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La reputazione di un’azienda, la sua capacità di attrarre e curare i propri talenti, l’esperienza trasmessa da chi ha costruito una carriera di successo contano molto nel trattenere preziose risorse in Italia. Il nostro paese sta drammaticamente perdendo la sua capacità di trattenere il capitale umano: sono oltre 107.000 gli italiani espatriati nel 2015, con un incremento annuale del 6,2%; a partire sono soprattutto i giovani di 18-34 anni e provenienti da Lombardia e Veneto, come svelato dal rapportoItaliani nel mondo 2016“, Fondazione Migrantes. In tutto sono quasi 5 milioni gli italiani all’estero; dal 2006 al 2016 la mobilità italiana è aumentata quasi del 55%.

Eppure non è tutta qui la storia che l’Italia racconta sul mondo del lavoro. Il colosso dei servizi HR Randstad nei giorni scorsi ha assegnato i riconoscimenti del Regional Randstad Award Sud e il tema dei talenti e della “cura” delle risorse umane è stato il filo conduttore della cerimonia di premiazione.

TRATTENERE TALENTI COL BRANDING

La ricerca sull’employer branding, in base alla quale sono stati assegnati i premi, ha misurato per questa edizione “Sud” il livello di attrattività percepita delle aziende dell’Italia centro-meridionale da parte dei potenziali dipendenti, ovvero quanto e per quali fattori le aziende entrano nei desideri di chi cerca lavoro o di chi vuole cambiarlo. Lo studio è stato condotto intervistando 4.000 persone, fra studenti, lavoratori e disoccupati, di età compresa fra 18 e 65 anni, e sono state analizzate 100 imprese di 10 settori.

“In un momento in cui il Paese esporta molti talenti all’estero ma incontra difficoltà ad acquisirli e trattenerli, l’investimento delle aziende in employer branding diventa sempre più un elemento chiave per restare competitivi sul mercato”, ha sottolineato Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia. “L’immagine che l’azienda si costruisce incide sulla capacità di attirare e trattenere risorse: conoscere la percezione dell’opinione pubblica consente ai datori di lavoro di migliorare le proprie strategie di gestione delle risorse umane”.

LE AZIENDE DEI SOGNI

Quali aziende hanno fatto centro, non solo col loro business, ma per capacità di far conoscere la propria eccellenza e entrare “nei sogni” dei lavoratori dell’Italia centro-meridionale? A vincere è Gucci, il marchio del lusso che attrae il 73,4% delle preferenze fra gli intervistati, ma non vanno sottovalutate le aziende premiate per singoli fattori di attrattività indagati dallo studio, perché danno una risposta eloquente su quali sono gli altri settori “forti” di questa macro-area d’Italia. L’Istituto Biochimico Italiano Giovanni Lorenzini (Latina) è stato premiato per “formazione, sicurezza del posto di lavoro e work-life balance”; l’azienda, che ha quasi 100 anni di attività alle spalle e ha ricordato che il polo farmaceutico di Latina-Frosinone-Roma è di poco secondo a quello lombardo, ha ribadito che “senza formazione non si va da nessuna parte”.

Un’altra azienda del settore, questa volta catanese, la SIFI – Società Industria Farmaceutica Italiana, è stata premiata per “retribuzione & benefit e opportunità di carriera”, perché anche gratificare i talenti conta ed è un forte incentivo per attrarre e trattenere le risorse chiave.

MSC Crociere (sede operativa a Napoli) ha ottenuto il premio per il “contenuto di lavoro interessante e l’atmosfera di lavoro piacevole”: lavorare in MSC è un po’ come stare in crociera tutto l’anno, però dall’ufficio. “Napoli è piena di talenti”, ha sottolineato l’azienda. Attrarli non è facile, perché molti giovani sognano “altro” o “altrove”: il territorio deve offrire ciò che i talenti chiedono per restare (e vale per tutta l’Italia), ma la capacità di branding delle aziende è fondamentale. Le imprese premiate dimostrano che avere un meritato “nome” nel mondo dell’employment ripaga.

Randstad calcola che le aziende a forte employer brand hanno un turnover del personale più basso del 28% e che invece l’84% delle persone lascerebbe l’impiego attuale per lavorare per un’azienda con una reputazione migliore. Le aziende con un buon employer brand hanno spese per il personale del 10% inferiori.

FATTORI VINCENTI

Che cosa fa spiccare un’azienda sulle altre? Nel Sud Italia, i settori merceologici più ambiti da chi cerca lavoro sono quello dell’abbigliamento e degli accessori, indicato dal 68,3% del campione, l’industria dei beni di largo consumo, che ha raccolto il 66% delle preferenze, e il farmaceutico, scelto dal 63,8% degli intervistati.

Il principale fattore considerato dai potenziali dipendenti per valutare un’azienda e un posto di lavoro sono la retribuzione (lo indica il 53%) e la sicurezza del posto di lavoro (52%), ma si cercano anche l’atmosfera piacevole (indicata dal 48% del campione), la work-life balance (42%; importante soprattutto per chi ha un’età “media”) e la solidità finanziaria dell’azienda (39%; importante soprattutto per chi ha un’età “matura”).

Un maggiore stipendio (84%) è anche il principale motivo che spinge a lavorare di più; le principali motivazioni per diminuire l’orario di lavoro sono invece il bisogno di ridurre le stress e di avere più tempo libero. Anche a parità di ore lavorate, la maggior parte dei dipendenti nel centro-Sud è attratto dallo smart working: il 46% preferirebbe lavorare con un orario giornaliero flessibile; il 15% preferisce lavorare per più ore al giorno facendo una settimana più corta; l’8% preferisce giornate lavorative flessibili. Solo il 30% gradisce l’orario standard.

CAMPIONI IN CAMPO PER I GIOVANI

Sul palco della cerimonia di premiazione Randstad hanno sfilato non solo le aziende premiate,  ma alcuni tra i tanti campioni dello sport che partecipano al progetto di alternanza scuola-lavoro “Allenarsi per il Futuro” realizzato da Bosch e Randstad (che ha anche una divisione dedicata Youth@Work). “Allenarsi per il Futuro” aiuta i giovani a capire come si passa dal mondo della scuola a quello del lavoro, supporta le scuole nei programmi di alternanza scuola-lavoro ora obbligatori e racconta ai ragazzi che sì, inseguire e realizzare il proprio sogno è possibile, anche in Italia.

I plurimedagliati Daniela Masseroni (ginnastica), Pino Maddaloni (judo) e Giacomo Sintini (pallavolo) hanno raccontato quanto conta impegnarsi con ore e ore di allenamento, accettare e superare la sconfitta, lavorare in squadra, saper essere sia leader che riserva in nome del team, fare dei valori di lealtà e rispetto dell’altro la propria bandiera. E hanno spiegato che cosa significa essere un campione: non necessariamente arrivare sempre primi, ma credere in se stessi e dare il proprio meglio, questi sì, rende tutti numeri uno.

Msc, Sifi e Gucci. Ecco la classifica di Randstad delle aziende più attrattive

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