Skip to main content

Nel tardo pomeriggio di lunedì Paolo Gentiloni ha comunicato al presidente della Repubblica italiana di aver accettato l’incarico per formare il governo, e ha presentato la lista dei ministri. Tra le molte conferme del precedente esecutivo, di cui lo stesso Gentiloni era parte, spicca la nuova nomina ad Angelino Alfano, per cui il Parlamento voterà la fiducia come ministro degli Esteri (ruolo occupato proprio da Gentiloni fino a due settimane fa). Alfano avrà un ruolo importante, perché tra i vari interrogativi attorno al nuovo governo italiano ci sono quelli che riguardano la dimensione che Roma vorrà (o potrà) assumere a livello internazionale, aspetto uscito un po’ dall’agenda di governo negli ultimi mesi per dare spazio al referendum costituzionale. Impellenti sono gli appuntamenti istituzionali, come il Consiglio europeo in programma il 15 dicembre, nel marzo prossimo l’anniversario dei Trattati di Roma e a fine maggio la presidenza del G7 che si svolgerà a Taormina. Ma i dossier scottanti non mancano. Ecco una breve rassegna.

Gentiloni ha fatto sapere che vorrà andare avanti “fino a che ci sarà la fiducia” parlamentare, però è evidente che la situazione è instabile – ci sono già alcuni senatori che minacciano di non votare la fiducia necessaria all’insediamento – e questo peserà su molti dossier internazionali. A cominciare dalla Libia, per esempio: il nuovo presidente del consiglio italiano è considerato uno dei maggiori sostenitori del premier designato dall’Onu Fayez Serraj, in crisi di consensi nonostante il suo governo sia stato il primo a sconfiggere definitivamente una delle più importanti basi statuali dello Stato islamico a Sirte (per quanto riguarda la presenza di cellule terroristiche diffuse per il territorio libico, invece, ci sarà da lavorare). La nomina di Gentiloni, secondo gli osservatori, dovrebbe significare il mantenimento delle linea tenuta finora da Roma, ma il problema è che sulla Libia, come altrove, diverse condizioni a contorno stanno cambiando e non è chiaro quanto l’Italia vorrà o potrà spingere in una fase che è comunque, per lo meno al momento, percepita come transitoria. Paradigma: il generale Khalifa Haftar, l’opposizione a Serraj e all’Onu. Gentiloni, che dagli Esteri ha sempre ribadito la necessità di stabilizzazione per la Libia, anche nell’ottica del controllo dell’immigrazione sud-mediterranea, in passato aveva aperto alla possibilità di trattare con Haftar, se solo il generale avesse fatto un passo indietro sulle proprie ambizioni egemoniche e avesse accettato un ruolo-parte nel governo Onu. Ora però questa possibilità già remota si sta ulteriormente allontanando, perché mentre Serraj traballa il generalissimo della Cirenaica sta prendendo peso anche grazie al supporto russo, e il nuovo presidente americano Donald Trump ha già detto che è sua intenzione collaborare con Mosca su tutti i principali dossier critici internazionali. Che cosa farà il governo italiano che finora si è sempre appoggiato all’America, anche nel tenere una linea rigida, seppur più mite, nei confronti della Russia?

