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“Noi di Ala abbiamo terminato il nostro ruolo. È finita. Ma una soluzione dietro l’angolo c’è: chiedere a Renzi di fondare il partito della Nazione». L’idea è del senatore campano di Ala Vincenzo D’Anna, che nei giorni scorsi ha attaccato i suoi compagni di partito: «Serve un manifesto di valori e chi lo interpreta. Verdini e Zanetti? Non ne hanno lo spessore. Penso a Marcello Pera, ma anche a Lorenzo Cesa e Angelino Alfano». Che succede tra i verdiniani? Il successo del No cambierà qualcosa nei rapporti tra la verdiniana Ala e il Pd renziano in subbugli? Al momento non ci sono cambiamenti di sorta. In occasione dell’ultimo direttivo tenuto in settimana, il primo dopo il referendum per analizzare gli esiti del voto, il movimento verdiniano ha deciso per dare vita a gruppi unici alla Camera, dove sono già federati con Scelta civica, e al Senato. Ecco come, per ora, Ala si è ramificata nei territori.

Una spina dorsale toscana e campana, con buone ramificazioni in Puglia, Lombardia e Sicilia. Il movimento Ala capitanato da Denis Verdini (nella foto con il parlamentare azzurro Antonio Angelucci) non è soltanto Firenze e dintorni. Ma ha assorbito nel proprio gruppo al Senato, e anche in quello alla Camera con alcuni pezzi di Scelta Civica, una serie di parlamentari molto radicati e legati ai singoli territori.

SENATO

Il capogruppo è Lucio Barani, craxiano di ferro, originario di Aulla, tra Liguria, Emilia e Toscana, dove è stato sindaco dal 1990 al 2004. Già nel Psi, passando per il Nuovo Psi, per poi approdare a Forza Italia, ha il tratto distintivo dell’antidipietrismo come d’altronde molti dei verdiniani. Infatti nel 1997 dichiarò il suo paese “Comune de-dipietrizzato” ma prima, negli anni di Tangentopoli, offrì la cittadinanza onoraria a Craxi, Andreotti e Forlani e per consegnarla all’ex leader socialista volò di persona ad Hammamet. E nella città tunisina in occasione dei suoi funerali fu l’unico sindaco italiano presente.
Forte è la componente toscana, dunque, con il vicepresidente Vicario Riccardo Mazzoni di Prato, in passato coordinatore provinciale PdL, giornalista ed ex direttore del Giornale della Toscana.

Altro zoccolo duro di voti è in Campania, con Vincenzo D’Anna e Pietro Langella. C’è poi Domenico Auricchio, per due volte sindaco della sua Terzigno, “innamorato” del Patto del Nazareno. Eva Longo di Salerno, (vice presidente della Commissione Bilancio) che proviene da una lunga militanza democristiana e nel Ccd. Un’ex fittiana, proprio come tanti altri in Ala, a partire da Ciro Falanga, noto avvocato penalista da Torre del Greco, eletto per la prima volta nel 2001 in FI, da cui poi aderisce al Movimento Repubblicani Europei.  Dalla corrente fittiana, passa in Ala. Come altri due ex CoR: Milo (ultimo arrivato) e Ruvolo. Il primo è un altro nome forte in Campania, pluri eletto in Consiglio Regionale, dove si forma tra Dc e Ccd con un passaggio nel Mpa. Il secondo medico ad Agrigento: nel 1980 la prima candidatura con la Dc. Poi una lunga trafila centrista, sino alla fondazione dell’Udc e poi alla militanza nei Popolari di Italia Domani. Con Scavone e Compagnone a Catania sono il trittico di siciliani.

In Puglia il nome forte è quello di Francesco Maria Amoruso da Bisceglie, deputato dal 1994 per An, Pdl e Fi, con una lunga esperienza amministrativa: vice sindaco di Bisceglie, candidato alle provinciali nel 2004 e per anni coordinatore regionale di An e Pdl. Nel brindisino c’è Pietro Iurlaro, molto legato al territorio (e con molti voti all’attivo): è stato infatti consigliere Comunale a Francavilla Fontana, vicesindaco e Presidente del Consiglio, assessore e consigliere Provinciale a Brindisi e consigliere Regionale.

In Lombardia è Bergamo il centro dei verdiniani, con Pagnoncelli e Piccinelli. Il primo, ex Fi e CoR, entrato in Parlamento al posto di Mario Mantovani, dimessosi per incompatibilità con la vicepresidenza di Regione Lombardia nel giugno del 2013. Il secondo era subentrato ad Antonio Verro (nel cda della Rai) a fine maggio 2013, già membro del consiglio d’amministrazione della Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo). Il quadro si completa con Riccardo Conti di Brescia e con l’ex grillina Adele Gambaro, bolognese, tra le prime ad essere espulse dal Movimento grillino. Era il 2013 e aveva espresso dure riserve sulla linea comunicativa tenuta da Grillo in occasione delle elezioni amministrative. Dopo la ratifica da parte della rete, passò al Misto e lo scorso gennaio in Ala.

CAMERA

Alla Camera i verdiniani “coabitano” con gli ex montiani di Enrico Zanetti all’interno del gruppo denominato Scelta civica verso cittadini per l’Italia-Maie, nato lo scorso ottobre. Oltre all’attuale viceministro alle Finanze (dimissionario assieme al governo nel post referendum) che molto si è speso per le iniziative legate a Liberi Sì, capogruppo è Saverio Romano, già berlusconiano doc e ministro dell’Agricoltura, ha un piccolo record: in occasione delle elezioni Europee del 2009 da capolista dell’Udc nella Circoscrizione “Isole”, prese 110.403 voti di preferenza risultando il più votato dell’Udc in tutta Italia. Ma non venne eletto. Suo vice è il giornalista Massimo Parisi, verdiniano doc, autore del volume “Il Patto del Nazareno” (Rubbettino). Fiorentino, fu eletto per la prima volta nel 2008 dopo aver diretto “Metropoli” ed essersi guadagnato il soprannome di “Bisignani di Toscana”.

Tesoriere è il calabrese Pino Galati, altro ex fittiano e uomo dall’ingente bacino elettorale. Deputato dal 1996, sottosegretario nel governo Berlusconi III, raccoglie i suoi consensi anche grazie all’intensa attività associativa. Monica Faenzi e Giorgio Lainati sono gli altri due nomi che da Forza Italia hanno aderito ad Ala. Lainati è legato dal 1984 al gruppo Fininvest: giornalista per Studio Aperto e Tg5, prima di assumere l’incarico di capo ufficio stampa di Forza Italia, poi vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai.

Esponente di primo piano del gruppo verdiniano sono l’avvocato Ignazio Abrignani e i giornalisti Luca D’Alessandro e Giovanni Mottola tutti provenienti da ruolo di spicco in passato in Forza Italia.

twitter@FDepalo

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