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“È impensabile ipotizzare una continuità con l’amministrazione Obama. Inevitabilmente assisteremo a un cambio di rotta nella politica estera americana con la presidenza Trump”. Non ha dubbi l’ambasciatore Robert Gallucci, che Formiche.net incontra a margine della sessione del Global Security Forum dedicata alla sfida – sempre più insidiosa – della Corea del Nord. Terreno noto per Gallucci, che nel 1994 coordinò i negoziati USA durante la delicatissima crisi nucleare.

Oggi è professore di Practice of Diplomacy alla prestigiosa Georgetown University e direttore del John W. Kluge Center della Libreria del Congresso. Non ci nasconde la fierezza delle sue origini italiane: “La famiglia di mio padre era emigrata negli Stati Uniti da una piccola cittadina non lontana da Napoli, Atripalda in provincia di Avellino”.

Per oltre vent’anni Gallucci ha ricoperto importanti ruoli istituzionali, occupandosi precipuamente di sicurezza internazionale. È stato Ambassador-at-Large e inviato speciale del Dipartimento di Stato e occupandosi nello specifico della proliferazione di missili balistici e delle armi di distruzione di massa. L’Ambasciatore ha anche lavorato come vicedirettore esecutivo della commissione speciale delle Nazioni Unite che ha supervisionato il disarmo dell’Iraq dopo la prima Guerra del Golfo.

“Il presidente eletto non accetterà alcun tipo di preconcetto. È istintivamente creativo. Gli piace sorprendere i suoi interlocutori. Spero che questo, però, non provochi danni”. Cambierà qualcosa nelle relazioni tra Usa ed Europa? “Spero di no, mi auguro che il presidente capisca che la sicurezza degli Stati Uniti è strettamente correlata a quella europea”.

Quale sarà la più importante sfida diplomatica per Trump? “Beh, sul suo tavolo il presidente troverà molte questioni problematiche, come quelle legate alla Siria, al Medioriente – risponde Gallucci – Il presidente ha più volte dichiarato la volontà di stabilire rapporti più distesi con la Russia, cosa assai più complicata nella pratica. Ma non solo, si troverà ad affrontare anche le relazioni con la Corea del Nord, con la Cina e tutti gli altri Paesi in cui gli Stati Uniti hanno interessi. Questioni di gran lunga più complesse di quanto apparivano durante la campagna elettorale”.

Robert Gallucci

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