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Il segretario di Stato americano Rex Tillerson arriva oggi, martedì 11 aprile, a Mosca. La visita era già in programma, ma il protocollo è stato stravolto dall’azione americana in Siria di venerdì 7 aprile, quando Donald Trump ha dato semaforo verde per l’attacco di rappresaglia contro la base Shayrat, da cui secondo i dati in possesso dell’intelligence americana sarebbero partiti gli aerei responsabili degli atroci bombardamenti chimici di una settimana fa esatta.

ALLONTANARE MOSCA DA ASSAD

“Spero che la Russia stia pensando attentamente se proseguire la sua alleanza con Bashar el Assad, perché ogni volta che uno di questi attacchi orribili si verifica, cresce il suo livello di responsabilità”, ha detto Tillerson intervistato domenica da “This Week” della ABC. Una dichiarazione che non nasconde uno degli intenti del viaggio del capo della diplomazia americana: cercare di spiegare a Mosca che è necessario un allentamento del sostegno che sta offrendo al regime siriano.

LE RESPONSABILITÀ RUSSE

“Dovremmo chiedere alla Russia se ha consulenti in quella base (domanda retorica: ce li ha, ndr) e se sapeva che gli aerei siriani stavano decollando con a bordo le bombe chimiche”, ha detto a Fox News il sempre più potente Consigliere per la Sicurezza nazionale HR McMaster. “Per quale ragione la Russia non sia stata capace di raggiungere questo obiettivo non mi è chiaro. Chiaramente sono stati degli incompetenti e forse sono stati semplicemente manovrati dai siriani” è un’altra dichiarazione di Tillerson che interesserà il Cremlino. Il segretario si riferisce all’accordo sulle armi chimiche siriana raggiunto in sede Onu sotto la garanzia russa nel 2013: ora, se c’è una cosa appurata, è che in Siria ci sono ancora armi chimiche e che lo smantellamento degli arsenali di Assad ha lasciato sul più complesso campo di battaglia alcuni dei più potenti veleni militari (di cui evidentemente il regime prima non aveva fatto menzione nelle liste consegnate all’Opcw, l’organizzazione collegata all’Onu che si occupa di armi chimiche e sui cui la Russia è stata “incompetente”, secondo Tillerson).

“POTREMMO FARE DI PIÙ”

Domenica sulla questione è passata anche Nikki Haley, rappresentate americana alle Nazioni Unite, che ha detto che “in nessun modo” è possibile la pace se Assad resterà al potere in Siria. Haley era già stata protagonista di uno show accorato durante la riunione eccezionale del Consiglio di Sicurezza che ha seguito l’attacco chimico della settimana scorsa: alzandosi in piedi dal seggio di presidente che gli Stati Uniti occupano per turno, aveva mostrato le foto terribili dei bambini siriani morti sotto il sarin in faccia al vice rappresentate russo, ritenendolo corresponsabile di quanto accaduto; una situazione che a molti ha ricordato quando Adlai Stevenson mostrò, durante una riunione del CdS del 25 ottobre del 1962, le prove dei missili sovietici schierati a Cuba. “Potremmo fare di più” è la frase più ripresa di quelle pronunciate dalla Haley, che apre alla possibilità che quello di venerdì scorso non resti un unicum. “Una volta che la minaccia dell’IS sarà ridotta o eliminata, penso che potremmo rivolgere la nostra attenzione direttamente alla stabilizzazione della situazione in Siria”, ha ancora detto Tillerson a “Face the Nation” della CBS. E lunedì sera durante il briefing stampa il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer ha ribadito che “ogni volta che un bambino morirà per un attacco chimico o per una barrel bomb” Damasco sarà punito: considerando il ritmo con cui gli elicotteri di Assad sganciano i barili bomba, praticamente la punizione scatterebbe di continuo.

LA REPLICA DEL CREMLINO

Questo il clima che anticipa l’arrivo di Tillerson, al quale il Cremlino risponde. Il portavoce Dmitri Peskov ha dichiarato che il segretario americano non incontrerà il presidente Vladimir Putin, ma si limiterà a trattare questioni correnti con il parigrado Sergei Lavrov – e pensare che fino a pochi giorni fa si pensava che l’amministrazione Trump sarebbe stata segnata da un avvicinamento alla Russia e che nel 2013 Putin ha personalmente consegnato la più alta onorificenza (l’Ordine dell’Amicizia) che la Russia concede a un cittadino straniero a Tillerson, ai tempi Ceo della Exxon Mobil. L’attacco a Shayrat secondo Peskov ha dimostrato l’impossibilità di collaborare sulla soluzione della crisi siriana. Sulla possibilità che Tillerson avrebbe potuto utilizzare la visita per fare pressioni su Mosca al fine di allontanarla da Assad, come annunciato dai funzionari che hanno parlato anonimamente dei temi profondi dell’incontro con i giornali americani, Peskov ha detto che era un “non-starter”, ossia un discorso nemmeno da iniziare. Lo “pseudo-tentativo” di cercare di risolvere le cose con “il vecchio mantra” del deporre Assad, di certo non può aiutare le cose, ha detto Peskov.

Tutti gli obiettivi di Tillerson a Mosca

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