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Cosa vestirà Melania Trump all’Inauguration Day del 20 gennaio, giorno dell’insediamento del nuovo presidente Donald Trump? Perché nessuno stilista rinomato vuole occuparsi delle mise della nuova first lady americana? Come farà l’ex modella slovena a gestire il suo guardaroba?

Riviste e pubblicazioni di moda sono in fibrillazione sulla mise di Melania venerdì prossimo alla Casa Bianca. L’armadio della (terza) moglie di Trump è diventato un tema di Stato: fino ad oggi sono 17 gli stilisti che si sono pronunciati sulla possibilità di disegnare l’abbigliamento di Melania.

THEALLET, JACOBS, FORD. I PRIMI OPPOSITORI

Quando ancora Trump non aveva vinto le elezioni, molti stilisti hanno detto che mai avrebbero prestato la loro opera per Melania. Sophie Theallet, designer francese che si è dedicata molto a Michelle Obama, è stata una delle prime sostenitrici del boicottaggio. Con un lungo post sui social network, Theallet ha spiegato perché il suo rifiuto non solo è personale, ma è anche una scelta politica: lei non dimentica le frasi razziste pronunciate da Donald Trump perché è anche lei un’immigrata negli Stati Uniti. Altri rifiuti netti sono arrivati da Marc Jacobs, Tom Ford, Phillip Lim, Derek Lam e Humberto Leon di Kenzo. Sono convinti che i valori e i messaggi trasmessi dal nuovo coinquilino della Casa Bianca non sono compatibili con i loro principi.

DIANE VON FURSTENBERG: PRIMA NO, DOPO SÌ

La stilista belga Diane von Furstenberg, che in principio si era schierata a favore della candidata Hillary Clinton (qui l’approfondimento di Formiche.net sul supporto dell’industria della moda), ha invitato i 500 membri della Council of Fashion Designers of America (Consiglio degli stilisti degli usa) di “abbracciare le differenze, essere aperti di mente, essere generosi”. Forse – a elezioni fatte – ha fatto i conti con il probabile guadagno economico e di pubblicità che rappresenta vestire una first lady.MELANIA 001

FASHIONISTA: NON CI OCCUPEREMO DI MELANIA

Anche il popolare sito web Fashionista ha detto che non intende occuparsi delle mise di Melania Trump: “Non intendiamo avere nessuna parte nella normalizzazione della famiglia Trump – ha scritto – specialmente per quanto riguarda le scelte stilistiche della first lady. Non vogliamo contribuire a umanizzare o far luce su un’amministrazione che rappresenta una minaccia per le donne, le minoranze e gli immigrati”.

LA GIOIA DI DOLCE & GABBANA

Altri invece sono disponibilissimi a mettersi al lavoro. Stefano Gabbana (di Dolce & Gabbana) ha ringraziato, postando una foto su Instagram, la scelta della first lady di un abito lungo smanicato della maison per festeggiare la notte di Capodanno in Florida con il marito: “MelaniaTrump #DGWoman thank you #madeinitaly”.MELANIA 002

PER GIORGIO ARMANI È SOLO LAVORO

Non ci sono ritrosie politiche neppure per Giorgio Armani. Alla domanda se vestirebbe la first lady, lo stilista italiano ha risposto: “È il mio lavoro. Disegno abiti per vestire belle donne. Melania Trump è una bella donna, perché non vestirla?”. Sul presidente Trump ha detto che “è migliorato fisicamente, ha un ciuffo meno importante e un modo di porgersi più discreto”, si legge sul Sole 24 Ore. “Spero che i detrattori di Trump si possano ravvedere su ciò che farà – ha detto -. Se farà delle belle cose avranno sbagliato, altrimenti avranno avuto ragione”.

CAROLINA HERRERA (E IL VESTITO DI MARLA MAPLES)

Anche la stilista venezuelana Carolina Herrera si è resa disponibile a lavorare per Melania Trump: “Certo, lo farei. Come first lady degli Usa la vestirei. È un onore vestire le moglie dei presidenti di quel Paese ed è qualcosa che bisogna fare per gli Stati Uniti. Non per me, ma per il pubblico”. “Tra due o tre mesi – ha aggiunto – tutto il mondo vestirà come lei. Rappresenterà gli Stati Uniti”.melania 004

Herrera ha un rapporto stretto con la famiglia Trump. È molto amica di Ivanka Trump, la figlia prediletta del presidente. Nonostante ciò, forse Melania ricorda che era disegnato da Herrera il vestito indossato da Marla Maples, la seconda moglie di Trump, il giorno delle nozze nel 1993.

Forse, alla fine, Melania potrebbe stupire tutti all’Inauguration Day con la scelta pattriotica di uno stilista (anche sconosciuto) made in Usa.

 

 

 

 

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dolce gabbana

Dolce & Gabbana, Armani e la guerricciola degli stilisti su Melania Trump

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