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PISA, acronimo di Programme for International Student Assessment, è un’indagine internazionale promossa dall’Ocse, con cadenza triennale. Il primo ciclo dell’indagine si è svolto nel 2000; il 2015 è stato il sesto ciclo,e la rilevazione è stata rilasciata il 6 dicembre 2016. L’obiettivo principale di PISA è rilevare le competenze degli studenti di 15 anni in Lettura, Matematica e Scienze. Ogni rilevazione è costituita da un dominio principale d’indagine e da due domini minori. Il dominio principale nel ciclo 2015 è stato Scienze. Alla rilevazione PISA 2015 hanno partecipato 72 paesi di cui 35 OCSE. L’Italia ha ottenuto nella scala principale di Scienze un punteggio medio pari a 481 punti, significativamente inferiore di 13 punti alla media OCSE (493). L’Italia occupa nel ranking internazionale tra la 26esima e la 28esima posizione rispetto ai paesi OCSE; tra la 32esima e la 36esima rispetto a tutti i paesi partecipanti.

Il nostro Paese non si differenzia significativamente da Federazione Russa, Lussemburgo, Ungheria, Lituania e Croazia. Rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea, si registra, invece, un punteggio medio significativamente inferiore.

Con riferimento alla rilevazione PISA 2006, si è registrato un miglioramento rispetto a Islanda e Repubblica Slovacca. Viceversa, si è registrato un decremento rispetto al Portogallo.Tuttavia, è importante osservare che si rileva una sensibile riduzione del divario tra il risultato conseguito e la media dei paesi OCSE. In Italia, gli studenti che raggiungono il livello minimo di competenza (livello 2) sono due punti percentuali superiori alla media OCSE (27% vs 25%). Anche gli studenti che non raggiungono il livello 2 sono in percentuale maggiore rispetto alla media internazionale (23% vs 21%), mentre gli studenti a livelli alti di competenza (livello 5 o superiore) sono in percentuale minore (4% vs 8%). Le differenze di genere continuano a persistere. La differenza tra ragazzi e ragazze in Scienze in PISA 2015 è di 17 punti a favore dei ragazzi. A livello internazionale tale differenza è di 4 punti.

A livello italiano si conferma ancora una volta il divario Nord-Sud: in media le regioni del Nord hanno mostrato un rendimento superiore sia alle aree del Centro e del Mezzogiorno, sia rispetto al dato nazionale. Anche a livello di tipologia di istruzione l’andamento nazionale è confermato dal rendimento migliore dei licei, a seguire gli istituti tecnici e gli istituti professionali. I centri di formazione professionale, così come nel 2012, non sono risultati significativamente diversi dagli istituti professionali. In Matematica il punteggio medio ottenuto dagli studenti italiani è pari alla media internazionale (490). Tra i paesi europei, il nostro Paese ha ottenuto un punteggio simile anche a Svezia, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Portogallo, Spagna, Austria, Francia.

L’Italia ha ottenuto un punteggio medio superiore a Ungheria, Grecia, Repubblica Slovacca, Lettonia; mentre ha ottenuto un punteggio inferiore rispetto a Polonia, Danimarca, Belgio, Irlanda, Estonia, Paesi Bassi, Germania, Slovenia, Finlandia.I risultati di PISA 2015 danno ragione di un consolidamento del miglioramento degli esiti riscontrati nelle edizioni precedenti ma francamente dobbiamo recuperare, anche per quanto riguarda i diversi livelli di competenza, la percentuale di studenti italiani è in linea con il dato internazionale. Rispetto ai cicli precedenti, PISA 2015 ha fatto registrare un miglioramento significativo in confronto al 2003 e al 2006 (24 e 28 punti rispettivamente); non ci sono variazioni significative relativamente al 2009 e al 2012.

Anche per la Matematica, l’edizione 2015 di PISA ha registrato differenze di rendimento a favore dei ragazzi (+20 punti). Rispetto al 2003, sia i ragazzi sia le ragazze hanno ottenuto un miglioramento significativo (25 punti e 23 punti rispettivamente). Nessun cambiamento significativo è emerso rispetto al ciclo 2012. Infine, relativamente ai confronti nazionali, anche per la Matematica, le aree del Nord Italia hanno mostrato un punteggio superiore alla media nazionale e alle aree del Sud. Per la tipologia di istruzione, gli studenti liceali hanno ottenuto un punteggio superiore rispetto agli studenti che frequentano altri tipi di istituti. Ancora una volta, gli studenti dei centri di formazione professionale hanno ottenuto un punteggio simile agli studenti degli istituti professionali. Vale sempre la scelta che abbiamo fatto, cioè di suggerire più impegno rispetto ai dati emersi in merito a 3 elementi che mettono in risalto inefficienze non più sostenibili e che dovrebbero imporci di allocare meglio le risorse: 1. Elevate ripetenze e bocciature: un sesto dei quindicenni italiani ha ripetuto un anno e il 10% è stato bocciato alla scuola superiore.

I costi umani ed economici delle bocciature e delle ripetenze sono altissimi, ed è provato che sono un rimedio peggiore del male. Ci sono Paesi come la Finlandia che hanno ottimi risultati, senza selezione, con un numero di ripetenze bassissimo. 2. Molte ore di scuola e di studio con risultati inferiori a Paesi che ne hanno meno. La quantità non è sinonimo di qualità. I nostri curricoli bulimici costruiti con un numero esorbitante di discipline obbligatorie, che richiedono più ore di scuola e di studio, non si traducono in migliori risultati, ma al contrario in peggiori rispetto a Paesi che ne hanno meno come Finlandia, Germania, Svizzera.3. Gli studenti italiani sono fra i più assenteisti. Il numero delle ore e dei giorni “saltati” è impressionante, solo un Paese ci supera per numero di assenze degli studenti. Un costo elevatissimo e un segnale clamoroso che la scuola non è un luogo in cui si vada volentieri.

Le competenze degli studenti italiani secondo l'Ocse

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