L’ex capo della diplomazia italiana, ora primo ministro, è stato il fautore della linea “fermezza e dialogo” (parole sue) da usare con Mosca: il suo lavoro, e quello del governo che rappresentava (e in fondo ancora rappresenta) è stato importante in sede UE quando si doveva decidere se sanzionare la Russia per l’orribile vicenda di Aleppo – ancora in corso, forse verso la tragica fase finale –, opponendosi alla linea dura rappresentata da Francia, Germania e Regno Unito, e avendo la meglio nel bloccare le procedure punitive proposte. Ma allo stesso tempo l’Italia ha già annunciato che parteciperà al programma Nato di rafforzamento delle forze di pronto intervento schierate sul Baltico come deterrenza nei confronti della Russia. L’Italia difficilmente ha preso decisioni eccezionaliste, e negli ultimi due anni, complice anche l’ottimo rapporto personale tra Matteo Renzi e Barack Obama, ha seguito tout court la linea dettata da Washington – tra gli ottimi rapporti italo-americani, quello dello stesso Gentiloni e l’ex segretario di Stato John Kerry: Alfano saprà, o potrà, fare altrettanto con il nuovo capo della diplomazia statunitense Rex Tillerson? L’amministrazione Obama ha una scadenza chiara, il 20 gennaio, e “il governo Renzi-bis senza Renzi” (come i critici ironizzano a proposito dell’esecutivo stampo del precedente di cui Gentiloni dovrà prendere il timone) ha davanti a sé un alleato, Trump, completamente nuovo e con cui occorre costruire interamente i rapporti – partendo tra l’altro da una posizione non facile, visto che Gentiloni, come d’altronde quasi tutti i leader mondiali, sosteneva la sua avversaria Hillary Clinton. Da gennaio, per dodici mesi, l’Italia avrà anche la presidenza temporanea del G7, con un vertice nevralgico a fine maggio che si svolgerà a Taormina. Sul piatto il primo banco di prova credibile per valutare le politiche americane trumpiste – focus sui rapporti con i vecchi alleati della nuova Casa Bianca – , ma anche la possibilità di continuare o meno lo schema a sette, ossia senza la Russia.

Altro capitolo i rapporti con l’Unione Europea: Gentiloni è un politico apprezzato, capace alla mediazione che servirà per dare peso all’Italia all’interno delle dinamiche di Bruxelles – ma anche in questo caso gli scettici sottolineano che potrebbe aver le mani legate. Per il “quiet man“, come lo definisce la BBC, il primo appuntamento è fissato per giovedì alle 12,30, con il Consiglio d’Europa e sul tavolo che condividerà con gli altri capi di stato e di governo c’è già la situazione del sistema bancario italiano (col caso critico del Monte dei Paschi di Siena) e l’approvazione della manovra di bilancio. Ma Gentiloni in Europa dovrà anche cerca di negoziare accordi migliori per la questione immigrazione: accordi che spostino l’interesse di Bruxelles lontano dalla risposta “in emergenza” ma verso politiche più larghe; era il 4 ottobre, due mesi prima della sconfitta renziana al referendum, quando Gentiloni intervenendo ai microfoni di America24, ancora da ministro degli Esteri, dettava un piano ambizioso per risolvere il problema dei flussi migratori africani, fronteggiarli con lo sviluppo, trasformare una necessità (stoppare i migranti e i viaggi disperati, mortali a cavallo del Mediterraneo) in un’occasione di investimento per le aziende europee che avrebbe permesso ai paesi interessati di crescere e obliterare le condizioni critiche da cui i profughi fuggono – due settimane prima era stato l’allora premier Renzi a bacchettare l’Europa, dal podio dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, sull’incapacità di Bruxelles nel “tradurre in azioni i discorsi e le buone intenzioni” sull’Africa.

Ecco l'agenda Gentiloni-Alfano in politica estera

Nel tardo pomeriggio di lunedì Paolo Gentiloni ha comunicato al presidente della Repubblica italiana di aver accettato l'incarico per formare il governo, e ha presentato la lista dei ministri. Tra le molte conferme del precedente esecutivo, di cui lo stesso Gentiloni era parte, spicca la nuova nomina ad Angelino Alfano, per cui il Parlamento voterà la fiducia come ministro degli…

L’Internet of Things e l’artigianato italiano

Oltre 1 milione di piccole imprese con meno di 20 addetti, per più di 3 milioni di lavoratori coinvolti nella rivoluzione IoT. Questi i numeri che riguardano il cuore pulsante dell’economia italiana. Si sa, qualche grande realtà imprenditoriale esiste – ed anche di successo – ma la vera eccellenza nostrana si compone di quella miriade di piccole o piccolissime realtà,…

