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Sin dalla sua comparsa sulla scena il M5S è stato caratterizzato da una idiosincrasia nei confronti dei media tradizionali, considerati per lo più megafono del potere se non veri e propri mistificatori della realtà, e da una lotta a chi fosse coinvolto, anche solo marginalmente, da provvedimenti giudiziari. Negli ultimi giorni dal Blog di Beppe Grillo sono arrivate due indicazioni che da un lato confermano la scarsa fiducia nei confronti dei giornali, dall’altro conferiscono un’apertura garantista al Movimento. Ne abbiamo parlato con il professor Paolo Becchi, un tempo intellettuale vicino al M5S.

Beppe Grillo ha proposto l’istituzione di una giuria popolare con cittadini estratti a sorte per far fronte alle cosiddette bugie dei media tradizionali.

Io credo sia una delle sue solite boutade, un tentativo di sviare l’attenzione da altri temi. D’altra parte la giuria popolare già esiste e risiede nella rete.

Che cosa intende.

Guardi le racconto un episodio che mi è capitato proprio ieri. Sono stato ospite di Tgcom24 insieme ai direttori del “Corriere della Sera” , de “Il Giornale”, de “La Verità” e di altri importanti esponenti del giornalismo. Eravamo stati chiamati a parlare proprio della “Giuria popolare” proposta da Grillo. Io mi sono permesso di fare delle osservazioni al direttore del Corriere su un articolo pieno di notizie false sull’euro. Il servizio è andato in diretta e quindi, chiaramente, non hanno potuto censurare nulla ma quando è stato ripubblicato tutte le parti in cui io dialogavo con il direttore del Corriere erano state tagliate e questo perché lui non ne era uscito bene. La rete se n’è accorta perché il mio intervento era stato già pubblicato online. Quando chi ha il piacere di seguirmi si è reso conto dei tagli fatti non ha esitato a segnalarlo. Ecco questo per dirle che la giuria popolare già esiste e non serve istituirne una nuova. La rete è l’unica in grado di fare controinformazione.

Purtroppo in rete si trovano spesso notizie palesemente false che riescono a sopravvivere e a diffondersi. I social media hanno dato la possibilità a chiunque di “farsi media”.

Io non credo sia un aspetto negativo. Il problema in Italia non è l’orizzontalità ma la verticalità dell’informazione sbagliata e falsa. Noi abbiamo organi d’informazione cartacei di grande diffusione che fanno propaganda e disinformazione ogni giorno, questo è il dato di fatto. Il problema oggi non è il singolo cittadino che ha la possibilità di esprimere il suo pensiero, magari anche con una battuta su Twitter o su Facebook, ma è avere organi di informazione, cartacei o televisivi, che raccontano palle quotidianamente e non si riesce a bloccarle. Quando poi magari si riesce a controbattere succede quello che è successo a me ieri. Questo è il problema non il singolo cittadino che magari qualche volta sbaglia e fa osservazioni errate.

La rete però non è sempre capace di distinguere il vero dal falso e di espellere le notizie non veritiere ma, al contrario, le ospita e non le argina.

Non sono d’accordo, la rete è in grado di metabolizzare e di espellere le notizie false. Sulla rete gli errori non sono ammessi, questo sui giornali non avviene. Le faccio un esempio. Io da ragazzo leggevo “La Stampa”, quotidiano sul quale scrivevano Norberto Bobbio e Gianni Vattimo. Ecco io le dico che non c’è il minimo paragone tra quel giornale degli anni ’70 e quello nelle edicole oggi. Pensi alla notizia sulla sedicente signora “Di Maio” che su Twitter aveva preso di mira il PD. Un giornalista de “La Stampa” aveva ipotizzato che fosse un hacker al soldo del M5S e invece alla fine si scoprì che era la moglie di Brunetta. Ma nessuno si è scusato.

Il M5S, proprio come tutti i partiti, si ritrova a dover capire come comportarsi nei confronti dei suoi esponenti che ricevono le attenzioni della magistratura. C’è chi scrive che il nuovo codice etico testimoni una svolta garantista all’interno del Movimento.

Io so che la risposta del M5S è stata che questa è una bufala. Ora io non vorrei che il Ministero della Verità passasse dai giornali al blog di Grillo, io vorrei che non ci fosse alcun Ministero della verità. Io mi sento di dissentire da Grillo. Garantismo o non garantismo il dato di fatto è che il vecchio codice è stato sostituito da uno nuovo in cui si dice che un avviso di garanzia non è più sufficiente per essere espulsi, bene è diverso rispetto a quanto detto fino a ieri. Le dico di più, questo è un codice etico ad personam cucito addosso alle necessità del sindaco Raggi per salvarla da possibili avvisi di garanzia. Un codice etico c’era già prima, firmato dal sindaco Raggi.

Perché Grillo sta proteggendo il sindaco Raggi? 

Grillo non può abbandonare il sindaco Raggi perché non può permettersi di perdere Roma. Con il vecchio codice etico la Raggi avrebbe corso il rischio di doversi dimettere in caso di avviso di garanzia e questo avrebbe trascinato la Capitale ad elezioni anticipate. La perdita di Roma sarebbe un grosso danno all’immagine del M5S e dunque Grillo ha deciso di tutelarla in ogni modo. Tutelando la Raggi, che io reputo un’autentica incapace perché non in grado di presentare da subito una squadra di Governo decente sebbene la sua elezione fosse stata annunciata da mesi, Grillo ha voluto tutelare Di Maio che del sindaco è stato il primo sponsor. Nel 2018, o forse anche prima, ci saranno le elezioni politiche e Grillo deve proteggere il suo candidato Premier.

paolo becchi

Il codice etico dei 5 Stelle salverà Virginia Raggi. Parla il prof. Becchi

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