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Le nozze tra la Popolare di Milano e il Banco Popolare potrebbero rimettere in movimento il risiko delle banche popolari italiane in vista della trasformazione in spa.

CHE SUCCEDE IN VALTELLINA

Da qui alla fine dell’anno le grandi manovre potrebbe essere concentrate sulla Valtellina, la ricca valle lombarda che ospita due tra i principali istituti cooperativi italiani, il Credito Valtellinese e la Popolare di Sondrio. Tre giorni fa proprio il presidente del Creval, Miro Fiordi, ha riportato al centro dell’attenzione il tema del m&a bancario, proponendo di approfondire un’ipotesi di integrazione tra la sua banca e la Popolare di Sondrio: «Lo sapete come la penso, come la pensiamo noi», ha dichiarato Fiordi, «sarebbe opportuno aprire un tavolo per approfondire i numeri industriali di un’operazione di questo tipo, è cosa nota che questo è il nostro pensiero e non da ora». La fusione tra le due banche troverebbe molti sostenitori in Valtellina e, più in generale, nel sistema finanziario italiano, anche se al momento le chance di successo non sembrano molte.

COSA SI STUDIA A BOLOGNA

L’istituto guidato da Mario Pedranzini ha finora difeso con forza la scelta dell’autonomia, in linea con la strategia dello scomparso presidente Piero Melazzini. Non è ancora chiaro se l’imminente trasformazione in spa modificherà questo atteggiamento, ma il Creval potrebbe giocare una valida carta di riserva. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nelle prossime settimane potrebbe riprendere quota l’ipotesi di un merger con Bper Banca, già esplorata timidamente negli anni scorsi. Sfumato l’acquisto di Banca Etruria, l’istituto modenese guidato da Alessandro Vandelli non avrebbe abbandonato il proposito di sposarsi. Lo confermano le parole pronunciate giorni fa dall’amministratore delegato, sempre a margine dell’esecutivo Abi: «le banche valtellinesi sono realtà con le quali abbiamo ottimi rapporti, quindi magari fosse possibile fare qualcosa con loro».

PARTITA A TRE?

Negli anni scorsi sotto la regia del presidente di Bper Ettore Caselli era spuntata l’idea di una fusione a tre fra Modena, Creval e Sondrio, uno schema che oggi potrebbe essere riproposto senza quest’ultima. Bper e Creval del resto hanno due reti commerciali compatibili che limiterebbero il rischio di sovrapposizioni. Senza contare che l’accordo sul nuovo assetto al vertice potrebbe essere trovato con maggiore facilità rispetto ad altre possibili combinazioni. Non è comunque detta l’ultima parola e, se Creval tiene aperta la porta con Sondrio, Modena non ha dimenticato la carta del Nord est, altra potenziale direttrice di espansione del gruppo. Non è un mistero che negli anni scorsi Bper abbia guardato con interesse a Veneto Banca, l’istituto oggi finito sotto l’egida del fondo Atlante di Quaestio sgr.

DOSSIER VENETO BANCA

Ecco perché, se l’ipotesi Valtellina non andasse in porto, Modena potrebbe aprire un canale con la nuova proprietà di Montebelluna. Con l’auspicio che nel frattempo si definisca meglio la strategia di Atlante. Il fondo guidato da Alessandro Penati si è candidato con chiarezza a svolgere un lavoro di turnaround nelle due banche venete, ma non ha mai escluso l’interesse per una cessione in tempi rapidi. La differenza potrebbe farla il prezzo offerto dal pretendente. Quello che al momento si può dire è che, grazie alla robusta dotazione patrimoniale, la potenza di fuoco di Bper potrebbe essere di tutto rispetto, specie se nell’operazione Modena trovasse un alleato finanziario di primo piano nel suo territorio di riferimento. La partita intorno ai futuri assetti delle popolari sta insomma riprendendo quota e i giocatori sono pronti a muovere le prime mosse nella direzione del consolidamento del sistema.

(Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

Atlante, Vicenza, Alessandro Penati

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