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La notizia è arrivata nella tarda serata di ieri, quando il Senato ha dato ok al disegno di legge contro gli sprechi alimentari con 181 sì, 2 no e 16 astenuti. Il provvedimento, già approvato dalla Camera lo scorso marzo, diventa dunque definitivo. 

Questo è un grande risultato per l’Italia, che dimostra così di saper tenere il passo con i paesi europei più virtuosi, come la Francia, nella lotta contro gli sprechi alimentari; anzi il governo italiano sembra sia riuscito a fare meglio: se confrontata con la norma varata in Francia all’inizio dell’anno, infatti, la legge italiana appare di gran lunga migliore: anziché prevedere azioni punitive, la norma punta a premiare i “donatori”, facendo leva sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica. Inoltre, nel provvedimento si fa riferimento anche al recupero e alla donazione dei farmaci.

Ma non è tutto: la nuova legge prevede anche il rifinanziamento – con 2 milioni di euro – del “Fondo per la distribuzione di derrate alimentari” alle persone bisognose e l’istituzione di un nuovo Fondo che si occuperà di finanziare progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi.

Insomma si dà avvio ad un processo strutturato di donazione, con limitazioni meno stringenti rispetto all’ultima legge in vigore, piena – com’era – di cavilli burocratici. Un plauso va al governo che ha fatto proprie le indicazioni delle diverse associazioni e onlus che da anni chiedono, con voce insistente, una semplificazione delle norme per la donazione di cibo ancora sano, ma troppo spesso destinato ai cassonetti a causa delle stringenti clausole burocratiche. Uno spreco che vale 12,5 miliardi di euro, secondo le stime di Coldiretti. 

È stata la stessa deputata del PD, promotrice della proposta di legge contro lo spreco alimentare, Maria Chiara Gadda, a ricordare al Sole 24 Ore che l’obiettivo che si dà la nuova legge è quello di “rendere la donazione strutturale, quotidiana, ogni volta che si genera eccedenza”; perciò si è agito per “togliere burocrazia inutile, come ad esempio la dichiarazione preventiva 5 giorni prima della consegna”.

Finalmente, viene premiata anche l’attività della nostra Onlus, QUI! Foundation, che dal 2007, con il progetto Pasto Buono, è attiva per il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari ai bisognosi. 

Con Pasto Buono – ne avevamo già parlato su Formiche – siamo riusciti a creare una rete solidale che prevede il ritiro delle eccedenze alimentari da ristoranti, bar, pizzerie, tavole calde, self service e la donazione dei pasti, ancora sani e integri, a chi ha più bisogno.

Il progetto, attivo grazie al supporto di realtà no-profit come Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Csv e City Angels e attivo in diverse città italiane, ha consentito di recuperare e donare 500mila pasti l’anno. Ora, con l’approvazione della legge contro gli sprechi alimentari, possiamo darci finalmente come obiettivo il recupero di 1 milione di pasti.

La necessità di accelerare dipende dal fatto che, come rilevato anche dall’Osservatorio Waste Watcher, oggi sono 10 milioni gli italiani che vivono in condizioni di povertà. Inoltre, non va dimenticato che gli sprechi costano al Paese l’1% di PIL e che il sostegno che un’economia circolare può portare al Paese può favorire una più rapida uscita dalla crisi.

Questa legge, che aspettavamo da anni, sembra andare proprio in questa direzione e rappresenta una delle più belle eredità lasciate da Expo2015, oltre a favorire il rispetto dei “dettami” della Carta di Milano. Ora rimbocchiamoci le maniche, perché donare è più facile ed è, a maggior ragione, la cosa giusta da fare.

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