamo dire che la Chiesa di Bologna è chiamata a rispondere ad un invito di Gesù ad essere partecipi del suo stesso sentire”, ha infine concluso don Paolo Marabini, coordinatore del Congresso Eucaristico diocesano. “Un compito esigente che richiede purificazione da pesantezze, mancanza di fede, pigrizie e scoraggiamenti”.

Papa Francesco a Bologna. Tutti i dettagli

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