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Mentre è ancora incerto il futuro delle sanzioni che l’Ue ha imposto alla Russia ormai da qualche anno, i segnali e gli interessi per una normalizzazione dei rapporti economici tra Mosca e Roma si fanno sempre più forti.

LA FIRMA

È di questi giorni la firma di un importante memorandum di cooperazione tra il Ministero dell’Industria e del Commercio russo e la Confindustria Russia, per l’istituzione di una cabina di regia per accompagnare le società italiane che vogliono delocalizzare la loro produzione in Russia. Da Bruxelles, dove ha partecipato al Consiglio Ue, il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha fatto sapere che sul rinnovo delle sanzioni si deciderà tra maggio e giugno prossimi. Eppure, se al Cremlino pesa la debolezza del rublo, le conseguenze legate al calo globale del prezzo del greggio e la difficoltà a mettere in campo efficaci strategie di innovazione, nessuno vuole farsi trovare impreparato quando e se, dall’implementazione degli accordi di Minsk, si arriverà ad un allentamento del quadro sanzionatorio.

LE DICHIARAZIONI RUSSE

“L’Italia è uno dei partner più importanti della Federazione russa. Con l’Italia è stata stabilita e sviluppata un’intensa interazione e si porta avanti una ricca politica commerciale. Tuttavia, attualmente il livello degli scambi bilaterali non è pienamente in linea con il potenziale industriale dei nostri Paesi“, così ha commentato la firma dell’accordo il ministro dell’Industria, Denis Manturov. Del resto, la competizione con la Germania è ancora forte.

COSA DICE LA CONFINDUSTRIA

Come ha ricordato il presidente di Confindustria Russia, Ernesto Ferlenghi (nella foto), “per noi era fondamentale stringere questo accordo e reggere così la ‘concorrenza’ dei nostri colleghi francesi e tedeschi. I tedeschi, in particolare, hanno prima di altri scommesso sul modello delle joint venture e negli ultimi due anni ne hanno create 3mila: l’Italia solo 150”. Al centro dell’incontro tra il governo russo e Confindustria – in cui tra i settori più promettenti della cooperazione bilaterale sono stati indicati soprattutto quello farmaceutico e dell’aviazione – vi è stato anche il cosiddetto “Contratto speciale di investimento”, lo strumento messo a disposizione degli imprenditori che delocalizzano e che prevede incentivi e sgravi fiscali, garanzie contro modifiche peggiorative della normativa vigente e condizioni agevolate per l’uso di immobili e terreni pubblici.

LO SCENARIO

Uno strumento essenziale per la ripresa dell’economia russa che potrebbe avere il suo anello debole proprio nel sistema dell’alimentazione degli investimenti. Infatti, secondo quanto riporta il Moody’s Investors Service, la recessione economica in Russia continuerà ad avere un impatto negativo sulla performance operativa delle banche russe anche nel 2016. Questo porterà a ricadute negative sulla qualita’ degli asset e sull’adeguatezza di capitale degli istituti di credito russi. “Prevediamo – sottolinea Olga Ulyanova, vice-presidente di Moody’s – che il volume dei prestiti problematici delle banche con rating salirà al 14-16% degli impieghi totali nel 2016, dall’11% registrato a fine 2015″. Moody’s prevede anche un aumento del tasso di ritardi nei pagamenti dei prestiti denominati in valuta estera concessi a imprese con sede in Russia, che rappresentano circa il 20% degli impieghi totali in portafoglio alle banche russe.

Che cosa succede tra Russia e Italia

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