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Il lancio di Atlante potrebbe cambiare lo scenario di mercato favorendo il processo di consolidamento del sistema bancario italiano in cui potrebbe essere coinvolto anche il Monte dei Paschi, che anche per questa ragione ha avviato riflessioni sulla possibilità di sottoscrivere parte delle quote del fondo.

CHE COSA HA DETTO TONONI

È quanto indicato dal presidente di Rocca Salimbeni, Massimo Tononi, che ieri, nel corso dell’assemblea della banca, ha ribadito l’impegno del management a lavorare in direzione di un’aggregazione, ma sottolineando che a anche a causa del peggioramento del contesto generale il risiko si è di fatto arenato. «Da settembre ad oggi il contesto non è migliorato, piuttosto è peggiorato», ha affermato Tononi. «Non è un caso se l’unica operazione annunciata in Europa è quella delle due popolari (Bpm-Banco, ndr)». «Anche Atlante può essere positivo per le aggregazioni», ha osservato il presidente di Mps, «se l’appesantimento di bilancio dovuto alle sofferenze viene meno è più facile ragionare in termini strategici».

IL DOSSIER SOFFERENZE VISTO DA VIOLA

Da questo punto di vista, l’ad del Monte, Fabrizio Viola, ha spiegato che la banca punta a cedere un pacchetto di sofferenze garantite da 250 milioni di euro «da chiudere entro qualche mese e anche un pacchetto di sofferenze più grande con un profilo tecnico diverso, unsecured, da completare entro la fine del primo semestre». Secondo Viola, la banca farà «altre cessioni di sofferenze nel secondo semestre». Mps, alla fine del 2015, aveva in portafoglio 11,8 miliardi lordi di sofferenze garantite da immobili, 6,5 miliardi con garanzie personali e 8,3 miliardi di sofferenze unsecured. Al netto delle rettifiche già fatte queste sofferenze sono in bilancio per 9,7 miliardi. Parlando al termine dell’assemblea, che ha approvato i conti del 2015 e respinto la richiesta di azione di responsabilità contro l’ex presidente Alessandro Profumo e lo stesso Viola, quest’ultimo si è soffermato anche sul rimborso della parte residua dei Monti bond.

L’INTRECCIO CON I MONTI BOND

«Siamo in attesa di definire con il Tesoro la forma tecnica di pagamento, quindi quando sarà fatto vedremo se sarà in azioni», ha spiegato l’ad di Rocca Salimbeni. Se il pagamento degli interessi sulla parte residua dei Monti bond relativa al primo semestre del 2015 dovesse essere effettuata in azioni, il Tesoro salirebbe nel capitale del Monte dall’attuale 4% a circa il 7%. Sulle passate vicende che causarono il dissesto della banca senese, si è conosciuta ieri la risposta della Banca d’Italia a quesiti presentati dalla commissione di inchiesta del Consiglio regionale della Toscana: «La Banca d’Italia non propose l’amministrazione straordinaria di Mps in quanto non sussistevano i presupposti per l’adozione di tale provvedimento».

LE PAROLE DELLA FONDAZIONE MPS

Sempre ieri Marcello Clarich, presidente della Fondazione Mps, ha ricordato che l’azione di responsabilità da 3 miliardi avviata dall’ente contro le passate gestioni e i vari advisor, se andasse a buon fine, potrebbe contribuire a ricostituire parte del patrimonio dell’ente stesso.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

FABRIZIO VIOLA MPS

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