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Alla fine il punto centrale lo ha toccato il generale Marco Bertolini, Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze: “L’abbondanza delle risorse energetiche e le frizioni in corso testimoniano come il Mediterraneo rimanga il centro del mondo. E’ qui che si stanno decidendo gli assetti dei prossimi decenni”. Un’area nella quale – per ragioni geografiche, storiche e culturali – l’Italia non può che essere, naturalmente, protagonista. “Siamo nel Mediterraneo e ci rimarremo anche nelle prossime ere geologiche”, ha ironizzato il generale Bertolini, per il quale Medioriente e Nord Africa devono costituire “il fulcro del nostro impegno”.

L’APPUNTAMENTO

Considerazioni che rappresentano il filo rosso del dibattito organizzato ieri dalla Luiss Business School in collaborazione con Agol (Associazione Giovani Opinion Leader), dal titolo “L’Italia nel Mediterraneo: interessi economici tra Nord Africa e Medio Oriente”. Le considerazioni di carattere generale sono state appannaggio di Paolo Boccardelli e Sergio Fabbrini, rispettivamente direttore della Business School e della School of Government della Luiss. Boccardelli ha sottolineato l’importanza del dialogo e la necessità di rafforzare il ruolo di coordinamento dell’Unione europea anche in un’ottica di sostegno alle imprese. Fabbrini, invece, ha ricordato “l’interesse sostanziale dell’Italia dal punto di vista economico” visto che esportiamo nell’area del Mediterraneo beni per un valore complessivo di 398 miliardi di euro. Una cifra che equivale al 7% delle esportazioni totali italiane.

LA FUNZIONE DELL’ENERGIA

Il direttore Affari Istituzionali Executive Vice President di Eni Pasquale Salzano si è concentrato sul ruolo che l’energia può svolgere in una prospettiva di stabilizzazione politica, crescita economica e di sviluppo sociale:“Se le risorse energetiche costituiscano una maledizione – come dicono gli anglosassoni – o un elemento positivo, è un classico tema sul quale si interrogano gli esperti”. Un quesito la cui risposta migliore – ha osservato Salzano – è nella gestione. “Sono un bene se ben gestite”, ha quindi continuato, evidenziando come – alla domanda se sia meglio trovare un tesoro oppure non trovarlo affatto – non si possa che rispondere nel primo senso.

L’EUROPA E L’ITALIA

Delle scelte italiane ed europee ha parlato, invece, l’inviato del Sole 24 Ore Alberto Negri. Il punto di partenza della sua analisi è il fallimento delle politiche messe in campo nel Mediterraneo dai principali Paesi dell’Unione Europea: “A Bruxelles devono ascoltare l’Italia perché le decisioni prese dai nostri alleati europei si sono rivelate un disastro”. Uno scenario reso più complicato – ha raccontato Negri – dagli ottimi rapporti commerciali che l’Italia ha saputo instaurare negli anni con molti degli Stati del Nord Africa e dell’Asia Minore. Relazioni che hanno generato – nei Paesi europei più radicati nel Mediterraneo, Francia in primis – un autentico e non sempre sano spirito di competizione. Ciò però – secondo Negri – non vuol dire che l’Italia non stia commettendo errori. Il riferimento è all’Egitto di Abd al-Fattah al-Sisi e al ruolo che sta giocando in Libia a sostegno del generale Khalifa Belqasim Haftar il quale da Tobruk continua a non riconoscere il neonato governo ufficiale di Tripoli – fortemente voluto dall’Italia – guidato da Fayez al-Sarraj. “Il nostro governo dovrebbe distinguere i propri interessi da quelli degli altri”, ha commentato Negri secondo il quale “non abbiamo capito fino in fondo quale fosse l’interesse dell’Egitto, che in Libia con Haftar ci ha sabotato”.

Il ruolo dell'Italia nel Mediterraneo secondo Bertolini, Negri e Salzano

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