Timbrare il cartellino è un dovere, anche a Napoli

È molto interessante e da attenzionare (come dicono i carabinieri ) una sentenza del Tribunale di Napoli confermata in Cassazione che sconfessa il rituale (mò ci mettiamo d’accordo tra di noi)in voga nella capitale partenopea. In buona sostanza: timbrare il cartellino è un dovere: il lavoratore che non lo fa può essere licenziato per giusta causa. I fatti. Un dipendente di…

Tutte le frontiere dell'e-government a Milano

E-government e smart city: a Milano si può? La sfida è stimolante e tanto c’è da fare in termini di innovazione perché “la Grande Milano giunge solo oggi a darsi la dimensione amministrativa di Città Metropolitana e con questa ricerca offriamo il nostro contributo operativo per indicare le migliori pratiche che emergono da Barcellona e Monaco di Baviera per rendere…

Vi racconto la malinconica gara fra Bersani e D'Alema a chi è più anti Renzi

Si sa che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Ma non c’è stato verso di far ragionare nessuno in questi giorni nei piani alti dei palazzi della politica. Dove tutti hanno avuto una gran fretta di fare tutto. A tamburo battente Matteo Renzi ha lasciato Palazzo Chigi, il presidente della Repubblica gli ha trovato un successore, credo indicatogli dallo…

Valeria Fedeli

Tutti i dossier spaziali sul tavolo di Paolo Gentiloni e Valeria Fedeli

Tra i dossier sul tavolo del prossimo presidente del Consiglio Paolo Gentiloni c’è anche lo spazio, settore che sarà seguito in particolare dal nuovo ministro dell'Istruzione e della Ricerca, Valeria Fedeli, che prende il posto di Stefania Giannini, la quale aveva conseguito risultati ragguardevoli per il comparto, come rimarcato da Formiche.net. Un settore - quello spaziale - rilevante per l’Italia…

Vincent Bolloré

Ecco come Bolloré con Vivendi guerreggia con Mediaset

Guerra senza quartiere tra Mediaset e Vivendi. I francesi hanno annunciato ieri a mercati chiusi di aver superato la soglia del 3 per cento del capitale sociale di Mediaset e di detenerne il 3,01 per cento, in una operazione che la società italiana ha subito definito ostile. Un blitz vero e proprio, dunque, che promette di diventare una lunga battaglia…

Come sarà attuato l'Accordo di Parigi?

Gli impegni presi con il Trattato di Parigi hanno accelerato il ritmo dei cambiamenti nel settore dell’energia. Le fonti rinnovabili e il gas naturale sono i grandi vincitori nella corsa per soddisfare la crescita della domanda di energia fino al 2040, ma l'era dei combustibili fossili appare tutt'altro che finita, il che alza l’asticella della sfida per il raggiungimento di…

Veneto banca, CARLO MESSINA, banca intesa

Intesa Sanpaolo, Ubi e Unicredit. Ecco le buone pagelle della Bce

Le banche italiane superano a pieni voti, o meglio a pieno patrimonio, il Supervisory Review and Evaluation Process (Srep), l’esame periodico condotto dalla Bce sulla solidità patrimoniale delle banche, in vista del 2017. Diversi istituti italiani presentano un livello di solidità patrimoniale di almeno 200 punti base superiore alle indicazioni minime della Banca centrale europea. I DETTAGLI Entrambi i maggiori…

Gaetano Quaglariello

Che cosa hanno deciso i popolari sparsi a Orvieto

Si è svolto a Orvieto, Sabato 10 e Domenica 11 Dicembre, il convegno organizzato dai Popolari Liberali, Idea e Libertà e da ALEF ( Associazione Liberi e Forti) sul tema: e adesso? Un serio confronto di posizioni tra gli Onn. Giovanardi, Augello, Compagna, Quagliariello con Piso, Roccella e Vaccaro, al termine del quale, il leader dei Popolari liberali, Giovanardi ha…

×

Iscriviti alla newsletter