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A una settimana di distanza dall’approvazione in Parlamento della Foreign agents law, le tensioni in Georgia rimangono alte. Tanto sul piano interno quanto su quello internazionale: mentre le proteste del popolo georgiano contro la norma considerata come “repressiva delle libertà” continuano senza sosta nonostante gli interventi delle forze dell’ordine, numerose sono le critiche che arrivano da parte di esponenti del mondo euroatlantico, critiche a cui gli esponenti governativi georgiani non esitano a rispondere. “Sogno Georgiano”, il partito al governo, sostiene che la legge è necessaria per proteggersi dall’influenza straniera. Secondo la norma, le organizzazioni che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall’estero devono dichiarare di “perseguire gli interessi di una potenza straniera”.

Martedì 22 maggio la Commissione di Venezia (Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto), di cui si aspettava il giudizio, ha formalmente invitato il governo di Tbilisi a non approvare il disegno di legge, almeno nella sua forma attuale, in quanto essa avrebbe un impatto negativo sul “dibattito pubblico aperto e informato, sul pluralismo e sulla democrazia”. Specificando anche i motivi della sua scelta: la Commissione definisce l’impostazione della legge “ampia e vaga”, sottolinea come le specifiche finanziare siano suscettibili di essere abusate per “imporre audit lunghi, vessatori e costosi”, e denota come l’etichetta di perseguire gli interessi di una potenza straniera potrebbe essere causa di stigmatizzazione.

Commenti negativi sono arrivati anche dall’Unione Europea, che ha avvertito sul fatto che l’adozione del disegno di legge avrebbe di fatto silurato le possibilità della Georgia di entrare nel blocco, solo sei mesi dopo che il Paese ha ottenuto lo status di candidato. Mentre dall’altra parte dell’Atlantico, il Congresso degli Stati Uniti prenderà in considerazione l’introduzione di sanzioni esponenti del Sogno Georgiano se la Foreign agents law entrasse definitivamente in vigore; viceversa, qualora Tbilisi decidesse di fare marcia indietro, Washington sarebbe disposta a fornire alla Georgia un “pacchetto di supporto economico e securitario”, oltre che a garantire facilitazioni per l’ottenimento dei visti e avviare le trattative per la firma di un accordo di libero scambio.

Tuttavia, il partito di governo ha dichiarato che gli sforzi occidentali per costringere la Georgia ad abbandonare la sua nuova legge sugli sono destinati a fallire, affermando che la minaccia delle sanzioni non fermerà il processo d’adozione della legge, accusando le potenze occidentali di intromettersi nei suoi affari interni. “Il nostro Paese è stato oggetto di un attacco costante da parte di alcuni politici e funzionari americani, da cui il governo georgiano deve difendersi”, ha dichiarato il partito al governo, suggerendo Washington dovrebbe concedere un allentamento dei requisiti per i visti e firmare un accordo di libero scambio “senza alcuna condizione”; inoltre Sogno Georgiano ha rimarcato come l’adesione all’Unione Europea viene usata “come strumento di ricatto permanente contro la Georgia”.

Continua il braccio di ferro tra Washington, Bruxelles e Tbilisi sulla Foreign agents law

Mentre si aspetta che la Foreign agents law torni in Parlamento per superare il veto presidenziale continuano gli scontri, sia nelle piazze che sul piano internazionale. Mentre dall’estero le critiche aumentano, il partito di governo georgiano rimane fermo sulle sue posizioni

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